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Politica

Renzi accelera sul biotestamento per stringere con Pisapia, ma lui insiste sullo ius soli, che invece è sul binario morto della legislatura

ANSA
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Il blitz era nell'aria, più che mai necessario per ritrovare una qualche rotta nella nuova 'tempesta Banca Etruria' che infuria intorno al quartier generale di Matteo Renzi. Urgente dare un segnale netto. E' così che la legge sul biotestamento finisce subito in aula, con un colpo di acceleratore deciso dal Pd e comunicato oggi in conferenza dei capigruppo al Senato dal presidente dei senatori Dem Luigi Zanda. L'ordine di scuderia punta dritto sul testo sul fine vita: serve al Pd renziano per cercare di stringere un'intesa elettorale con Giuliano Pisapia, che continua a sfuggire all'abbraccio Democratico. Anche con il blitz di oggi, però, il leader di Campo Progressista non cede. Lui e i suoi insistono sullo ius soli, che la capigruppo ha invece spedito in fondo al calendario: cioè sul binario morto della legislatura.

Il biotestamento è diventato una dei bigliettini da visita elettorali più ghiotti di questo finale di legislatura. Tutti se lo vogliono intestare, a parte la Lega. E oggi in capigruppo se n'è avuta dimostrazione plastica. Zanda chiede di mandare la legge subito in aula. Segue il capogruppo del M5s Giovanni Endrizzi, stessa richiesta. E poi gli altri. Insomma sul fine vita c'è un'ampia convergenza, effetto anche delle aperture di Papa Francesco. L'esame del testo in aula entrerà nel vivo la prossima settimana. Questa settimana infatti è cortissima a Palazzo Madama. L'aula verrà convocata solo fino a mercoledì, in quanto giovedì, vigilia del ponte dell'Immacolata, è l'ultima giornata utile per rivedere i collegi e i senatori della commissione Affari Costituzionali saranno impegnati su questo.

Dopo il biotestamento, l'aula passerà a discutere del regolamento del Senato, testo che prende spunto da una proposta presentata da Zanda la prima volta nel 2005 e poi altre volte, più o meno ogni 3-4 anni, sempre da Zanda, insieme all'attuale ministro Anna Finocchiaro e al senatore di centrodestra Gaetano Quagliariello. Anche su questa proposta, adottata in prima persona dal presidente del Senato Pietro Grasso, c'è una convergenza politica bipartisan. Snellisce le procedure del Senato, vieta i cambi di casacca a legislatura in corso, dovrebbe essere approvato entro il 21 dicembre, almeno secondo quanto deciso oggi in capigruppo. Il 22 dicembre l'aula del Senato sarà impegnata a dare l'ok definitivo all'ultima manovra economica di questa legislatura. E poi?

Poi c'è Natale. La legislatura dovrebbe finire con il panettone. In teoria, il calendario deciso oggi prevede anche la legge per gli orfani di femminicidio, una proposta sui testimoni di giustizia e una contro la propaganda jihadista. Lo ius soli è in fondo a questa lista. Oggi in capigruppo nessuno se l'è intestato, a parte la sinistra. "Non è una priorità", spiega il pentastellato Endrizzi. E nessuno in Parlamento scommette un centesimo sul fatto che arriverà in aula. Men che meno che sarà approvato.

Per giunta, siccome sulla nuova cittadinanza non c'è una maggioranza, figurarsi un'intesa bipartisan, anche dal Quirinale ormai lo ius soli viene visto come una possibile trappola per il governo Gentiloni. Una trappola da evitare, visto che molto probabilmente questo esecutivo potrebbe ritrovarsi in carica per gli affari correnti anche dopo il voto, se – come sembra – dalle urne non uscirà una maggioranza in grado di governare.

Ma proprio lo ius soli è ciò che manca all'intesa tra Pd e Campo Progressista. Dal quartier generale di Pisapia apprezzano l'accelerazione sul biotestamento, ma senza ius soli non c'è alleanza, sottolineano. Il blitz è riuscito a metà.

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