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Politica

Sabato il Pd compie 10 anni, ma alla festa non ci sarà Prodi: il giallo sull'invito al professore

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Uno spettro si aggira intorno al compleanno per i dieci anni del Pd. Non è il comunismo, naturalmente ma molto più semplicemente il giallo sull'invito a Romano Prodi, presidente della prima assemblea del Partito Democratico il 27 ottobre 2007 a Milano. Sabato, quando il fondatore del Pd Walter Veltroni, il premier in carica Paolo Gentiloni e il segretario attuale Matteo Renzi saranno al teatro Eliseo di Roma per festeggiare i dieci dalle prime primarie Dem, 14 ottobre 2007, il professore bolognese sarà a Venezia, lontano dalla kermesse. Non invitato (come anticipato dal Messaggero), fanno sapere i suoi. Invitato ma ha declinato, dicono dal Nazareno. Un balletto di versioni, si potrebbe dire tante quanti sono i fondatori del Pd, quel comitato dei 45 che cominciò a lavorarci già nel 2005.

Perché questa storia è un vero guazzabuglio. E intorno all'assenza di Prodi si è creato un caso.

Si apprende che al prof non sia arrivato alcun invito neanche dal cerimoniere della giornata, Veltroni, il padre fondatore che lanciò il partito a fine giugno 2007 al Lingotto di Torino e fu eletto segretario alle primarie 4 mesi dopo. Sarà l'ex sindaco di Roma ad aprire la festa. Poi parlerà Gentiloni. Chiude Renzi, entro l'ora di pranzo. Stop. C'era un'idea iniziale di far parlare gli ex segretari, ma a parte Dario Franceschini – presente – gli altri due ex non ci saranno: Pierluigi Bersani e Guglielmo Epifani non sono più nel Pd. In Transatlantico alla Camera, mentre in aula si susseguono le votazioni sul Rosatellum, Bersani allarga le braccia addolorato: "Vediamo chi festeggia. Non mi inviteranno anche se quella carretta l'ho tirata molto, poi ha preso un'altra strada che non mi ero immaginato. È un dispiacere...".

Ma torniamo alla storia dell'invito per Prodi. Se da Veltroni non gli è arrivato nulla, al Nazareno risulta però che al prof era stato detto di sabato. Detto, orale: senza bigliettini di invito. In particolare sembra che il vicesegretario Maurizio Martina si sia incaricato di dirglielo, ma il prof avrebbe declinato perché impegnato a Venezia. E i renziani reagiscono anche con sorpresa: "Ha detto che non veniva...".

Si sa: l'ex premier ci tiene a mantenere un ruolo di unificatore del centrosinistra, soprattutto oggi. È il profilo che sta curando da quando, prima dell'estate, è tornato a occuparsi di politica interna, dialogando con Giuliano Pisapia e con contatti anche con Renzi. Niente iniziative singole di partito, per lui. Ma certo la sua assenza ai dieci anni del Pd pesa.

È pur sempre il partito che il prof tenne a battesimo nel suo ultimo mandato da premier, poco prima di perdere la maggioranza al Senato nel 2008. E' vero che in quegli ultimi mesi di legislatura, i rapporti con Veltroni, neo-segretario del neo-partito, non erano idilliaci. Il Pd appena nato abbracciò una linea molto securitaria, chiese e ottenne che l'omicidio Reggiani (47enne seviziata e uccisa da un romeno a Roma a novembre 2007) diventasse materia da convocazione urgente del consiglio dei ministri, cercò in tutti i modi di imboccare la strada opposta a quella che l'anno prima aveva portato Prodi e la coalizione dell'Unione ad approvare l'indulto. Provvedimento che alle amministrative 2007 costò sia ai Ds che alla Margherita, secondo l'opinione dei più all'epoca in entrambi i partiti.

Il mancato invito al prof è dunque eco di vecchie ruggini?

"Ma non sono stati fatti inviti formali, c'è solo una locandina che stiamo facendo girare", ci dice in Transatlantico Walter Verini con il solito tono diplomatico. "E poi proprio per Prodi non c'è bisogno di invito: il Pd è casa sua".

Sta di fatto che nemmeno prodiani doc di quella stagione saranno presenti sabato. Non ci sarà per esempio Arturo Parisi, che ci dice: "Sarei andato al decennale più che per assistere alla celebrazione dei diversi passati, per sostenere la ricerca di un futuro nuovamente comune". Per ora Parisi vede nubi: "Il varo del Rosatellum ci chiama a riconoscere che l'illusione della democrazia governante è ormai alle spalle. Spero che la fiducia che lo sta portando in porto non costituisca un precedente per tentazioni di segno esattamente opposto".

Non ci sarà Rosi Bindi. E per allargare il campo alle varie aree che fondarono il Pd, nemmeno Francesco Rutelli, allora segretario della Margherita, ci sarà. Ha un altro impegno. Ci sarà Piero Fassino, allora segretario dei Ds. Ma non ci sarà Enrico Letta, altro componente di quel comitato dei 45 che era formato da rappresentanti di Ds e Margherita più esponenti della società civile. Letta si sa è lontanissimo ormai dal Pd di Renzi.

Dieci anni per pochi intimi, si potrebbe dire. Al Nazareno si stanno occupando di preparare un video che racconti la storia del partito alla platea dell'Eliseo. Una pellicola per coprire le assenze.

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