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Esteri

Benjamin Netanyahu soddisfatto. Con Gerusalemme capitale "riconosciuta l'identità storica di Israele"

Ronen Zvulun / Reuters
Ronen Zvulun / Reuters 

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato oggi che "l'identità storica e nazionale di Israele sta ricevendo riconoscimento, soprattutto oggi". Il commento arriva a poche ore dall'atteso annuncio da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump dello spostamento dell'ambasciata statunitense in Israele a Gerusalemme e del conseguente riconoscimento della città come capitale israeliana. Il premier ha fatto queste dichiarazioni durante una conferenza diplomatica a Gerusalemme organizzata dal quotidiano Jerusalem Post, dopo aver tenuto un discorso di 21 minuti in cui non ha mai menzionato la questione del riconoscimento statunitense della capitale israeliana.

Durante il suo intervento, Netanyahu ha parlato di tutto, tranne che dell'imminente discorso di Trump su Gerusalemme. Siria, Iran, i forti legami con gli Usa, i successi di Israele nella cyber sicurezza e in campo economico tra i temi trattati, ma non la imminente decisione americana su Gerusalemme come capitale riconosciuta di Israele. Solo alla fine il premier ha concesso un commento sulla questione: "l'identità storica e nazionale di Israele sta ricevendo riconoscimento, soprattutto oggi".

"Per quanto riguarda i nostri rapporti con l'estero sta accadendo a Israele qualcosa di grande, anche nel mondo arabo: c'è là una tendenza evidente di cambiamento nel modo in cui noi veniamo considerati", ha detto Netanyahu, attribuendo il miglioramento delle relazioni estere di Israele "alle due T: la T di tecnologia, e la T di terrorismo. Israele - ha aggiunto - eccelle sia nel primo campo sia nel prevenzione del secondo". Per queste ragioni, ha spiegato, numerosi Paesi al mondo cercano adesso di approfittare della sua esperienza. Israele sta estendendo i suoi rapporti in tutto il Medio Oriente ma non con l'Iran, che prova a dominare la regione ed è un "regime aggressivo" che cerca le armi nucleari, ha poi aggiunto Netanyahu.

Tillerson: "Ascoltate tutto il discorso di Trump". L'attenzione, ora, è tutta sulle parole che Trump sceglierà di pronunciare. Trump "pronuncerà il suo discorso" sul Medio Oriente oggi, quindi "sarò rispettoso", senza scendere nei dettagli, ma "incoraggerei tutti ad ascoltare attentamente il discorso nella sua interezza e nei suoi contenuti", si è limitato a dire il segretario di Stato Rex Tillerson durante una conferenza stampa a Bruxelles.

Secondo un'anticipazione di Axios, nel suo discorso Trump non parlerà 'solo' di Gerusalemme capitale di Israele, ma menzionerà anche il suo sostegno a una soluzione di pace con due stati. Secondo fonti dell'amministrazione citate dal sito, l'annuncio di Trump sul riconoscimento di Gerusalemme capitale non toccherà gli aspetti della sovranità e dei confini, che andranno discussi nell'ambito dei negoziati di pace. Il presidente si dimostrerà "onesto" nel riconoscere la realtà dei fatti. Inoltre la Casa Bianca ritiene che la decisione di Trump di rispettare la sua promessa elettorale "rafforzerà la sua credibilità nel mondo, come una persona che rispetta la sua parola, non si fa intimidire dalle minacce e non si sottomette alle pressioni internazionali". Il presidente americano "comprende le aspirazioni palestinesi" e sostiene una soluzione con due stati, sottolineano le fonti, aggiungendo che di questo "verrà fatta menzione" nel suo discorso odierno.

Meno abbottonati altri esponenti di spicco del Governo israeliano. Naftali Bennett, ministro dell'Economia e dei Servizi religiosi, nonché leader dell'ultradestra, plaude alla decisione di Trump e la considera un passo avanti verso la pace. "Questo è un giorno storico per lo Stato di Israele", ha detto il ministro dei Trasporti e dell'Intelligence israeliana Yisrael Katz. Anche Yair Lapid - uno dei leader dell'opposizione - ha salutato la decisione di Trump aggiungendo che oltre Gerusalemme è anche ora che il mondo "riconosca la sovranità di Israele sulle Alture del Golan".

Entusiasta il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat. "Questo passo storico manderà al mondo il chiaro messaggio che gli Stati Uniti sono a fianco del popolo ebraico e d'Israele", ha dichiarato Barkat, citato dal Jerusalem Post. "A Gerusalemme non ci arrendiamo alle pressioni e non lasciamo che le minacce di violenza c'impediscano di fare quello che è giusto. Presidente Trump, la incoraggio a fare la cosa giusta: riconosca Gerusalemme capitale d'Israele e riporti l'ambasciata americana a casa, a Gerusalemme", ha aggiunto Barkat, appena tornato da una missione a Washington dove ha partecipato a una serie di eventi con esponenti politici americani e leader ebraici.

La polizia israeliana, intanto, fa sapere di essere "pronta a reagire in maniera immediata ad ogni genere di sviluppi che potrebbero verificarsi a Gerusalemme". Il portavoce ha spiegato che la polizia è schierata su vasta scala, in particolar modo "nei punti di frizione". La situazione, ha aggiunto, è seguita costantemente e da vicino dai vertici della polizia. "Facciamo appello a tutti - ha poi precisato - affinché mantengano l'ordine pubblico. Le proteste devono rispettare i confini della legalità. In ogni modo - sapremo difendere l'incolumità dei cittadini di Israele".

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