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Politica

La contro-Leopolda di Mariastella

Flavio Lo Scalzo / AGF
Flavio Lo Scalzo / AGF 

Non è una vecchia stazione ferroviaria ritinteggiata e dal fascino un po' rétro ma il più "prosaico" Excelsior Hotel Gallia di Milano. Non è tuttavia la location a fare la differenza quanto chi ne varcherà l'ingresso. Dal 24 al 26 novembre, nel capoluogo lombardo che deve ancora smaltire l'amarezza per il sogno sfumato dell'Ema per un sorteggio andato male, ci saranno gli ospiti che contano. Rappresentanti di punta del mondo economico, produttivo, sindacale, bancario, professionale e della new-economy parteciperanno alla contro-Leopolda di Forza Italia organizzata da Mariastella Gelmini, proprio mentre a trecento chilometri di distanza il Partito Democratico renziano si riunisce nella vecchia stazione di Firenze per la tradizionale kermesse da cui l'ex premier Matteo Renzi ha lanciato la sua scalata al potere. E dove un'altra Maria - Boschi - è deputata agli onori di casa.

Il parterre, si diceva, fa la differenza e restituisce l'immagine dell'Italia attuale: un centrodestra rinato e rinvigorito, ancora ebbro per la vittoria alle Regionali in Sicilia che - questo l'auspicio - rilancerà la coalizione in vista delle elezioni politiche. Un centrodestra che attrae perché, come si legge in questi giorni su tutti i quotidiani, "Berlusconi è tornato centrale", e ogni ipotesi di governo della prossima legislatura dovrà comunque passare al vaglio di Arcore. Il mondo produttivo, sempre abile nel percepire i repentini cambiamenti del vento politico, è quindi accorso all'evento. "È evidente che c'è delusione per l'operato del Governo Renzi ma al tempo stesso c'è interesse per il Paese. Rispettiamo la terzietà di queste istituzioni e siamo disponibili all'ascolto perché non riteniamo di avere la verità in tasca", dice Mariastella Gelmini all'HuffPost.

Alla kermesse "La voce del Paese" organizzata dall'ex ministra dell'Istruzione e da Paolo Romani ci sono esponenti di tutti la classe dirigente. All'occhio salta prima di tutto la presenza dei principali sindacati: Massimo Bonini, segretario lombardo della Cgil, il segretario nazionale della Cisl Gigi Petteni, l'omologo regionale della Uil Danilo Margaritella. Un tavolo verterà infatti su come far convivere lavoro e flessibilità. La partecipazione dei sindacati - per definizione considerati più affini al mondo della sinistra - a un evento organizzato dal partito di Silvio Berlusconi è forse il segno dei tempi. "Non vogliamo 'brandizzare' i nostri ospiti", si cautela Gelmini, "per noi i sindacati sono interlocutori indispensabili per parlare del mondo del lavoro da posizioni e ruoli diversi. Trovo assolutamente normale dialogare con loro su un argomento che rappresenta il primo punto dell'agenda del Paese".

Ma ci sono anche esponenti di lobby e potentati. Come il mondo delle professioni: presidenti, segretari e membri dei consigli nazionali di ordini professionali e quindi del notariato, della consulenza sul lavoro, dei farmacisti, dei medici, dei commercialisti. Ancora: le associazioni di categoria tra cui spiccano il presidente della Confcommercio Carlo Sangalli, di Confartigianato Giorgio Merletti, della confindustria milanese Carlo Bonomi, della Coldiretti regionale Ettore Prandini. Lo zoccolo duro, detta in altre parole, del sistema produttivo che ha fatto le fortune politiche di Silvio Berlusconi e al quale quest'ultimo torna a parlare da protagonista della vita pubblica.

Ma un evento che verrà chiuso dall'ex Cav domenica a mezzogiorno, prima della sua attesa partecipazione da Fabio Fazio, non poteva non dedicare ampio spazio al tema della casa. Tutti i player del mattone ci saranno: Confedilizia, Assoimmobiliare, l'Ance e anche il presidente dell'ente regionale per l'edilizia popolare Angelo Sala. Perché, ovviamente, il centrodestra non può prescindere dal mattone per costruire e puntellare consenso nazionale.

Che la manifestazione abbia un respiro profondo si capisce però anche dalla partecipazione del mondo bancario, quel settore che per il centrosinistra renziano si è rivelato letale, costato voti e reputazione al Partito Democratico. Victor Messiah di Ubi Banca e Paolo Fiorentino di Banca Carige, Filippo De Felice di Intesa e Alessandro Azzi delle Bcc lombarde i nomi forti del tavolo di sabato 25.

Infine il mondo dell'innovazione con il direttore scientifico dell'IIT di Genova Roberto Cingolani e l'ad di Google Italia Fabio Vaccarono. Due mondi per certi versi nuovi che ben testimoniano la volontà di aprirsi ad aree della società alle quali il centrodestra del passato non ha mai guardato con particolare attenzione. Ovviamente non può mancare, per una kermesse dall'accento lombardo, la Compagnia delle Opere. E poi tutta la schiera dei politici di Forza Italia, con la partecipazione, come detto, del redivivo leader del centrodestra Berlusconi. L'ex premier chiuderà la kermesse, e i top player della classe dirigente italiana lasceranno a lui l'ultima parola. Anche da questo si capisce che Berlusconi è tornato. E non è affatto una buona notizia per il Pd di Renzi, o quantomeno così pare.

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