Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Politica

Banca Etruria colpisce ancora a un anno fa al referendum: shock per Renzi e i suoi, poi il contrattacco puntando a Visco in commissione

Pierpaolo Scavuzzo / AGF
Pierpaolo Scavuzzo / AGF 

"La prossima campagna elettorale sarà una battaglia all'ultimo voto. Anche una piccola percentuale farà la differenza. Gli altri non saranno infatti tutti insieme coalizzati come al referendum. E allora dobbiamo organizzarci bene...". A un anno esatto dalla sconfitta referendaria e le dimissioni dal governo, mentre è ancora il caso Etruria a bruciare e a riportarlo sul banco degli imputati, Matteo Renzi tenta il contrattacco: dopo una giornata di silenzio e rabbia sul nuovo caso intorno all'avviso di garanzia per papà Boschi.

Il padre di Maria Elena è accusato di non aver chiarito i rischi di alcune obbligazioni vendute da Banca Etruria a risparmiatori che con il crack hanno poi perso tutto o molto. Qui in ballo non c'è la bancarotta dell'istituto ma la presunta truffa ai risparmiatori: gli stessi che Renzi cerca di difendere incontrandoli dove e come può in giro per l'Italia con il suo treno 'Direzione Italia'. E' un vero shock per il leader. Che, appunto, decide di contrattaccare solo al termine di una giornata convulsa di sfoghi, contatti per decidere la linea da seguire, rabbia per la storia di Etruria, sempre lei, a rovinare tutto.

Il post su Facebook è una vera chiamata alle armi: "Ognuno può dare una mano contro il disfattismo e la disinformazione", scrive il segretario del Pd.

In prima battuta, tutte le tensioni si concentrato sul procuratore di Arezzo Roberto Rossi, subito accusato dall'opposizione di non aver dato notizia della nuova indagine su Pierluigi Boschi nell'audizione di giovedì scorso in commissione. Il pm - già al centro di accuse di conflitto di interessi per la consulenza con il governo e il ruolo di titolare dell'inchiesta su Etruria, caso aperto e poi archiviato dal Csm - si difende con una lettera al presidente della commissione Pier Ferdinando Casini. Probabilmente Rossi verrà risentito in commissione. Anzi, nel pomeriggio, quando al quartier generale renziano lo shock è in qualche modo sotto controllo, sono proprio i renziani a chiedere di riascoltare Rossi, per anticipare le mosse dell'opposizione.

Ma questa richiesta arriva al termine di una giornata convulsa per Renzi. Perché l'accusa di falso in prospetto per papà Boschi è una mina piazzata sotto la fortezza difensiva che il segretario del Pd ha cercato di costruire negli ultimi due mesi sulle banche.

Con il suo giro elettorale sul treno 'Destinazione Italia', infatti, Renzi ha incontrato diversi rappresentanti di risparmiatori danneggiati dai crack finanziari: in Veneto e a Ferrara, in particolar modo. Ha cercato di intercettare le loro preoccupazioni e la loro rabbia di risparmiatori che hanno perso tutto comprando prodotti a rischio suggeriti dalle loro banche e senza gli opportuni avvertimenti del caso. Ecco: ora si scopre che anche Pierluigi Boschi, il padre della sottosegretaria e fedelissima del leader Pd, si sarebbe reso compartecipe di questo meccanismo contorto, sempre secondo l'accusa. Anche lui avrebbe in qualche modo 'truffato' i risparmiatori. L'immagine che Renzi aveva cercato di costruirsi per la campagna elettorale, quella di paladino delle vittime dei crack bancari, ne esce inevitabilmente ammaccata.

E' per questo che, dopo una mezza giornata di silenzio e riflessione, dal quartier generale renziano parte il contrattacco. Interviene la stessa Boschi su Facebook.

"Se mio padre ha commesso reati ne risponderà come privato cittadino. Con tutti i doveri e tutte le garanzie previste dalla legge. Al momento non è neanche rinviato a giudizio. Ma comunque è una sua vicenda personale, certo non del Pd.

Se vogliamo difendere i cittadini che hanno perso i risparmi da Ferrara a Vicenza, nelle Marche come in Toscana, dobbiamo verificare le vere responsabilità. Noi siamo interessati agli atti, non alle strumentalizzazioni.

Qualcuno usa questa vicenda da due anni per attaccare me e il Pd. Io penso che sarebbe più giusto fare chiarezza sugli errori fatti da tanti per non sbagliare più".

La sottosegretaria annuncia anche l'azione civile contro Ferruccio De Bortoli, l'ex direttore del Corriere della Sera che nel suo ultimo libro ha scritto che lei avrebbe contattato l'ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni per chiedergli aiuto per Etruria: la banca del padre.

"Ho firmato oggi il mandato per l'azione civile di risarcimento danni nei confronti del dottor Ferruccio de Bortoli. A breve procederò anche nei confronti di altri giornalisti. Mi spiace dover adire le vie legali contro alcuni giornalisti, non lo avevo mai fatto prima. Nemmeno in presenza di affermazioni evidentemente diffamatorie. Ma credo che sia ormai necessario farlo perché sulla verità dei fatti si pronunci un tribunale in nome della legge. Perché la legge è uguale per tutti, davvero".

La risposta di De Bortoli:

E ora il resto si giocherà in commissione banche: entro Natale. Domani il presidente Pierferdinando Casini riunisce l'ufficio di presidenza per decidere le date delle ultime audizioni, le ultime prima della fine della legislatura. Ma il finale con fuochi di artificio è già scritto.

Da quanto trapela infatti, il 14 dicembre la commissione dovrebbe ascoltare il presidente della Consob Giuseppe Vegas. Il 15 dicembre sarà la volta del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco: rimasto al centro degli attacchi renziani sui crack bancari da quando il segretario del Pd ha iniziato la sua crociata sulle banche. E infine il 18 o 19 dicembre la commissione dovrebbe sentire il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, per le responsabilità politiche.

La campagna elettorale si consumerà sulle scintille che scoppieranno in commissione banche. Scrive Renzi su Facebook:

"Ci sono 61.597 seggi elettorali in Italia. Per ciascun seggio avremo bisogno di un responsabile da subito. Non ci bastano i rappresentanti di lista, ma abbiamo bisogno di volontari per ogni singolo seggio per diffondere il materiale cartaceo o social, per aiutarci nella discussione sul programma, per fare campagna dal basso, per contrastare le fake news e la politica fatta di insulti".

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione