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Esteri

La jihad dei lupi scesi dal Caucaso

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Cecenia, Uzbekistan, Daghestan, Kazakistan, Tagikistan, Inguscezia...Sono il "lupi solitari" discesi dal Caucaso. I loro "fratelli maggiori" si sono addestrati combattendo in Afghanistan, per spostarsi poi in Siria e Iraq. I più capaci sono entrati nella ristretta cerchia dei comandanti militari del "califfato" di Abu Bakr al-Baghdadi. Ma altri hanno preso strade diverse che li hanno portati oltre Oceano. Negli Stati Uniti. E qui sono stati accolti senza problemi, perché nei loro trascorsi c'erano "medaglie" appuntate dalla Cia ai tempi in cui i mujahiddin caucasici erano funzionali, e per questo armati, per sconfiggere l'Armata Rossa in Afghanistan. Alcuni sono entrati come rifugiati, altri sono di seconda e terza generazione. Sono bianchi, non si chiamano Ahmed o Mahmud o Ali, non corrispondono all'immagine che un cittadino americano ha del potenziale terrorista jihadista, che non può che essere arabo, imporre il velo a mogli e figlie, passando il tempo a pregare in direzione della Mecca.

E poi c'è da credere al Presidente, che ha fatto della guerra all'Isis un impegno prioritario. Nel contestato" Muslim-ban" voluto da Trump, il divieto d'ingresso negli Usa riguarda persone provenienti da sette Paesi a maggioranza musulmana (Iran, Iraq, Sudan, Siria, Libia, Somalia e Yemen) , ma dei luoghi d'origine dei lupi caucasici non si fa menzione. C'è il retaggio di un passato in cui "il nemico del mio nemico è un mio amico", anche se quell'amico si chiamava Osama bin Laden. Ed ora l'America si scopre sorpresa, vulnerabile agli artigli dei lupi caucasici. I "wanted" riguardano sempre e solo arabi. Alcuni dei lupi caucasici hanno frequentato moschee radicali, per altri, la maggior parte, l'indottrinamento è avvenuto attraverso la Rete, navigando tra le centinaia di siti legati alla galassia jihadista dove si apprende l'"arte" di costruire una bomba in casa o si ricevano le indicazioni operative su come sviluppare, ad esempio, la "car jihad": a Nizza, Berlino, Barcellona. E ora, a New York. Ad entrare in azione, a poche centinaia di metri dal Ground Zero, è stato un ventinovenne, Sayfullo Habibullaevic Saipov , di origini uzbeke,: vive a Tampa, in Florida, e sarebbe arrivato negli Stati Uniti dal 2010. E' stato neutralizzato dalla polizia un chilometro dopo la strage, mentre gridava ''Allahu Akhbar''. Saipov era solo, "un lupo solitario", secondo la polizia, anche se per un certo tempo si è temuta la minaccia di un secondo uomo armato in giro per Battery Park, all'estremo sud di Manhattan. Non "solitari" ma a coppia, agirono i fratelli che seminarono morte e terrore alla Maratona di Boston. Era il 15 aprile 2013. Lupi "caucasici" anche loro.: Džochar Anzorovič Carnae e Tamerlan Anzorovič Carnaev, Con sette anni di differenza, i due fratelli sono nati in diverse repubbliche dell'ex Unione Sovietica, per metà ceceni e per metà avari. Immigrarono negli Usa rifugiati nel 2002. I due fratelli ceceni erano arrivati negli Stati Uniti da Makhachkala, capitale della repubblica caucasica del Daghestan, che fa parte dell'Emirato sognato dagli estremisti.

