Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Cronaca

Quelli che "viva Totò"

Ansa/Facebook
Ansa/Facebook 

Messaggi di rispetto, commemorazione e vicinanza umana alla famiglia di Totò Riina continuano a susseguirsi sui social network e nella vita reale. Un inquietante omaggio per quello che per anni è stato il boss di Cosa Nostra.

A mettere in moto la macchina del cordoglio virtuale è stato Salvo Riina, figlio terzogenito di Totò, che qualche ora prima della morte del padre aveva scatenato le prime reazioni con un post sul suo blog personale e con alcuni messaggi sui social network.

Facebook
Facebook 

I commenti ai post spaziano dal semplice tributo all'apologia della figura del boss e travalicano addirittura i confini nazionali:

Instagram
Instagram 

Anche gli altri membri della famiglia Riina non perdono tempo e poco dopo la morte di Totò Riina listano a lutto i propri profili. Maria Concetta, la primogenita, sceglie una rosa nera come immagine del profilo e chiede silenzio utilizzando una fotografia inequivocabile, che guadagna poco più di 60 like:

Suo marito, Tony Ciavarello, ricorda il suocero con un fiocco nero e denuncia come Facebook avrebbe rimosso la precedente manifestazione di cordoglio su segnalazione degli utenti:

Il tributo arriva anche da tanti semplici iscritti a Facebook, che sulle pagine Facebook dedicate al padrino mafioso, piangono la scomparsa di quello che per molti era un vero e proprio esempio. "Li potrai ammazzare una seconda volta sti sbirri di merda", scrive qualcuno. "Grande uomo! Tanta ammirazione, l'unico in grado di gestire veramente l'Italia per anni", gli fa eco un altro utente.

Ma l'ultimo baciamano a Riina non passa solo per il web. A Corleone questa mattina non erano in tanti a voler parlare, ma tra le strade della città il clima non era dei più festosi "Il paese è a lutto. Lo capisce questo? Lasciatelo riposare in pace. Basta". A parlare è un anziano, ma il suo è tutt'altro che un parere isolato. "Non abbiamo nulla da dire - taglia corto un barista - basta con questo clamore ogni volta". Altri aziani seduti sulle panchine non gradiscono domande: "Venite qui a rompere i coglioni. Andatevene via". Un uomo dice. "Se ci fosse lavoro nessuno andrebbe a delinquere. È questo Stato che ci fa diventare grillini e fascisti. Se solo pensasse alla povera gente la mafia non ci sarebbe. Anche Totò Riina non sarebbe diventato mafioso".

Il comune di Corleone è stato sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2016 e molti parenti di Riina vivono ancora tra queste strade, anche se in via Scorsone 24, indirizzo della casa di famiglia, sembra non ci sia nessuno. Ma esiste anche l'altra Corleone e a dargli voce è Pippo Cipriani, sindaco dal 1993 al 2001 e figura di primo piano nella lotta alla mafia. "La morte di Totò Riina non rappresenta la fine di Cosa nostra, vorrei che fosse chiaro. Nessuno esulta per la morte di una persona ma tutti siamo consapevoli che oggi si chiude una pagina di storia pesante, quella delle stragi mafiose. Ricordo che Riina non si è mai pentito". Cipriani fa la differenza tra oggi e il giorno dell'arresto, il 15 gennaio 1993. "Quella fu una data significativa - spiega - era diverso. Oggi parliamo della morte di un boss mafioso".

Intanto la Cei ha annunciato che a Riina non saranno concessi funerali cattolici, ma prima della sepoltura un sacerdote potrà al massimo dire una preghiera e una pronunciare la benedizione.

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione