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Politica

Appena in 200 in marcia da Aci Trezza a Catania. Cancelleri va via insieme a Di Maio e Grillo. La piazza si riempie solo la sera per lo show dell'ex comico

ANSA
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È una festa senza il festeggiato. O per meglio dire, sul più bello, quando la marcia M5s stava per entrare nel vivo, il candidato governatore siciliano Giancarlo Cancelleri sale su un pulmino e va via lasciando gli invitati sul Lungomare di Acicastello senza un punto esatto di riferimento. Un po' smarriti, gli attivisti sanno solo che devono camminare per altri otto chilometri e arrivare a Catania, a piazza Università, dove in serata c'è un comizio, decisamente più partecipato rispetto alla marcia azzoppata che conta meno di duecento persone.

Qualcuno lungo il percorso cerca i big: "Dove sono andati tutti?". E infatti, insieme a Cancelleri, dopo un chilometro e mezzo, anche Beppe Grillo e Luigi Di Maio si dileguano a bordo di questo pullmino battente bandiera M5s e alle loro spalle rimangono i pochi attivisti in marcia, che chilometro dopo chilometro diventano sempre di meno. Solo una manciata di militanti arriva a destinazione, tra loro Alessandro Di Battista e Carlo Sibilia: "Eh, ma undici chilometri sono tanti...". Si prova così a giustificare la scarsa partecipazione e l'immagine di un corteo molto poco corteo, sembra più una passeggiata in ordine sparso, durante la quale qualcuno un po' annoiato lascia e prende un taxi. Grillo sarebbe dovuto tornare per chiudere la marcia ma pare che un'influenza lo abbia costretto a fermarsi in albergo per poi apparire in piazza più tardi: "Siamo qui per liberarvi di nuovo". Gli attivisti fanno un'ovazione, si fanno sentire, da tempo piazza del'Università, dicono, non si vedeva così piena. Colpisce ancor di più se si pensa che Catania è la città di Nello Musumeci, il candidato del centrodestra.

Resta però la delusione per un'iniziativa, quella della marcia, dall'alto valore simbolico, deflagrata in un flop. Eppure il pomeriggio era iniziato nel migliore dei modi. La pioggia aveva lasciato spazio a un timido sole, che comunque garantiva una marcia senza troppe complicazioni. Grillo si è fatto attendere un po', non è arrivato attraversando lo Stretto come nel 2012 e neanche su una barca, piuttosto ha scelto un'auto e una volta arrivato ha dato il via al suo show: "Noi prospettiamo un salto di qualità. Se i siciliani capiscono e vogliono tentare di darci la fiducia è un voto di fede. Chi siamo in noi? Siamo dilettanti allo sbaraglio? Può darsi. Siamo incapaci, può darsi, ma impariamo". Poi viene fermato dai pescatori di Aci Trezza che ricordano un po' la disperata rassegnazione dei personaggi raccontanti da Verga nei Malavoglia: "Siete l'ultima speranza, ma dovete aiutarci".

Il leader M5s parla senza sosta per cinque minuti, senza prendere fiato, spiega di come la pesca deve diventare tecnologica, di come deve cambiare: "Fra vent'anni ci sarà un peschereccio completamente diverso. Il peschereccio può avere due motori elettrici e una vela rigida e andare senza consumare gasolio quindi non serviranno più i finanziamenti del petrolio". E poi ancora: "Il pesce quando lo congeli emette una scarica acida, quindi il petrolio va nel pesce. Io ho visto delle Farm in Gran Bretagna". I pescatori non sembrano però molto convinti, seguono poco il filo del discorso: "Come ve lo devo dire? Dovete ascoltare i nostri problemi".

Di Maio invece dà un taglio politico al tratto di marcia che percorre e continua a colpire lo sfidante diretto del centrodestra: "Chi vota Musumeci, vota Miccichè". Ma gli occhi sono tutti puntati sul leader M5s, è circondato: "Siate curiosi", dice invitando i siciliani a votare M5s. Cancelleri cammina mano nella mano con la campagna, si posiziona accanto a Grillo ma parla pochissimo.

Gli attivisti in marcia indossano tutti scarpe da ginnastica, jeans e maglietta possibilmente M5s. Alessandro Di Battista, insieme a Paola Taverna, Roberta Lombardi e a qualche altro deputato, cammina fino alla fine: "Più persone vanno a votare, più possibilità abbiamo di vincere e di ridurre gli impresentabili", va dicendo. Il candidato governatore e Di Maio sono gli unici due in abito. E con le loro scarpe poco adatte a marciare vanno via verso Augusta, dove c'è un altro comizio in programma. "Ma ad Augusta non potevano andare un altro giorno, dal momento che oggi c'era la marcia?", domanda un deputato arrivato per questa marcia che doveva essere una festa. Ma qui gli invitati sembrano parlare la lingua di Vittorio Gassman nei Soliti Ignoti: "M'hanno rimasto solo...".

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