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Politica

Beppe Grillo teme un'ondata di cause, mano tesa agli espulsi: rientro in M5S e candidatura

Reuters Photographer / Reuters
Reuters Photographer / Reuters 

Una mano tesa per arginare una valanga di ricorsi in tribunale. La Stampa scrive che Beppe Grillo, d'accordo con Davide Casaleggio, ha dato mandato all'avvocato Paolo Morricone di proporre una transizione ampia a 23 ex iscritti napoletani che in massa furono messi alla porta dal Movimento e impegnati in una battaglia legale che si protrae da oltre un anno sotto la guida dell'avvocato Lorenzo Borrè, ormai un vero e proprio sinonimo di grane giudiziarie per Grillo.

Nel luglio 2016, la prima sentenza conferma che le espulsioni sono irregolari e ordina con provvedimento cautelare il reintegro degli attivisti. I giudici accolgono la tesi dei ricorrenti, secondo i quali il regolamento del 2014 che dà potere di espulsione al capo politico è illegittimo perché non ratificato dall'assemblea degli associati (gli iscritti in Rete) "come previsto per ogni decisione - sostiene Borrè - dall'originario non-statuto, datato 2009 e voluto da Gianroberto Casaleggio". Passato oltre un anno, come raccontato dal Corriere del Mezzogiorno, l'avvocato Morricone ha formulato una proposta per attuare il reintegro e chiudere la faccenda.

L'ipotesi di transizione, formalizzata davanti al giudice civile in camera di consiglio, scrive il quotidiano torinese, prevede il rientro degli attivisti, il pagamento delle spese legali (circa 10 mila euro) e la garanzia di poter partecipare alle primarie per le candidature alle prossime politiche. Un posto, o quasi, in lista che in realtà è semplicemente conseguente alla loro riabilitazione. Sembrerebbe una vittoria su tutti i fronti. E invece non è così.

Il gruppo dei ricorrenti si è spaccato: in quindici hanno accettato la transizione, una soluzione considerata minimalista da Borrè che per questo ha rinunciato al mandato di difenderli. Gli altri - che l'avvocato continua ad assistere - non si accontentano: un gruppo di cinque chiede anche l'annullamento del regolamento, mentre due non intendono rinunciare all'invalidazione delle primarie napoletane del 2016 da cui si considerano "illegittimamente esclusi".

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