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Economia

Scoppia a sorpresa la "grana" Carrai, Bonifazi e Marcucci registi della difesa Pd

ANSA
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diL'audizione di Federico Ghizzoni era data per scontata. Il gruppo dei fedelissimi di Renzi in commissione banche si aspettava che il manager confermasse l'incontro con Maria Elena Boschi, e contava sul fatto che non parlasse di pressioni. Cosa puntualmente accaduta. Quello che ha fatto sbandare la strategia dei pasdaran renziani è stata la notizia della mail di Marco Carrai. Chi sedeva ai banchi nell'aula di Palazzo San Macuto descrive il disorientamento, la sorpresa, il grande allarme. Allora si è mossa la macchina comunicativa del gruppo. Con i "registi" Andrea Marcucci e Francesco Bonifazi a dare indicazioni ai colleghi, far partire tweet e comunicati, (tutti attorno alle 11 e qualche minuto) per inondare la rete della loro versione dei fatti, anticipando i grillini, mentre Ghizzoni era ancora impegnato in commissione.

Versione che si può riassumere così: De Bortoli è stato smentito. A Matteo Orfini è affidato il ruolo di comunicatore ufficiale. Il presidente Pd incontra la stampa, sempre a commissione in corso, per sostenere la linea ("De Bortoli ha scritto il falso"), bruciando sul tempio i 5 Stelle, che avevano già invitato i giornalisti a un punto stampa dopo la fine dell'incontro con Ghizzoni.

L'attivismo è affannoso, e con esso aumenta anche il malumore nelle file del Pd. Molti danno ormai per chiusa la commissione, con esiti non entusiasmanti per il partito di Renzi. "Una strategia suicida", sussurra qualcuno.

L'ultimo atto sarà quello di scrivere la relazione finale: domani all'ufficio di presidenza Pier Ferdinando Casini darà mandato ai consulenti di redigere un testo che sia il più condiviso possibile. Ma sembra difficile poter evitare più relazioni. E non c'è solo il caso Boschi a dividere i parlamentari. Sul ruolo della sottosegretaria il Pd non vorrà entrare in troppi dettagli, mentre le opposizioni e anche Liberi e Uguali sono orientati a sottolineare chi un possibile conflitto di interessi, chi comunque comportamenti inopportuni. Ma a dividere all'interno il partito di governo sarà anche Bankitalia. Gli orlandiani punteranno i piedi sul giudizio sulla Vigilanza. "Io non sarei certo d'accordo se fossero attribuite responsabilità a Via Nazionale – dichiara il senatore Gian Carlo Sangalli – Anzi, scriva pure che considero Bankitalia una delle autorità più valide a livello internazionale. La mia analisi sulle ragioni della crisi coincide con quella di Visco. Detto questo, noi dobbiamo affrontare problemi veri, che sono quelli della governance delle banche, della gestione delle sofferenze. Tutte cose che come governo abbiamo affrontato. Non dobbiamo certo inseguire la propaganda sul cosiddetto caso Boschi, che non aiuta in nulla a capire cosa è successo. Dirò di più: anche io, se fosse andata in crisi una banca di Bologna, avrei cercato di fare quello che ha fatto lei".

Tornando all'audizione di Ghizzoni, tra i renziani interviene solo Franco Vazio, citando il libro di Ferruccio De Bortoli e cercando di far dire all'audito che la versione del giornalista è sbagliata. Dai banchi si solleva la protesta. Così Vazio riformula la domanda e sottolinea come il dossier Etruria fosse stato già aperto da Unicredit prima dell'incontro tra l'ex ad e l'allora ministra. Per il parlamentare, una smentita secca del giornalista. In più, "come affermò anche Visco", osserva Vazio, si trattò di interessamento per il territorio e la mancanza di credito. Tanto più che la ministra parlò di due banche in crisi in Toscana. "Dopo l'incontro con Boschi, l'unico canale di comunicazione fu la banca, salvo la mail di Carrai – chiosa Vazio – Quindi, chiusa la discussione". Purtroppo la discussione non si chiude. Intervengono quasi tutti esponenti dell'opposizione (a parte Susanna Cenni, Pd, ma solo per chiedere su Mps), e Daniele Capezzone affonda: Carrai è nella fondazione Open assieme a Boschi e Lotti.

A questo punto gli sforzi del partito si concentrano sull'esterno. Entrano in azione il tesoriere e il senatore toscano Marcucci. "Hanno fatto sempre così – rivelano membri della commissione – Anche nell'audizione di Vegas Bonifazi uscì, fece qualche telefonata e poi chiamò i colleghi per decidere le domande. In particolare quella sull'appuntamento dato in un luogo diverso da quello richiesto dalla ministra (a casa di Vegas, ndr). Bonifazi non è mai intervenuto nei lavori, ma è stato molto attivo". "Tra i due (Bonifazi e Marcucci) si parla la stessa lingua – aggiunge ironico qualcun altro – Hanno risciacquato i panni in Arno e sono tutti e due del circolo magico". È il cuore del renzismo che coordina le operazioni. Il gruppo del Pd non è mai stato ufficialmente convocato per organizzare interventi in anticipo, tutto è "in diretta" a latere della commissione.

Dopo Vazio arriva il turno di Orfini. Prima scrive un post su Facebook. "Stiamo audendo Ghizzoni – scrive – Che, come già Visco e Vegas, ha confermato di non aver mai subito pressioni dal ministro Boschi. Di più, ha raccontato che la valutazione di un eventuale acquisto di Etruria da parte di Unicredit era precedente al colloquio con la Boschi. Sottolineo questo aspetto perché De Bortoli aveva scritto un'altra cosa. Ovvero che l'interessamento era successivo a colloquio con Boschi. Quindi aveva scritto il falso. Ve lo dico qui perché nelle prossime ore gli strepiti di grillini and co. racconteranno l'opposto". Poi, davanti alle telecamere, aggiunge: "Nessuna pressione, nessuna interferenza, nessuna bugia al Parlamento. Tutti gli auditi confermano le stesse cose". Ma l'onda grillina ormai è partita.

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