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Politica

Renzi disegna la coalizione. Sì all'abolizione del superticket avanzata da Pisapia e al bonus bebè chiesto da Alfano, no a Mdp

Barcroft Media via Getty Images
Barcroft Media via Getty Images 

"Numeri alla mano e conoscendo la legge elettorale il Pd sarà il baricentro della prossima legislatura. A mio giudizio il Pd avrà un ruolo fondamentale". Anche all'Eliseo, da Emmanuel Macron stamattina, Matteo Renzi ha spiegato le virtù – dal suo punto di vista – del Rosatellum. Queste sono invece le sue parole a Porta a Porta. Il segretario del Pd registra la puntata in onda stasera appena tornato da Parigi. E lì, nello studio di Bruno Vespa, disegna di fatto la coalizione del Pd per le prossime politiche: da Pisapia, per l'ala sinistra, a Casini, per il centro, passando per Radicali e Verdi.

Il segretario del Pd parla alla vigilia dell'incontro del mediatore Piero Fassino con i rappresentanti di Mdp, fissato per domani ma dall'esito già scontato. L'ex segretario dei Ds incontrerà infatti i capigruppo di Mdp, nemmeno i leader Roberto Speranza o Pierluigi Bersani, men che meno Massimo D'Alema che gli ha subito risposto "no". E poi è chiarissimo l'asse tra la Cgil di Susanna Camusso, che oggi ha rotto col governo Gentiloni sulle pensioni, ed Mdp indisponibile ad un'alleanza con il Pd e proiettata sull'assemblea del 3 dicembre per una lista unitaria con Sinistra Italiana e Pietro Grasso leader (forse parteciperà anche Laura Boldrini).

Insomma con Mdp i giochi sono fatti: chiusi. Tanto che Renzi si permette di punzecchiare. Sulle pensioni, dice, "io sto dalla parte del presidente del consiglio che ha fatto una proposta per cercare di raggiungere un accordo. La Camusso rappresenta la Cgil". Se gioca per Mpd? "No. Spesso siamo su posizioni distanti. Ma da qui a definire una grande organizzazione sindacale come un partito politico è ingiusto per la Cgil, oltre che per i partiti". Con Mdp "non sono ottimista ma lasciamo la porta aperta", concede Renzi.

E quindi passa ai contenuti per disegnare quella che sarà la coalizione del Pd con chi ha già avviato un interlocuzione o direttamente con lui (Bonino) oppure con Fassino (Pisapia). Dà l'ok sul biotestamento: "Credo si possa chiudere in questa legislatura, è una legge che abbiamo scritto noi". Sorvola sullo ius soli, benché questa legge figuri tra i "segnali concreti" chiesti sia dal leader di Campo Progressista che dalla Radicale Bonino per chiudere un'intesa con il Pd. Ma in ogni caso sulla nuova cittadinanza e anche sul fine vita farà testo la conferenza dei capigruppo di martedì prossimo in Senato: sarà il banco di prova per capire se il Pd fa sul serio. E cioè se le due proposte di legge verranno calendarizzate per la settimana dal 4 al 10 dicembre, l'unica utile in Senato prima che ritorni la manovra economica per l'approvazione definitiva.

"Sì a superticket e bonus bebè", continua Renzi. Il primo corrisponde ad una richiesta di Pisapia sulla legge di bilancio. Il secondo è una richiesta dei centristi, supportata anche da un emendamento presentato dai senatori cattodem (tra di loro molti renziani come Di Giorgi, Covancich e altri). E poi il Jobs Act.

Su questo Campo Progressista è realista: non si aspetta modifiche in questa legislatura, ma ci sta a discutere un programma per la prossima. L'interlocuzione tra Pisapia e Fassino sta in questi termini e i due si rivedranno giovedì. Sul tavolo, l'elaborazione di un documento ad hoc sul Jobs Act. Renzi ne fissa il perimetro: "Se vediamo la dinamica degli assunti col Jobs Act, via via che scendevano gli incentivi, era maggiore la percentuale degli assunti a tempo determinato che non a tempo indeterminato. Lo riconosco. E allora se Mdp o Ap chiedono di fare un tavolo e discutere di come far sì che si possa aumentare il numero dei lavoratori e che possano essere il più possibile a tempo indeterminato, io ci sto. Ma se mi viene chiesto di abiurare all'articolo 18, io non ci sto".

Il tutto da fare nella prossima legislatura. Insomma un accordo sulla fiducia, diciamo così. Quanto a oggi, intanto, il Pd rispedisce in commissione la proposta di Francesco La Forgia di Mdp per ristabilire l'articolo 18 per le imprese con 5 dipendenti in su. "Proposta di bandiera", la definisce Cesare Damiano, ex Cgil, deputato Dem.

"Nel mondo che sta alla nostra sinistra ci sono 29 sigle, spero e penso che con qualcuno di loro si possa fare un ragionamento serio", dice Renzi. E il candidato premier? "Il candidato premier del Pd lo scelgono gli elettori delle primarie, il premier lo sceglie il presidente della Repubblica. Purtroppo è così, a me sarebbe piaciuto un meccanismo diverso". Insomma, per ora, il candidato premier 'c'est moi'.

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