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Economia

Pensioni, l'accordo non c'è. Governo e sindacati si aggiornano a sabato. Cgil dura, Cisl e Uil più morbide

Corbis via Getty Images
Corbis via Getty Images 

"Distanze significative tra la nostra piattaforma e le risposte del governo". Dopo tre ore di confronto a Palazzo Chigi tra i Confederali e l'esecutivo guidato dal premier Paolo Gentiloni sulle pensioni, Susanna Camusso esprime un giudizio ancora negativo sulle proposte messe sul tappeto. Mancano "pezzi" importanti, secondo la Cgil, che vanno assolutamente recuperati. La questione, poi, dell'aspettativa di vita è "ampiamente insufficiente". Il tavolo si chiude con una nuova convocazione per sabato mattina, quando il governo metterà nero su bianco le proposte elaborate, un "pacchetto" di 7 misure del valore complessivo di 300 milioni di euro. Ma la conclusione dell'incontro di sabato per oggi non si vede: bisogna ancora trattare.

E intanto la legge di Stabilità inizia il suo iter in Parlamento. Secondo fonti sindacali si punterebbe a inserire il capitolo pensioni in seconda lettura alla Camera, nel maxiemendamento su cui porre la questione di fiducia. Dunque, il tempo c'è, ma i giorni sono comunque contati. E soprattutto all'esecutivo serve un segnale forte, per procedere senza scossoni all'approvazione della legge di bilancio. Non a caso Gentiloni, aprendo il confronto, ha detto: "ci sono le condizioni per dare un messaggio positivo. Possiamo vedere se ci sono ulteriori possibilità correttive. Ma questa intesa sarebbe un segnale di collaborazione tra Governo e parti sociali molto positivo per il Paese".

La Cgil non nasconde il suo scontento. Il tempo da oggi a sabato "non va inteso come la definizione di un consenso sulle proposte fatte oggi" sottolinea Camusso. Il nodo più pesante riguarda l'aspettativa di vita: le maglie per ottenere lo stop dell'aumento sono ancora troppo strette. E non solo. "Le risposte del governo – spiega la leader Cgil aprono dei problemi di cambiamento dei meccanismi previdenziali che non sono accettabili".

Per ottenere il blocco dell'innalzamento dell'età non solo bisogna rientrare nelle 15 categorie di lavori gravosi indicati dal governo (le 11 dell'Ape social più agricoli, siderurgici, marittimi e pescatori, che rappresentano però solo un quinto di tutte le categorie), ma bisogna anche avere 30 anni di anzianità, elemento estraneo al sistema, che richiede un minimo di 20 anni per andare in pensione. Oltre alla speranza di vita, per la Cgil mancano risposte sui giovani, il lavoro di cura delle donne e la previdenza complementare privata.

Più "morbide" le altre due sigle sindacali. "Alcune proposte sono molto buone, altre sono da correggere, altre ancora sono assenti" nota Anna Maria Furlan (Cisl), che chiede di allargare la platea dei lavoratori esentati dall'aumento dell'età. Carmelo Barbagallo (Uil) punta tutto sulla trattativa, da portare avanti fino a sabato, per allargare le platee e allentare anche i "paletti" imposti sull'Ape social. Per ora, comunque, i sindacati restano uniti. C'è la piattaforma comune a fare da collante. E c'è la volontà di continuare a giocare un ruolo, soprattutto durante la discussione della Finanziaria, che fino a poco tempo fa qualcuno voleva spazzar via insieme a tutti i corpi intermedi. Ma le pressioni degli iscritti sono forti. Soprattutto sulle pensioni. Non è facile sapere fino a che punto si potrà mediare. Tanto più che le pensioni oggi assumono anche una forte caratura politica sullo scacchiere delle alleanze. Se il governo non metterà sul tavolo qualcosa di molto più sostanzioso nel capitolo dell'età pensionabile, non è affatto detto che quel "segnale positivo" auspicato da Gentiloni arrivi. E non è detto nemmeno che l'unità sindacale regga.

Il fatto è che l'aspettativa di vita, come ha sottolineato il ministro Giuliano Poletti al termine dell'incontro, "è un pilastro della riforma" Fornero. Tradotto: si può ritoccare, ma non cancellare. La stessa cosa avrebbe detto Pier Carlo Padoan al tavolo, aggiungendo che se in Parlamento si introducessero modifiche più pesanti, non si potrebbe escludere una reazione negativa sui mercati. Come dire: meglio una intesa concordata. Ma l'asticella per ora è ancora troppo bassa per i sindacati. Oltre all'allargamento della platea e all'allentamento dei vincoli per lo stop all'aumento dell'età (in origine l'anzianità era di 36 anni), il governo ha proposto l'avvio di una commissione che studi la gravosità delle occupazioni e che valuti la classificazione tra previdenza e assistenza ai fini di una migliore separazione; la revisione del meccanismo di calcolo dell'aspettativa di vita sulla base della media e non delle differenze di picco; sostegno alla previdenza integrativa dei lavoratori pubblici; miglioramento del Fis (fondo integrazione salariale); il riutilizzo delle risorse dell'Ape social per il 2018; il riutilizzo delle risorse per i precoci per il 2018. Ora, 5 giorni per trattare.

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