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Politica

Assalto alla legge di bilancio: fronda dei cattodem del Pd sul bonus bebè, con l'avallo di Renzi

LightRocket via Getty Images
LightRocket via Getty Images 

Anche Matteo Renzi non si esime dal sollevare fronti sulla legge di bilancio all'esame del Senato. Seppure stavolta indirettamente. C'è il sostegno del segretario del Pd infatti alla nota con la quale alcuni senatori dell'area catto-Dem protestano contro la cancellazione del bonus bebè dalla manovra economica, cancellazione decisa dal governo Gentiloni e già denunciata dagli alfaniani. Dopo quello (ancora aperto) su Bankitalia ed età pensionabile, si apre un nuovo 'caso' tra il Pd di Renzi e l'esecutivo.

"La scelta del Governo di non rifinanziare il bonus bebè e di non considerare alcune proposte auspicate da diversi senatori come l'innalzamento della soglia di reddito di ogni figlio, affinché continui ad essere considerato a carico, e del contributo forfettario a favore delle famiglie numerose, appare incomprensibile e non condivisibile", scrivono i senatori Pd Lepri, Di Giorgi, Cociancich, Collina, Cucca, Dalla Zuanna, Fasiolo, Fattorini, Favero, Lanzillotta, Marino, Moscardelli, Pagliari, Orru, Saggese, Santini, Scalia.

I cattodem del Pd sono insomma la 'front line' del segretario per chiedere modifiche alla manovra: in campagna elettorale soprattutto, la cancellazione del bonus bebè costa molto in termini di consenso. Tanto che sulla stessa questione si sono già mossi gli alfaniani, scontrandosi con il no del governo per penuria di risorse. Ora, a ruota, seguono i cattodem del Pd: stessa area cattolica di riferimento elettorale rispetto al partito di Alfano. Annunciano anche loro "emendamenti per rendere la manovra di bilancio coerente con le indicazioni di Matteo Renzi, che ha individuato nel maggiore sostegno per i figli a carico una priorità assoluta".

Insomma, pur con la disponibilità di Denis Verdini a votare la legge di bilancio, l'iter del testo a Palazzo Madama si annuncia complicato. Come da previsioni, sulla manovra economica si stanno scatenando gli appetiti elettorali di tutti: dai gruppi di opposizione, come Mdp che è appena uscita dalla maggioranza, fino a quelli che in teoria dovrebbero sostenere il governo, compreso il segretario del partito di maggioranza relativa, il Pd.

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