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Politica

Due giorni in rosso

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Due dicembre, piazza del Cgil, rossa, ma piazza anche del nuovo soggetto che nasce a sinistra del Pd: "Certo che saremo in piazza con la Cgil" dice il capogruppo di Mdp Francesco Laforgia. In massa, e con tanto di bandiere. Tre dicembre, il battesimo: attorno a mezzogiorno all'Atlantic, palazzetto dell'Eur usato per i concerti, prenderà la parola Piero Grasso, il "ragazzo di sinistra" che guiderà la lista nata dalla fusione di Mdp, Sinistra Italiana e Possibile.

Stesse parole d'ordine su lavoro, precarietà, scuola, in una suggestione, tutta novecentesca, di "cinghia di trasmissione", con le dovute proporzioni, perché Piazza del Popolo non è piazza San Giovanni, luogo delle storiche adunate che da tempo la sinistra non è più in grado di riempire. Ma soprattutto perché è lo schema ad essere rovesciato. In questo radicale mutamento d'epoca e di liquefazione dei partiti, delle loro fondamenta, burocrazie, riti, e - perché no - della loro funzione nella società, neanche le cinghie di trasmissione sono quelle di una volta. E c'è quasi una inversione di ruoli, con la politica che, in questo caso, ha bisogno del sindacato e "trasmette", nel tentativo di ricostruire un'identità, a sinistra del Pd, anche grazie all'azione sociale della Cgil che ha ancora gambe robuste nel paese, anche se non come un tempo.

Un'identità rovesciata, come si è visto con la proposta della sinistra di ripristinare l'articolo 18 sopra i cinque dipendenti: non il famoso "diciassette e mezzo" di cui parlava Bersani, punto di mediazione tra l'abrogazione nel jobs act e il ritorno alla normativa del 1970, ma semplicemente la fotocopia delle proposte sindacali. E così su contratto a tempo determinato, pensioni di garanzia, ammortizzatori sociali. Guglielmo Epifani, predecessore della Camusso in Cgil e ora estensore del programma della sinistra, per molti è il vero regista di questo asse di ferro: "In verità – dice all'HuffPost – non c'è alcuna regia. È evidente che la Cgil apprezza una forza politica che mette al centro il lavoro. E noi siamo una forza che nasce con l'impronta di una critica a questi anni gestiti male: il jobs act, la concertazione ripudiata, gli investimenti".

C'è molta politica, in questa mobilitazione sulle pensioni e non solo, a legislatura finita che vale già come una interlocuzione muscolare col prossimo governo. C'è un blocco sociale che si mobilita, e un soggetto politico che se ne fa interprete. L'attesa è per il discorso di Grasso, che ha ricevuto a palazzo Giustiniani Roberto Speranza, Nicola Fratonianni (Civati era assente per motivi personali): "Fai parlare la tua storia", è il consiglio che gli hanno dato. La storia di un uomo dello Stato e della sinistra, di un combattente intransigente per la legalità, che nel suo intervento spiegherà la ragioni della sua scelta. È questo il valore aggiunto.

Nel suo discorso prenderà forma il progetto di una "sinistra costituzionale", interprete di valori che appaiono negati. Due su tutti, l'uguaglianza e la libertà, parole che dovrebbero comparire nel nome e nel simbolo. Dovrebbero, perché sul simbolo è ancora in atto un lavoro di approfondimento e sarà annunciato la prossima settimana. Al momento l'idea prevede un logo sobrio, col colore rosso e la scritta "Liberi e Uguali con Piero Grasso". Non ci sarà la parola "sinistra" con l'evidente intento di rivolgersi a un elettorato più ampio, in tutte le direzioni: "Grasso – dicono dentro Mdp - è uno che ha catturato Provenzano, ha arrestato i mafiosi. Altro che 'onestà, onestà'. L'onestà e la legalità per lui non sono uno slogan, sono, semplicemente, nella sua biografia".

L'ultima parola sul nome sarà la sua, primo atto di una campagna elettorale caratterizzata da una forte personalizzazione e molto incentrata sul messaggio che trasmetterà il leader. Messaggio di "valori": rigore morale e di attenzione al sociale. Guai a chiamarla Cosa Rossa, che dà il senso di una ridotta identitaria. In parecchi ricordano che anche Romano Prodi, proprio presentandosi al congresso della Cgil di Guglielmo Epifani, disse: "Il vostro programma è il mio programma". Al governo poi le cose furono maledettamente più complicate, ma questo è un altro discorso.

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