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Politica

Luigi Di Maio va a Washington per illustrare "l'altra politica" del Movimento. "Prenderemo il 40%, temo solo l'indifferenza"

Reuters Photographer / Reuters
Reuters Photographer / Reuters 

Il ritorno in tv per la prima volta dopo il mancato faccia a faccia con Matteo Renzi, poi l'aereo per Washington per una programma fitto di appuntamenti e incontri per illustrare le idee e le proposte di M5S, "il primo Movimento d'Europa".

A "Che Tempo Che Fa" il tema più caldo è il confronto tv con il segretario del Pd prima richiesto e poi cancellato all'ultimo. Di Maio spiega che la Sicilia ha cambiato le carte in tavola. "Sapevo che sarebbe andata male per loro, ma non pensavo così male. Io potevo anche andare al confronto forte del risultato della Sicilia, ma non credevo che il Pd e la coalizione di centrosinistra mettessero Renzi in discussione. Cosa dovevo fare, andare al confronto per legittimarlo? Mi dicano chi è il loro leader e ci confronteremo". Quanto al possibile leader del centrosinistra, Di Maio non fa previsioni: "Sono talmente tanti che litigano per il potere e le poltrone anche al punto di suicidarsi politicamente".

Di Maio parla del Rosatellum e spiega che "è una legge fatta in modo per favorire un accordo fra Forza Italia e Pd. Se la sono votata fra di loro per cercare di arginare noi. Ma il 51% in Parlamento non lo avranno. Noi possiamo arrivare al 40% e gli rompiamo il giochetto". Ed ancora: "La cosa che temo di più è l'assenza di speranza da parte dei cittadini nel fatto di riuscire a cambiare le cose. Temo l'indifferenza. Questa è una legge che prova a danneggiarci ma sono sicuro che riusciremo a fare una squadra di Governo e prenderci la responsabilità di governare".

I 5 Stelle presenteranno "nei prossimi mesi" la squadra di Governo, Di Maio spiega il profilo che cercano: "I ministri devono essere competenti nella materia di cui si deve occupare, ma con sensibilità politica. Se fai la riforma delle pensioni o il jobs act devi sapere che impatto avranno sulla gente. Invece noi abbiamo avuto i tecnici che avevano competenze ma non la sensibilità politica, e poi la spartizione politica dei ministeri che ha distrutto la competenza e ha prodotto leggi che nessuno riesce a comprendere come si possano definire buone".

Sul paragone con il Giulio Andreotti fatto da Bruno Vespa, Di Maio replica: "Tutti pensavano, quando sono stato eletto vicepresidente della Camera, che avrei lanciato libri e azzannato deputati e quindi ora sembro Andreotti ma M5S non è un movimento che aggredisce, abbiamo portato avanti il rispetto per le istituzioni". Sul nodo della sua età, il leader dei 5 Stelle dice che "Questo è il momento dei giovani: i presidenti di Austria e Francia sono giovani, c'è una nuova generazione europea pronta a riprendersi la politica".

Di Maio non offre il sostegno dei 5 Stelle alla norma sullo Ius Soli, perché "è una legge pasticciata" e perché "vorrei discuterne a livello europeo" visto che "chi diventa cittadino italiano diventa automaticamente cittadino europeo". Sostegno invece alla legge sul Biotestamento, che "è scritta bene e siamo pronta a votarla, ma Alfano la blocca". Come prima ambizione al Governo, Di Maio indica un cambio di "metodo di azione", partendo dall' "approccio alle ingiustizie. Non tollero che vengano fatte le nomine nella sanità o si creino 8 mila enti molti inutili che poi non sanno cosa fare e rendono la vita impossibile agli imprenditori. Smettiamola di utilizzare i servizi al cittadino, la sanità ma anche la tv pubblica, come lottizzazione".

Luigi Di Maio parla invece della visita negli States sul blog di Beppe Grillo, sottolineando di voler andare a spiegare "il mio progetto di governo e le prospettive".

"Gli Stati Uniti sono il principale alleato italiano, i rapporti commerciali sono strettissimi e sono numerose le eccellenze italiane che negli Stati Uniti contribuiscono allo sviluppo della ricerca internazionale e dell'economia mondiale. Ho principalmente due obiettivi e due messaggi che voglio dare:

1. Ci descrivono come anti-politica, ma noi siamo un'altra politica.

2. Dire grazie alle nostre eccellenze, grazie per la nobile immagine dell'Italia che danno nel mondo".

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