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Politica

Passa la linea di Renzi. Orlando si astiene

Getty Images
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"Siamo alle porte della campagna elettorale e lo sforzo unitario che si chiede all'esterno va praticato all'interno in primis da chi dirige e questo che vuol dire parlare del paese e con il paese". Così Matteo Renzi aprendo la direzione del Pd con il suo intervento. "Con la coalizione che faremo, anche se non fosse la più ampia come io auspico, noi siamo già oggi avanti agli altri". "Il Movimento 5 stelle punta sul reddito di cittadinanza, il centrodestra sulla flax tax, la nostra nuova proposta dovrà partire dall'Irpef", ha detto Renzi. In prima fila ad ascoltare il segretario c'è il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

Il leader dem ha quindi aperto agli ex compagni di partito, guidati da Bersani e D'Alema, con cui "siamo disponibili a trovare punti di equilibrio anche sulla legge di bilancio". "Anche con le persone da cui siamo stati divisi da discussioni e polemiche c'è più sintonia che con gli avversari storici, non solo perché governiamo insieme in 14 regioni ma perché molte cose fatte le abbiamo fatte insieme. Non sarà il Pd a mettere veti o paletti alla coalizione più ampia possibile, forse abbiamo opinioni diverse sulla buona scuola ma non sulla necessità del tempo pieno anche al sud come al nord".

Nessun veto su Mdp, sul movimento di Civati e su SI ma chi vuole rompere non troverà da noi nessuna sponda, dice quindi Renzi spiegando che deve esserci un dialogo aperto con tutti. Con i Verdi, con i socialità, con l'Italia dei Valori e in primis con Pisapia. Ma l'appello è rivolto anche (e soprattutto) ai moderati: c'è un "fronte aperto con l'ala moderata e centrista che rischia di essere risucchiata dal berlusconismo, un film già visto che non rivedremo. E' cruciale che sia coinvolta il più possibile".

"In molti mi hanno accusato in questi mesi di voler perseguire la filosofia dell'uomo solo al comando. Io chiedo a tutti di essere aiutato in questo progetto. E voglio chiederlo in particolar modo a chi ha più dimestichezza. Ho chiesto ad esempio a Piero Fassino di darci una mano perchè nella sua esperienza di segretario Ds ha lavorato a lungo per creare il Pd".

"Noi siamo col treno nel Paese, il Pd è lì e a chi dice cancelliamo il passato per ragionare del futuro, dico che dobbiamo rivendicare con forza quello che abbiamo fatto. Certo ci sono stati limiti e difficoltà ma in questi anni si è prodotto un miglioramento del Paese. Abbiamo recuperato il gap, abbiamo rimesso in moto il Paese e abbiamo tanto da fare. Ma chi si esercita in richieste di abiura di quanto fatto, non si rende conto di dove eravamo tre anni fa", ha aggiunto il segretario del Pd. "La sfida del futuro è una pagina bianca. O la scrive il Pd io il centrodestra".

"Il Jobs Act ha prodotto quasi 980 mila posti di lavoro, il tempo indeterminato è stato certo più forte all'inizio con la decontribuzione, gli incentivi hanno funzionato. Pronti a ragionare su come combattere per meno precarietà e più lavoro a tempo indeterminato" ma senza rinnegare quanto fatto, ha detto Renzi giudicando anche "assurda la critica" alla politica migratoria: "Emerge con forza il calo degli sbarchi, 50mila in meno rispetto a scorso anno poi sappiamo che c'è grande scommessa su Libia e Africa".

Michele Emiliano: "Renzi mi ha convinto". "Segretario mi hai convinto". Lo ha detto, secondo quanto si apprende, il governatore della Puglia Michele emiliano, voce della minoranza dem, nel corso della direzione nazionale del Pd aperta da Matteo Renzi, dicendosi pronto a votare l'odg unitario proposto dalla presidenza.

Orlando: "Verità non autorizza nessuna rimozione". "Dobbiamo in questo momento provare a dire la verità, per quello che sta succedendo in Europa, per quello che sta succedendo in Italia, per quello che è successo ad Ostia. E allora io credo che la verità non ci autorizzi a nessun tipo di rimozione, penso che discutere del risultato delle elezioni in Sicilia avrebbe aiutato anche a mettere a fuoco le modalità con cui affronteremo la prossima sfida elettorale". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, nella sua risposta alla relazione del segretario Renzi durante la direzione del Pd.

"Perchè il dato siciliano non è rilevante tanto per l'esito, quanto per il fatto che in Sicilia si è determinata per la prima volta un fenomeno di voto utile che non premia il Partito Democratico. E questo è un rischio, che in assenza di una proposta politica strutturata anche livello nazionale, in alcune realtà o anche in campo nazionale, si può determinare", ha aggiunto Orlando.

Gli orlandiani si astengono sul documento della Direzione. L'area di minoranza che fa capo ad Andrea Orlando si è astenuta, in direzione Pd, sul documento finale presentato dalla maggioranza del partito.

"Sull'ordine del giorno presentato da Guerini e Martina, cui riconosciamo il lavoro fatto, il nostro voto è stato di astensione perché abbiamo apprezzato lo sforzo fatto da Renzi nella relazione e nelle conclusioni. Ci sono passi in avanti sulla linea innanzitutto in relazione alla coalizione del centrosinistra: verificheremo nei prossimi giorni come verrà data attuazione a questa linea", spiega Andrea Martella, coordinatore dell'area Orlando. La Direzione del Pd ha approvato la relazione di Matteo Renzi senza nessun voto contrario. Quindici gli astenuti, nessun 'no', 164 voti a favore.

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