La famiglia cecena dei terroristi cresciuti negli Usa era giunta a Makhachkala dal Kirghizistan, un'ex repubblica sovietica dell'Asia centrale dove Stalin deportò migliaia di ceceni dopo la seconda guerra mondiale. Non erano arabi, i Carnaev, e non ebbero problemi ad ottenere lo status di rifugiati e a integrarsi. Non erano comunisti, e provenivano da paesi che lottavano contro l'espansionismo russo in Asia. Proprio fra Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan compie le sue prime gesta, Juma Namangani, che poi morirà in Afghanistan combattendo al fianco dei talebani. Il diannovenne Džochar Anzorovič Carnae , nella sua pagina Facebook condivideva link che rimandavano a siti esclusivamente in lingua russa frequentati da giovani musulmani. I suoi interessi: "Tutto quello che concerne la Cecenia", "I Ceceni", "Le Moschee", e "l'Islam". Ci sono molte ragioni per cui i musulmani portano rancore verso gli Stati Uniti", annota Gulnara Rustamova, un avvocato per i diritti umani che difende i salafiti in Daghestan, "Gli americani uccidono i musulmani, in Afghanistan e Iraq. Questa potrebbe essere la ragion Secondo Peter Bergen dell'Arizona State University, i combattenti dell'Isis provenienti dall'ex Unione Sovietica sono circa settemila, un "marchio russo" che ha plasmato profondamente i vertici del Califfato, a partire dal ceceno Omar al-Shishani, l'Emiro rosso (per il colore della barba) a capo delle forze armate dell'Isis dal 2014, poi ucciso in un raid lo scorso marzo a Shirqat, in Iraq. Altro ceceno in Siria è Salahuddin Shishani, che si proclama l'emiro di Imarat Kavkaz, l'Emirato del Caucaso. Divenuto leader di Jaysh al-Muhajirin wa al-Ansar in sostituzione di Abu Omar al Shishani, Salahiddin è alleato di al Qaeda e in Siria è schierato con an Nusra. Nel giugno 2013 le autorità russe denunciarono l'arruolamento di 1700 ceceni tra le fila dell'Isi . A settembre dello stesso anno venne registrata la presenza del battaglione caucasico Al-Mukhadjirin (letteralmente "gli immigrati") nella città do Aleppo, agli ordini dal ceceno Abu Abdurakhman. Secondo Musa Muradov, corrispondente del Kommersant, a rimpolpare il numero dei caucasici in Siria sono stati però i ceceni della diaspora, che lasciarono il paese durante la guerra trovando spesso asilo in Europa. L'importanza dei caucasici in Siria è testimoniata dal fatto che uno dei capi dell'Isis sia stato Abu Umar al-Shishani, ucciso il 14 marzo 2016 il cui vero nome era Tarkhan Batirashvili, georgiano convertito all'Islam. I foreign fighters delle repubbliche asiatiche sono al terzo posto, dopo quelli maghrebini ed europei. L'Isis ne ha reclutati più di quanto fecero i mujaheddin afghani e Al Qaeda durante l'invasione sovietica dell'Afghanistan. La lunga guerra per l'indipendenza della Cecenia è terminata nel 2009 con la sconfitta dei separatisti, ma anche dopo la fine del conflitto si erano verificati attacchi terroristici, come quello del 2010 alla metropolitana di Mosca o del dicembre 2013 a Volgograd, a pochi giorni dalla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali di Sochi". Solitari o meno, l'attacco di New York riporta l'attenzione sulla presenza di cellule legate allo Stato islamico o più in generale alla nebulosa jihadista negli Usa. Un passo indietro nel tempo. Aprile 2015: sei arresti vengono eseguiti tra il 18 e il del mese tra il Minnesota e la California in relazione a un'indagine per terrorismo su giovani che si sono recati o hanno tentato di recarsi in Siria per combattere in milizie islamiste, tra cui l'Isis. Secondo le autorità, alcuni residenti del Minnesota si sono recati in Siria per combattere con i militanti nel corso dell'ultimo anno e almeno uno di loro è morto mentre combatteva per l'Isis. Dal 2007 più di 22 giovani somali hanno viaggiato dal Minnesota alla Somalia per unirsi al gruppo terroristico di al-Shabab. La "jihad" negli Usa e contro gli Usa corre anche nel Web. Ventidue Marzo 2015: Nuova minaccia dell'Is contro l'America. In un post pubblicato sul web si lancia un appello "a tutti i fratelli residenti negli Usa", militanti o aspiranti jihadisti, perché uccidano 100 militari americani che hanno partecipato alla lotta contro lo Stato islamico. Cento persone indicate una per una con nome e cognome, pubblicandone anche le foto e i presunti indirizzi. una vera e propria "black list" rivelata dal Pentagono e dall'Fbi, che hanno confermato la notizia riportata in origine dal "New York Times. Secondo l'intelligence americana, tra i circa 20 mila comb"attenti stranieri che si sono uniti all'Isis in Iraq e Siria ce ne sono circa 3.400 giunti da Paesi occidentali, tra cui alcuni degli oltre 150 americani che avrebbero tentato di farlo. Indagini su possibili collegamenti tra l'Isis e cittadini americani sono aperti in 50 Stati. Due ottobre 2017: l'Isis rivendica con un comunicato sul web la strage a Las Vegas. Lo rende noto il Site, il sito che monitora le attività jihadiste sul web. "L'esecutore dell'attacco a Las Vegas è un soldato dell'Isis - si legge nella rivendicazione -. Ha eseguito l'operazione in risposta all'appello a prendere di mira i Paesi della coalizione". Stephen Paddock, il "killer di Las Vegas, si è convertito all'Islam mesi fa". E' quanto si legge su un secondo comunicato dell'Isis, trasmesso da Amaq, l'organo di propaganda dello Stato islamico, citata dal Site.

