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Politica

"Renzi non ha ucciso nessuno, Grillo sì". Bufera per un post a sostegno di Renzi, il Pd si dissocia

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"Il treno di Renzi non ha ucciso nessuno perché Renzi non ha un treno. La macchina di Grillo invece una famiglia l'ha davvero sterminata". È questo il contenuto della card creata e postata da "Per Matteo RENZI Insieme", una pagina Facebook di sostenitori del segretario Pd ma non ufficialmente collegata alla comunicazione del Partito Democratico, con una community di quasi 20 mila utenti. Il riferimento è all'incidente che nella serata di domenica 26 novembre aveva coinvolto una quarantatreenne di Civita Castellana, investita dal treno che nei giorni precedenti era stato noleggiato per "Destinazione Italia", la campagna elettorale di Matteo Renzi, contrapposto all'episodio di cronaca che nel 1981 vide come protagonista Beppe Grillo, un incidente stradale in cui persero la vita tre persone e per il quale il fondatore del Movimento 5 Stelle è stato condannato per omicidio colposo in Cassazione.

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Da più parti sono immediatamente giunte al Partito Democratico richieste di dissociarsi dal contenuto del messaggio e dai toni della pagina, richieste che il capo della comunicazione del Pd Matteo Richetti ha immediatamente assecondato, commentando direttamente su Facebook il post incriminato: "La cosa importante, decisamente importante, di questo post è una sola: non c'entra nulla con Matteo Renzi, con il Pd, con la nostra idea di dialogo, di rispetto e di dignità". Stessa cosa ha fatto la deputata Giuditta Pini, che qualche commento più giù attacca scrivendo: "Vorrei sapere il nome e il cognome del genio che ha creato questa pagina per potergli dire pubblicamente che lui o lei con il Pd non c'entra niente, oltre che con la politica in generale di cui è chiaramente allergico".

La community collegata alla pagina è gestita da tre amministratori, uno dei quali, Dario Maranga, risulta essere amico su Facebook proprio di Matteo Richetti e di Giuditta Pini, oltre che di molti esponenti dell'entourage comunicativo renziano. L'immagine del profilo lo ritrae accanto a Maria Elena Boschi:

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Nei giorni scorsi, dopo gli articoli di BuzzFeed e del New York Times, il tema delle fake news e della propaganda sleale (e non ufficiale) era stato posto sotto i riflettori dell'ottava edizione della Leopolda. Il debunker David Puente aveva scoperto che il web designer dietro un'ampia galassia di siti che sostengono il Movimento 5 Stelle e la Lega, era amico su Facebook di Luigi Di Maio e di Virginia Raggi. Matteo Richetti, riguardo i rapporti che collegano il Movimento 5 Stelle alle pagine incriminate, diceva: "Ci sono pagine non ufficiali legate al Movimento 5 Stelle e alla Lega che creano contenuti falsi con il tentativo di generare determinati comportamenti, aiutando le forze antisistema con una continua delegittimazione della politica. Tutto questo è un pericolo per la democrazia. [...] È una clamorosa ipocrisia che i 5 stelle dicano che loro non c'entrano, perché si tratta di soggetti più o meno riconducibili a loro".

Con un post sulla pagina ufficiale, il Partito Democratico ha ulteriormente chiarito la sua posizione. "Paradossalmente questo post di cui si discute online nelle ultime ore è una ulteriore occasione per fare chiarezza e dimostrare cosa intendiamo quando proponiamo un patto contro le fake news a tutte le forze politiche - si legge su Facebook - Non possiamo controllare le azioni di ogni singolo o gruppo di persone, ma vogliamo spiegare bene che questo post, questa pagina, questa presenza sulla Rete non ci appartiene, non ha nulla a che vedere con Matteo Renzi, con il PD e con i suoi militanti".

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