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Politica

La risposta del M5S sulle fake news: "Il consulente di Renzi autore delle 'inchieste'"

NurPhoto via Getty Images
NurPhoto via Getty Images 

Il Movimento 5 stelle passa al contrattacco, dopo le accuse arrivate ieri da Renzi, nella conclusione della Leopolda, sul fronte delle fake news. "Si parla di siti web sensazionalistici, a sostegno di una o l'altra forza politica, che riporterebbero i medesimi codici di Analytics e di Adsense. E non ci vuole un genio a capire che questi siti nascono spontaneamente", è la tesi affidata a un post siglato M5s sul blog di Beppe Grillo.

"Sul web ognuno, anche per mero scopo di guadagno attraverso la pubblicità, chiuso nella sua stanza può scegliere di aprire più di una piattaforma e pubblicare quel che vuole. Ma ciò non significa - chiariscono i 5 stelle - che ci debba essere un coinvolgimento della forza politica di riferimento".

"Se sono un tifoso di calcio e apro una pagina in cui diffondo notizie false sul Torino non significa che io sia a libro paga della Juventus. Anzi - rilanciano - è una follia solo pensarlo. Speriamo di esserci spiegati. E speriamo che il New York Times e Buzzfeed tornino finalmente ad occuparsi di vero giornalismo".

"Partiamo dai tempi, perchè sono importanti.

Il New York Times, considerato uno dei quotidiani più prestigiosi al mondo, e il sito di notizie Buzzfeed pubblicano, a distanza di tre giorni tra il 21 e il 24 novembre, due presunte 'inchieste giornalistiche', secondo le quali 'l'Italia sarà il prossimo obiettivo di una campagna di fake news'. Nel mirino dei due quotidiani, ovviamente, non poteva che esserci il M5S", ricapitolano i 5 stelle.

"Le due inchieste arrivano, guarda il caso, alla vigilia della Leopolda di Matteo Renzi, quest'anno dedicata, guarda ancora il caso, proprio alle fake news. Entrambi i pezzi, apparentemente indipendenti, nascono però da una ricerca condotta da un tecnico del web non strettamente indipendente, Andrea Stroppa, che di fatti viene citato nei due articoli. In calce, Buzzfeed scrive testualmente: 'Andrea Stroppa,an independent cybersecurity researcher, contributed research for this story. Stroppa has advised former Italian PM Matteo Renzi on cybersecurity issues'. E in effetti è lo stesso Stroppa a reclamare i meriti del proprio lavoro sul suo profilo Twitter", si legge ancora nel post.

"Chi è Andrea Stroppa? E' un giovane esperto informatico, da tempo - scrivono sempre i 5 Stelle - arruolato nella Cys4, la società di sicurezza presieduta da Marco Carrai. Chi è Marco Carrai? E' il braccio destro di Matteo Renzi, nonchè grande sostenitore delle sue campagna elettorali, al quale l'ex premier voleva persino affidare la guida dei servizi segreti italiani. In sostanza, Buzzfeed e il New York Times pubblicano due articoli spacciandoli per inchieste giornalistiche sulle fake news partendo da una ricerca condotta da un dipendente di Marco Carrai, fonte, vista la sua estrema vicinanza a Matteo Renzi, piuttosto discutibile. E lo fanno proprio alla vigilia della Leopolda di Matteo Renzi, aperta all'insegna delle fake news, puntando il dito ancora una volta contro il M5S". "Diciamocelo chiaramente: sembra - è l'accusa dei 5 stelle - un giochino apparecchiato su misura al segretario del Pd, oramai in caduta libera. Ed è molto triste che a prestarsi siano state due note testate giornalistiche come il Nyt e Buzzfeed. Questo, giusto per sottolineare la complessità del mondo delle fake news. Perchè, a ben vedere, quella dei due quotidiani è un'altra fake news sulle fake news. Le due testate avrebbero infatti dovuto approfondire quanto meno la ricerca invece di prendere come oro colato lo studio di un giovane sotto contratto con la coppia Carrai/Renzi. Se lo avessero fatto, magari consultando un esperto in materia realmente autonomo e senza alcuna tessera di partito, avrebbero compreso che l'accusa mossa è priva di ogni logica".

Di Maio: "Preoccupato più dal voto di scambio che da fake news". "Ho letto più volte che sia alcuni quotidiani, sia alcuni leader di partito sono preoccupati per l'esito delle elezioni politiche perché potrebbe essere condizionato dalle false notizie. A me preoccupa più il voto di scambio che le bufale, ma questo non è un tema da sottovalutare". Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento 5 stelle, commenta ai microfoni di '6 su Radio 1' la notizia sulla proposta di legge, a firma Pd, contro le 'fake news'.

"E' per questo - ha precisato Di Maio - che chiediamo che le elezioni politiche del 2018, come fu nel 2006, siano monitorate dall'Osce in modo tale che questo organismo internazionale possa monitorare sia il corretto svolgimento delle elezioni ma anche la campagna. C'è una bruttissima prassi della politica italiana per cui ogni volta che c'è un problema si vuole fare una nuova legge. In realtà per combattere le fake news basterebbe una Rai libera dai partiti, degli editori puliti che gestiscono i giornali e una cultura dell'informazione politica che porti avanti la verità. Se Renzi ha perso il Referendum, ha perso le comunali, le regionali in passato e sta per perdere le politiche è perché pure lui ha governato con le fake news facendo delle promesse agli italiani che non ha mai mantenuto e addirittura diffondendo delle notizie non vere. La scheda elettorale del Senato con cui lui promuoveva il sì al Referendum non è mai esistita".

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