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Politica

Salvini: "Non cerco i voti degli skinhead". Ma non chiude a Casapound

Alessandro Garofalo / Reuters
Alessandro Garofalo / Reuters 

"Non cerco i voti" degli skinheads ma quando si scrive sul ritorno del fascismo si praticano fake news per nascondere altri problemi come quelli dell'immigrazione, fiscali e del lavoro. Matteo Salvini, al centro dello scontro politico dopo i fatti di Como, prende le distanze dai naziskin.

E ai microfoni dell'intervista di Maria Latella su SkyTg 24 osserva che in Italia è in corso una "invasione" di migranti che agevola la mafia e le multinazionali ma non il Paese. Ma non chiude a Casapound affermando che chiunque possa dare un contributo per invertire questo percorso, avviato dai vari Letta, Monti, Gentiloni, "è ben accetto".

"Io - aggiunge il leader leghista - non chiedo certi voti, mi interessano i voti di 60 milioni di italiani, il loro cuore e la loro testa che si accorgono che l'immigrazione fuori controllo è un problema".

Di parere opposto Pietro Grasso, oggi incoronato leader della nuova formazione di sinistra, Liberi e Uguali, frutto della fusione tra Mdp, Sinistra Italiana e Possibile. "Dico no - esclama il Presidente del Senato - a inaccettabili intimidazioni: mi ha colpito la rabbia di quei quattro fascisti.

Fascisti, diciamolo. C'è un'onda nera che monta. A partire dalle periferie delle nostre città. E allora è da lì che dobbiamo tornare, è da lì che dobbiamo ripartire". Ma sul tema di come ripartire, e in particolare sulla mobilitazione anti-fascista lanciata dal Pd, e in particolare da Walter Veltroni, che si consuma l'ennesima rottura a sinistra.

Il primo a punzecchiare i dem su questo aspetto è Roberto Speranza: "Dovunque c'è una piazza e una manifestazione che alza la bandiera dell'antifascismo noi dobbiamo esserci. Ma il Pd - attacca il leader di Articolo Uno - deve far cadere le ipocrisie". Duro anche l'ex leader di Sel, Nichi Vendola, sempre a margine dell'assemblea di Atlantico Live, secondo cui "l'antifascismo bisogna manifestarlo ogni giorno lottando per l'uguaglianza e contro le diseguaglianze". "Per combattere il fascismo in tutte le sue forme bisogna costruire le condizioni di una svolta totale e radicale. L'appello di Veltroni - conclude l'ex Governatore della Puglia - è perciò tardivo e indirizzato male".

Ancora più diretto, l'ex Presidente del Consiglio, Massimo D'Alema che attacca frontalmente l'ex Sindaco di Roma e il Pd, osservando che il suo ex partito non riesce più a svolgere la funzione di "argine" al ritorno dello squadrismo. "Penso che ci si debba mobilitare contro i rigurgiti neofascisti che sono intollerabili: bisognerebbe domandarsi, e Veltroni non lo fa, come mai il Paese sia attraversato da questi rigurgiti". E a chi gli chiede se il Pd non è stato un argine, D'Alema replica secco: "evidentemente no".

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