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Politica

M5s chiama a raccolta gli attivisti contro la legge elettorale. In piazza mercoledì e giovedì. Sinistra manifesta al Pantheon

Pacific Press via Getty Images
Pacific Press via Getty Images 

"Dico ai nostri consiglieri regionali, europarlamentari, sindaci, consiglieri comunali, attivisti e a tutti i cittadini che amano questo paese: lasciate quello che state facendo e raggiungeteci, forza". Luigi Di Maio chiama a raccolta tutti in piazza contro il Rosatellum bis. Un gruppo di attivisti M5s è già davanti Montecitorio. Danilo Toninelli, che per i pentastellati da oltre un anno tiene in mano il dossier della legge elettorale, lascia il Palazzo e si avvicina a loro. Così urlando al megafono li avverte: "State pronti perché presto dovremo fare una manifestazione vera. Il Pd ha chiesto che venga posta la fiducia". Intanto anche la sinistra ha deciso di manifestare contro la decisione del Governo e si dà appuntamento al Pantheon. "Per la Democrazia. No alla fiducia sulla legge elettorale. No ai parlamentari nominati. Domani alle 17.30 al Pantheon #perlademocrazia". A scriverlo è il coordinatore di Mdp, Roberto Speranza

Tonando alla scelta dei 5 stelle, secondo i quali la fiducia sulla legge elettorale è "un atto eversivo", la decisione di scendere in piazza è stata presa durante l'assemblea dei deputati, convocata d'urgenza questa mattina per scegliere quale forma di protesta mettere in atto. "Convocheremo il popolo in piazza, perché le persone devono capire", dice un combattivo Luigi Di Maio dopo essersi confrontato con i colleghi. Gli fa eco Alessandro Di Battista che su Facebook scrive: "Il Pd, che non sa controllare i suoi parlamentari, ha chiesto a Gentiloni di mettere la fiducia sulla legge elettorale. Come Mussolini e come Renzi". A richiamare il periodo fascista è anche Articolo 1: "Sulla legge elettorale la fiducia è stata messa nella storia d'Italia durante il fascismo, con la Legge Acerbo, durante la discussione sulla famosa 'legge truffa' e, da ultimo, da Renzi sull'Italicum, che poi fu giudicato incostituzionale", dice Roberto Speranza a RTL 102.5.

I 5Stelle intanto si danno appuntamento in piazza per mercoledì, giorno in cui si dovrebbe votare la fiducia al Rosatellum bis, e per giovedì quando ci sarà il voto finale. Due giorni: due piazze. Non è escluso che arrivi a Roma anche Beppe Grillo che in mattinata ha rilanciato un post del candidato premier in cui si parla di "emergenza democratica".

Le ipotesi sul tavolo erano tante, tra cui l'Aventino, cioè l'abbandono dell'Aula durante i lavori. "Ma sarebbe stato contro i nostri principi, noi dobbiamo stare in Aula per votare 'no' a questo scempio", spiegano i deputati al termine dell'assemblea. Dunque escluso l'Aventino si è deciso di convocare gli attivisti in piazza Montecitorio, che durante i lavori parlamentari manifesteranno contro la legge elettorale e al termine del voto saranno raggiunti dai parlamentari. Un profilo istituzionali, quindi, che si mescola a quello movimentista originario grillino. In Aula si farà ostruzionismo, ma - così sarebbe stato concordato - a parte cartelli da alzare non si assisterà a scene come l'occupazione dei banchi del governo. Ciò fa parte del nuovo corso governista pentastellato.

Ma la protesta contro il Rosatellum non si fermerà alla Camera. Se la legge dovesse essere approvata a Montecitorio, superando lo scoglio del possibile voto finale a scrutinio segreto, c'è l'idea di manifestare anche davanti al Senato. "E non dispiacerebbe portare la protesta anche davanti al Quirinale", osserva Andrea Colletti della commissione Affari costituzionali. Questo potrebbe essere il passo successivo.

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