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Esteri

Elezioni in Austria: trionfa Sebastian Kurz, golden boy dei conservatori

Heinz-Peter Bader / Reuters
Heinz-Peter Bader / Reuters 

Sebastian Kurz, leader del partito popolare austriaco Övp, è riuscito nel suo obiettivo: diventare il più giovane cancelliere del mondo, coronamento di una carriera politica fulminante iniziata quand'era appena ventenne. Il cancelliere in pectore esulta per la vittoria alle elezioni interpretando il risultato delle urne come "un chiaro mandato per realizzare le riforme e i cambiamenti voluti dai cittadini". Cambiamenti che porteranno a una sterzata a destra di tutte le politiche nazionali, come promesso dallo stesso Kurz in campagna elettorale, e come sarà inevitabile vista la probabile alleanza di governo con il partito di estrema destra Fpö guidato da Heinz-Christian Strache.

Non c'è bisogno di aspettare i risultati definitivi per capire che il vincitore è lui, mentre negli exit poll socialdemocratici ed estrema destra si rincorrono per un po' a caccia del secondo posto. Con Kurz, il partito conservatore sia avvia verso un trionfo con il 31,7% dei consensi, guadagnando quasi l'8% rispetto alle elezioni del 2013. Un'impennata senza paragoni per un partito presente in Parlamento dal 1945. Saranno invece i voti per corrispondenza a decidere il testa a testa per il secondo posto tra i socialdemocratici del cancelliere uscente Christian Kern (al 26.8%) e l'estrema destra di Heinz Christian Strache (26%).

"Grazie mille per la fiducia. Oggi non è un trionfo sugli altri, ma un'opportunità per il cambiamento. Ci assumiamo la responsabilità con grande umiltà", è il primo del comandante Kurz. L'umiltà, però. Non è certo la cifra del suo percorso. Piuttosto l'ambizione, che lo ha portato ad assumere un ruolo da protagonista nell'Övp alla tenera età di 23 anni. Due anni dopo fu nominato sottosegretario all'Integrazione; a 27 anni era ministro degli Esteri; e da luglio scorso ha assunto la presidenza del partito. La sua esperienza di lavoro nel privato è minima e non ha ultimato i suoi studi in Legge. Nonostante il curriculum scarno, già mesi prima di assumere la guida del partito i media austriaci lo citavano come la grande o unica speranza per una formazione politica che nei sondaggi si attestava ai minimi storici e faceva parte di una coalizione di governo con i socialdemocratici assediata dai conflitti interni e dall'ascesa dell'Fpö. A seguito della rinuncia dell'ex leader del partito, Kurz ha respinto l'offerta del socio di governo socialdemocratico di mantenere in vita la Grande coalizione, ha chiesto elezioni anticipate e ha assunto la presidenza dell'Övp, imponendo un cambiamento di statuto che gli ha dato pieni poteri per decidere incarichi, candidature e strategie.

Con Kurz come nuovo leader l'Övp ha guadagnato in poche settimane dieci punti percentuali nei sondaggi, cioè più o meno la stessa quantità di consensi persa dall'Fpö, e si è scatenata una vera Kurzmania. Il suo cavallo di battaglia è la politica restrittiva su immigrazione e asilo, a proposito della quale ha chiesto all'Unione europea di prendere esempio dalla strategia dell'Australia di internare direttamente sulle isole i rifugiati intercettati in mare mentre provano a raggiungere le coste.

Il governo italiano conosce bene il golden boy austriaco, che sulla propaganda dei controlli al Brennero ha costruito della sua fortuna. Quando era ministro degli Esteri, infatti, è stato protagonista di un braccio di ferro che ha portato i due paesi sull'orlo di una crisi diplomatica. L'ultima puntata risale ad appena due giorni fa, con l'inaugurazione di un checkpoint ferroviario alla frontiera con l'Italia.

Dal punto di vista economico, Kurz difende l'abbassamento delle imposte per la classe media e le imprese, oltre a promettere una riduzione del debito a lungo termine, in parte riducendo le sovvenzioni e la spesa sociale che, assicura, non fa che provocare l'arrivo di immigrati e rifugiati. "In Austria, come è già avvenuto in altri Paesi europei, assistiamo a una forte svolta a destra, che evidentemente non favorisce i movimenti socialdemocratici", ha detto commentando il risultato elettorale

È però agli estremisti del Fpö, secondo gli analisti, che spetterà il ruolo di kingmaker della politica austriaca. Così è già stato per la campagna elettorale, la cui agenda è stata dettata dalla formazione xenofoba e ultranazionalista che ha imposto i temi dell'immigrazione e della paura per l'islam radicale. Se entrerà nell'esecutivo, Strache diventerà il primo politico europeo con un background neonazista a sedere nel governo dalla Seconda guerra mondiale. Definire oltranziste le sue posizioni sull'immigrazione è poco: ai migranti, secondo il suo programma, devono essere immediatamente chiusi i rubinetti del welfare. Come ministro degli Esteri ci si aspetta che il partito si impunti su Norbert Hofer, il candidato dell'estrema destra che fu battuto dal verde Alexander van der Bellen nelle elezioni di dicembre. In quell'occasione l'Europa tirò un sospiro di sollievo. Ora non le resta che guardare a Kurz con un misto di speranza e diffidenza: solo il tempo dirà se l'enfant prodige dell'Austria sarà in grado di assorbire e contenere l'anima nera che già spinge per ottenere di più.

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