Il 21 giugno del 2015 quattro regioni del Nord dell'Emirato del Caucaso hanno giurato fedeltà ad Abu Bakr al-Baghdadi, , il quale ha accettato il giuramento e ha annunciato anche la creazione di alcuni "uffici di Isis" nella regione. In quell'occasione il portavoce dello Stato Islamico, Abu Muhammed al-Adnani, ha sigillato l'affiliazione pubblicando su You Tube una dichiarazione nella quale ha annunciato egli stesso la nascita del "Governatorato del Nord Caucaso", confermando che a guidarlo è Abu Muhammad al-Qadari, al secolo Rustam Asilderov, leader del Caucaso del Nord e uno dei capi militari dello Stato islamico nella repubblica russa del Daghestan. L'annuncio di Al Adnani ha seguito di alcuni giorni altre adesioni al Califfato: pochi giorni prima i leader dei gruppi islamici delle regioni di Dagestan, di Cecenia, Inguscezia e KBK (Kabarda, Balkaria e Karachay) si erano infatti riuniti sotto la bandiera nera dell'Is. I "lupi caucasici" non hanno confine nel seminare terrore. 28 giugno 2016: un commando terrorista entra in azione all'interno dell'aeroporto Ataturk di Istanbul. E' un massacro: i morti sono 43, oltre 230 i feriti. Qurantott'ore dopo, le teste di cuoio turche uccidono tre membri del commando: un russo della repubblica del Daghestan, un uzbeco e un kirghiso. Uno dei tre attentatori è stato identificato con il nome di Osman Vadinov, arrivato in Turchia nel 2015 da Raqqa, capitale dello Stato Islamico in Siria. L'uomo sarebbe stato il primo degli attentatori a farsi esplodere dopo aver sparato con un kalashnikov all'ingresso dell'aeroporto. "Le organizzazioni terroristiche, che siano Isis o altre, vogliono una grande esplosione come quella dell'11 settembre. Vogliono tirare giù arerei e su questo le fonti di intelligence sono chiare. Al momento hanno bisogno di finanziarsi e di restare visibili e tenere impegnati i loro membri. Per questo usano azioni minori", usando coltelli o furgoni. A lanciare l'allarme è il sergretairo della Sicurezza Interna Usa - Homeland Security – Elain Duck, durante un intervento all'ambasciata londinese. L'attacco a Manhattan rende "profetiche" queste considerazioni. New York, Boston, Istanbul, Mosca...I lupi caucasici hanno lasciato Raqqa e Mosul. Agiscono, fanno proseliti, preparano attentati in grande stile e intanto mietono vittime con i "furgoni della morto". Sono loro, la spina dorsale della Jihad globale.

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