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Politica

Il caso-Giordana, M5s, e la "sindrome da accerchiamento" dalle procure

Filippo Alfero Sync / AGF
Filippo Alfero Sync / AGF 

Il cielo su Torino è denso di fumo. I roghi che assediano valli e montagne del Piemonte preoccupano le popolazioni. La centralina di Arpa ha registrato una concentrazione di 354 microgrammi al metro cubo, 7 volte la soglia massima, ma oltre roghi e inquinamento dell'aria la notizia che ha risvegliato i palazzi del potere sabaudo sono state le dimissioni di Paolo Giordana, il capo di Gabinetto della Sindaca Chiara Appendino, uomo forte e di fiducia, fino a qualche tempo fa, della prima cittadina e grande artefice dell'introduzione della giovane Sindaca nelle stanze del potere amministrativo di Palazzo Civico.

Non c'è pace per il M5S torinese e per la Giunta Appendino, da quel tragico 3 giugno, le difficoltà sono aumentate, come le contraddizioni e una serie di inchieste giudiziarie hanno minato la fiducia e il consenso. Solo una settimana fa l'avviso di garanzia per Chiara Appenino, l'Assessore al Bilancio Sergio Rolando e il capo di Gabinetto Paolo Giordana e oggi lo stesso Giordana viene travolto da una nuova vicenda: le intercettazioni che lo vedono coinvolto per la richiesta di un intervento presso l'amministratore delegato della Gtt Walter Ceresa per fare togliere una multa a un amico.

Episodio incredibile se si pensa a ciò che accade nell'ambito di altre inchieste che coinvolgono amministratori pubblici e politici, ma che hanno determinato le dimissioni del capo di Gabinetto rese note, dopo essere stato sentito dai magistrati sulla vicenda Ream in cui è indagato per falso ideologico in atto pubblico. E il Pd va all'attacco anche dell'Ad di Gtt, già nell'occhio del ciclone per dissesto finanziario e inchieste giudiziarie. Il Senatore Stefano Esposito e il capogruppo a Torino Stefano Lo Russo chiedono un passo indietro al manager. "Sono convinto della correttezza del mio operato e lo dimostrerò nelle sedi opportune. Mi preme, più che ogni altra cosa, tutelare la Città di Torino e l'Amministrazione. Per questa ragione ho prontamente rassegnato le dimissioni nelle mani della Sindaca" ha detto Giordana dopo il suo passo indietro.

Le sue dimissioni sono state subito accettate dalla Sindaca, atto dovuto, che pur "umanamente dispiaciuta per la persona", nel ringraziare Giordana per "aver messo al primo posto l'interesse della Città", ha dato l'impressione che fosse preparata a una svolta e non particolarmente affranta. Questo passaggio per certi versi potrebbe portare ad una maggiore coesione nella squadra di governo cittadino, del Consiglio e nello stesso Movimento che ha sempre espresso, in forme sottili ma evidenti una certa insofferenza, nei confronti del Capo di Gabinetto. C'è poi un secondo fronte, la sensazione tra i vertici del M5S di subire da mesi una pressione forte da parte della magistratura torinese. Un'azione combinata e non casuale a sostegno delle forze di opposizione, in particolare del Pd. Un'insofferenza che si percepiva negli umori del Movimento dai leader nazionali alla base, riuniti oggi a Palermo per la marcia del M5S a sostegno di Giancarlo Cancelleri per le elezioni regionali del 5 novembre. Appendino sotto assedio? Il M5S che dopo le dimissioni di Giordana teme sia propria la Sindaca, il nuovo obiettivo del "fronte giudiziario". Per la tensione politica a Torino oltre alle emergenze ambientali è destinata a salire di temperatura.

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