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Politica

Il Pd chiede la fiducia sulla legge elettorale. Via libera dal Governo. Opposizione sulle barricate

NurPhoto via Getty Images
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Aggiornamento delle ore 14.15. Il consiglio dei ministri ha autorizzato la fiducia sulla legge elettorale.

A brigante, come diceva Sandro Pertini, brigante e mezzo. Se gli oppositori del Rosatellum sono pronti a utilizzare l'arma del voto segreto per affossare la legge elettorale, come lo scorso giugno, i sostenitori del testo hanno deciso di rispondere con l'arma più potente, chiedendo al premier Gentiloni di porre la fiducia. Tagliando la testa al toro, o meglio al canguro, lo strumento che fino a stanotte il Pd era quasi certo di voler utilizzare per contrastare il centinaio di voti segreti previsti, a norma di regolamento, a partire da oggi in aula alla Camera. Un sistema, quello degli emendamenti preclusivi, che evidentemente non offriva sufficienti garanzie per salvare il testo su cui ha resistito in commissione il patto tra Pd, Forza Italia, Lega e centristi.

L'accelerazione decisiva si è avuta attorno alle 10, quando i capigruppo della maggioranza si sono riuniti e poi hanno telefonato al premier Gentiloni, per rappresentargli la precarietà della situazione, spiegandogli tutti i rischi (forse la quasi certezza) di un bis dell'agguato di giugno sul Tedeschellum. Una richiesta a cui, seppur riluttante, il premier darà seguito – ha fatto capire il capogruppo dem Ettore Rosato conversando con i giornalisti in Transatlantico – convocando quanto prima un Cdm per l'autorizzazione alla fiducia.

Che la decisione di chiedere la fiducia, che pure era tra le opzioni in campo, sia stata presa repentinamente, lo conferma il fatto che lo stesso Rosato, poco prima della riunione col premier, non aveva lasciato intuire nulla nel corso della rassegna stampa dem in diretta Facebook Ore Nove. "Questa è l'ultima opportunità per avere una legge elettorale – ha spiegato Rosato - e vogliamo evitare, a poche settimane dal voto, qualche tranello. La legge elettorale – ha aggiunto - è un complesso frutto di un compromesso e va approvata senza modifiche". Poco prima, sfogliando i giornali in diretta, aveva osservato che oggi si sarebbe andati in aula "con una legge elettorale che favorisce le coalizioni e consente un confronto tra coalizioni da una parte avremo il centrodestra, dall'altra M5S e poi noi con un centrosinistra più ampio possibile che guardi al governo".

Forza Italia e Lega avranno la stessa posizione: no alla fiducia, sì alla legge. "È comprensibile che, a pochi mesi dallo scioglimento delle Camere, la maggioranza che sostiene Paolo Gentiloni chieda al governo di porre la questione di fiducia come strumento per l'approvazione della legge elettorale" afferma Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, parlando di "miglior compromesso possibile" e annunciando che il gruppo "voterà sì alla legge, pur non partecipando, ovviamente, alla votazione sulla fiducia". Giancarlo Giorgetti della Lega Nord a sua volta ha spiegato che il Carroccio "non potrà ovviamente votare la fiducia al governo ma comprende le motivazioni che hanno portato a questa richiesta", per cui "dirà sì alla legge, con voto segreto o palese che sia".

Le opposizioni sono già sulle barricate. I 5 Stelle, dopo aver più volte definito con i termini più coloriti la legge elettorale e aver gridato con Alessandro Di Battista al "colpo di stato istituzionale", oggi protesta su Twitter con Danilo Toninelli che parla di "atto eversivo e incostituzionale fatto da chi ha paura dei suoi" e si appellano nuovamente al Quirinale: "il presidente della Repubblica rompa il silenzio. Oppure sarà il momento della piazza". Parla anche il candidato premier Luigi Di Maio: "Signori, siamo in piena emergenza democratica. Nelle aule parlamentari si sta consumando l'ennesima aberrazione istituzionale". I 5 Stelle promettono una reazione "durissima" con iniziative eclatanti di protesta.

Anche Mdp considera la decisione di porre la fiducia un gesto grave e sono ormai decisi a uscire definitivamente dalla maggioranza che sostiene il Governo. Una decisione che potrebbe pesare sull'iter parlamentare della manovra. "Mettere la fiducia sulla legge elettorale a pochi giorni dallo scioglimento delle Camere è oltre i limiti della democrazia. Qui si sta scherzando col fuoco. Una legge che toglie la sovranità ai cittadini di scegliere i propri eletti viene approvata togliendo la sovranità al Parlamento. Non voglio credere che sia vero" dichiara Roberto Speranza, coordinatore di Mdp. Incredulo Pippo Civati, leader di Possibile: "È una vergogna, un atto indegno".

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