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Politica

Gentiloni, Boschi, Finocchiaro: chi sapeva dei tre della mozione Pd contro Bankitalia?

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"Ma Paolo lo sa?". E' martedì 17 ottobre, sono passate da poco le 14, il treno di Matteo Renzi parte da Roma per girare l'Italia, in Senato invece il ministro Anna Finocchiaro urla al telefono con Maria Elena Boschi. "Ma Paolo lo sa?". Paolo è Gentiloni. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio assicura di sì: Paolo sa della mozione del Pd contro Bankitalia. Ma è tardi. La mozione sta per arrivare in aula alla Camera. Finocchiaro è fuori di sé dalla collera: lo ha saputo all'ultimo minuto. Ma anche Gentiloni lo apprende solo all'ora di pranzo di martedì, pur conoscendo a menadito la posizione di Renzi sul tema caldo delle banche e sull'operato del governatore Ignazio Visco (è scritta nel libro del segretario Pd).

Chi sapeva? Chi non sapeva e quando lo ha saputo? Non è questione di lana caprina, ma l'origine del 'fattaccio' che ha lacerato il rapporto tra Renzi e il suo 'giglio magico', da una parte, e il governo Gentiloni e il Quirinale, dall'altra. Oggi è lo stesso segretario del Pd a tornare su questo dettaglio fondamentale di tutta la storia, spargendo altro sale sulle ferite.

"Il governo sapeva" della mozione, dice il segretario del Pd intervistato dal Quotidiano Nazionale. Però a sera, ospite di Lilli Gruber a 'Otto e mezzo', specifica di più: "Tecnicamente il vice-ministro Baretta" sapeva. C'è una bella differenza: Baretta è intervenuto infatti dopo l'allarme di Finocchiaro. Ma su questo diremo tra un po'.

"C'era una mozione su Banca d'Italia - continua Renzi a 'Otto e mezzo' - il Pd ha fatto una mozione, il governo per bocca del viceministro Baretta ha chiesto di riformularla. Tutti non solo erano informati, ma hanno discusso". Per quanto riguarda Gentiloni: "Il presidente del Consiglio mi ha telefonato nel pomeriggio di martedì per sottolineare come secondo lui avesse dei punti da cambiare. E io penso che il segretario del principale partito di maggioranza debba sempre supportare il governo e l'abbiamo cambiata".

Torniamo al Senato, sempre martedì 17 ottobre. Dopo la telefonata con Boschi, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Finocchiaro si catapulta alla Camera nello studio di Ettore Rosato, il capogruppo Pd che nel frattempo è già rientrato dal suo breve tour sul treno di Renzi. Rosato infatti ha viaggiato sul 'Destinazione Italia' solo fino alla prima tappa a Fara Sabina: da lì è tornato subito a Roma per mandare avanti il blitz su Bankitalia che ha fatto arrabbiare tutti, da Palazzo Chigi al Quirinale fino alla Bce. "Non è un blitz: il Pd ha il diritto di dire la sua su Bankitalia", rivendica ancora oggi Renzi.

Insomma, Finocchiaro incontra Rosato e d'accordo con Gentiloni, riesce ad ammorbidire il testo della mozione. E' il sottosegretario Baretta che "tecnicamente" chiede la modifica in aula. Modifica accordata, la mozione viene votata, ma il cortocircuito di mancanza di condivisione e informazione ha già prodotto i suoi effetti. Ora Renzi continua a insistere: "Non ho fatto il nome di Visco, ciò che decide Gentiloni va bene... Però che cosa ho toccato? Io sono sempre il solito, non è che sono nato rottamatore e sono diventato il difensore delle magagne del sistema. Un partito di sinistra come il Pd tra stare con il governatore e con i banchieri e stare con il ceto medio, ha il diritto di stare con il ceto medio. Il Pd deve stare con i risparmiatori". A Gentiloni tocca raccogliere i cocci e tentare di gestire il 'terremoto'.

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