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Cultura

L'American Academy in Rome è una meraviglia nel cuore di Roma. Approfittatene per la Giornata del FAI d'Autunno

altrospaziophotography.com
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C'è un posto a Roma dove il tempo sembra essersi fermato, pur adeguandosi perfettamente con la contemporaneità e la modernità. Si trova al Gianicolo, a metà strada tra porta San Pancrazio e la fontana dell'Acqua Paola - il Fontanone, come lo chiamano affettuosamente un po' tutti da quelle parti - una posizione strategica per chiunque voglia provare la sindrome di Stendhal, ma - si spera - non quella del turista giapponese de "La Grande Bellezza" di Paolo Sorrentino, che muore proprio vicino a quel monumento, perché rapito dalla magnificenza del panorama. Stiamo parlando dell'American Academy in Rome, una delle principali istituzioni americane all'estero per lo studio e per la ricerca avanzata nelle arti e nelle discipline umanistiche, un luogo in cui eventi straordinari hanno permesso a talenti creativi di incontrarsi in circostanze inaspettate, facendo sì che l'ispirazione monumentale della città resti un elemento essenziale nello sviluppo degli artisti e degli studiosi che la frequentano.

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Come altre istituzioni, accoglie in residenza quei ricercatori la cui formazione non può prescindere da un soggiorno a Roma, soprattutto gli studiosi di archeologia e di letteratura antica, di storia dell'architettura e dell'arte, ma a differenza di altre - che sono pubbliche e sovvenzionate dal Ministero della Cultura - l'American Academy è sì riconosciuta dal Governo Americano, ma è privata e i suoi fondi provengono da un'attività di fundraising di cui gli statunitensi sono maestri indiscussi.

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L'Accademia ebbe i suoi inizi nel 1893 quando, all'esposizione universale di Chicago, un piccolo gruppo composto dagli architetti Charles Follen McKim e Daniel Burnham, dai pittori John LaFarge e Francis Millet e dagli scultori Augustus Saint-Gaudens e Daniel Chester French decisero di creare un centro per studiare l'arte nel cuore della tradizione classica dell'antica Roma, scelta - su loro stessa ammissione - perché nessun'altra città poteva offrire un simile campo per gli studi e un'atmosfera così piena di modelli del passato.

Quella che troverete all'interno del suo cuore strutturale - l'edificio principale completato nel 1914 e disegnato da McKim, Mead & White - dopo esservi lasciati alle spalle un'altra fontana circolare e una bianca scalinata, "è una comunità internazionale dinamica che si muove sempre rispettando lo spirito di cooperazione", come la definisce il direttore John Ochsendorf, nostra guida speciale assieme a Peter Benson Miller (Andrew Heiskell Arts Director) e a Lindsay Harris, curatrice della mostra Matera Imagined/Matera Immaginata: Photography and a Southern Italian Town", visitabile gratuitamente fino al 26 novembre prossimo. "Sono trenta gli artisti e gli studiosi statunitensi selezionati annualmente per il Rome Prize - ci spiega - e i vincitori, annunciati in primavera, usufruiscono di uno stipendio, vitto, alloggio e studio-atelier". "Ogni anno - aggiunge - giurie formate da esperti in architettura, architettura del paesaggio, arte visiva, composizione musicale, conservazione e restauro dei beni storico-artistici, design e letteratura selezionano il gruppo degli artisti, mentre giurie di specialisti negli studi classici, medievali, del Rinascimento e della prima età moderna e di studi italiani moderni scelgono gli studiosi". A loro si aggiungono sei borsisti italiani per soggiorni dai tre si cinque mesi, trenta insegnanti americani di discipline classiche ospitati per corsi di aggiornamento estivi e dieci residenti annuali, soprattutto personalità di grande prestigio che vengono invitate a condividere parte del loro tempo e delle loro idee con la comunità dell'Accademia. Tra i tanti, il Premio Pulutzer Jhumpa Lahiri e André Aciman, autore di tanti bestseller, tra cui "Chiamami col tuo nome", presto anche sul grande schermo.

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Oltre il cortile e la fontana dedicata al banchiere John Pierpont Morgan, fondatore della società finanziaria J.P.Morgan (grazie a un suo lascito, e a quello di altri mecenati, nel 1913, si poté costruire l'edificio), porte chiuse si aprono ad una realtà che attrae e colpisce per la sua naturalezza e bellezza. Una biblioteca, due grandi sale per le mostre temporanee, gli alloggi, gli studi, un centro ricerche, gli uffici e un salone per i ricevimenti e gli incontri con chi va e con chi resta. Da allora in questi ambienti dallo stile Neorinascimentale, si sono aggirati in veste di studenti o residenti, alcuni dei protagonisti della cultura del 900, vincitori di 49 Premi Pulitzer (come i poeti Richard Wilbur e Louis Simpson), 5 Premi Nobel (come Nadine Gordimer e Joseph A. Brodsky) e 9 Pritzker Prize (tra i quali Glenn Murcutt, Frank Gehry, Richard Meier e James Stirling). C'è anche il The Academy Bar con i disegni raffiguranti alcuni degli ospiti più importanti che hanno soggiornato in quell'edificio e un'accogliente sala da pranzo, perché la condivisione inizia a tavola.

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"Impegni permettendo, tutti noi ci ritroviamo insieme e cerchiamo di non sederci mai sempre con le stesse persone, proprio per conoscerci e garantire molteplicità e diversità di scambi ed idee", ci spiega il direttore, già docente al MIT, Università del Massachusetts, mentre viene preparato un self service (dal Rome Sustainable Food Project) con molti dei prodotti provenienti dall'orto dell'Accademia, ricco di varie prelibatezze, dalle zucchine ai cachi. Intitolato a Sid R.Bass, il giardino ha una vegetazione semplice e sedie in legno sparse qua e là che danno un senso di quiete rurale, occupate dagli ospiti nei momenti di relax. Nella parte laterale destinata all'orto e alla coltivazione di fiori, poi, una fila di aiuole rettangolari orlate da mattoni riempite di erbe aromatiche, ortaggi e fiori ornamentali che regalano colore e carattere per tutto l'anno.

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Poco distante, c'è Villa Aurelia (che fa parte dell'Accademia, grazie al lascito dell'ultima padrona di casa, l'ereditiera di Filadelfia Clara Jessup Heyland), la seicentesca tenuta di campagna del Cardinale Girolamo Farnese immersa in un parco secolare, dove nel 1849 soggiornò anche Giuseppe Garibaldi durante l'assedio francese. Da non perdere, poi, la Casa Rustica, un piccolo edificio costruito alla fine del XVI secolo dal cardinale Innocenzo Malvasia. In quel luogo, la sera del 14 aprile 1611, gli Accademici dei Lincei organizzarono un banchetto in onore di Galileo Galilei, che puntò la sua nuova invenzione verso il cielo, descrivendo ai suoi ospiti le meraviglie del notturno visibili con il primo cannocchiale.

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L'Accademia propone ogni mese un'ampia gamma di eventi accademici, artistici e culturali, gratuiti e aperti al pubblico. Se siete a Roma questa domenica, c'è quello organizzato in con il FAI, il Fondo per l'Ambiente Italiano. È la Giornata del FAI d'Autunno, grazie alla quale l'Accademia potrà essere visitata ed ammirata in tutto il suo splendore.

Per tutte le informazioni e contatti, e per visitarla, c'è un sito : www.aarome.org .

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