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Esteri

Alce Nero sarà Santo. Il suo primo miracolo: contribuire a sotterrare l'ascia di guerra tra Bergoglio e la Chiesa americana

Denver Post via Getty Images
Denver Post via Getty Images 

"Alce Nero", il leggendario capo Sioux, sarà santo. Questo almeno l'impegno dei vescovi Usa che nella loro ultima conferenza a Baltimora hanno dato il via libera al processo di beatificazione il cui esito favorevole lo potrebbe portare all'onore degli altari: primo"pellerossa" dopo Kateri (Caterina) Tekakwitha (beatificata da San Giovanni Paolo II e proclamata santa da Benedetto XVI) .

Sarà uno dei pochi santi nord-americani. Anzi, nativo americano, quasi un simbolo incarnato di quel contrasto alla colonizzazione da parte dei bianchi primatisti nei confronti delle altre culture, tante volte contestata anche da Papa Francesco.

Dopo le tensioni del 2016 e 2017 (coincise con l'elezione a presidente di Donald Trump) tra Conferenza episcopale americana (USCCB) e il Pontefice, Alce Nero il primo miracolo l'ha già fatto: contribuirà a sotterrare l'ascia di guerra tra Bergoglio e la Chiesa americana, visto che a Baltimora, a metà novembre, era volato il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, proprio per contribuire a sanare il solco tra episcopato statunitense e il Papa.

La storia di Alce Nero è proprio una storia di tempo di Natale. Da bambino combatté a Little Big Horn contro il generale Custer, nel 1890 girò l'Europa e anche l'Italia con Buffalo Bill, poi restò segnato per sempre dagli orrori del massacro a Wounded Knee dei Sioux del cugino Cavallo Pazzo.

Transcendental Graphics via Getty Images
Transcendental Graphics via Getty Images 

Pochi però sapevano fino a ieri che Alce Nero (Black Elk) divenne cattolico, ormai adulto nel 1904, battezzato nel giorno di San Nicola (Santa Claus) dopo la morte della prima moglie, proprio con il nome di Nicholas.

Considerato il più influente leader indiano del ventesimo secolo, in questa sua seconda vita Black Elk Nicholas battezzò centinaia di Sioux, insegnando il catechismo e vivendo una vita umile e giusta fino alla morte nel 1950 nella riserva di Pine Ridge del South Dakota. Adesso, sulla spinta di una richiesta della diocesi di Rapid City, la causa di beatificazione.

Tutta la sua vita fu segnata dalla "Grande visione" che ebbe da piccolo, durante una malattia. Una visione della saggezza insita nella Terra (come non sentire in questo riecheggiare le laudi francescane e la stessa enciclica del Papa " Laudato sii" ) che lo avrebbe diretto verso la sua vera vocazione, quella di essere un wichasha wakon cioè un uomo santo. Il suo pensiero, la sua religiosità e la sua grande visione sono state raccolte per la prima volta nel celebre "Black Elk Speaks" di John Neihardt che lo intervistò a lungo negli anni Trenta. Il libro inizialmente non trovò lettori ma negli anni Sessanta, dopo esser stato riscoperto da Carl Jung e tradotto in tedesco, diventò un bestseller venduto in milioni di copie in tutto il mondo. La forza di quella visione lo accompagnò per tutta la vita e adesso lo sta per avvicinare all'altare della gloria dei santi, secondo la Chiesa cattolica.

Black Elk Speaks
Black Elk Speaks 

L'annuncio del processo di beatificazione ha però diviso la comunità indiana. Il New Yorker ha avvicinato i suoi discendenti che ancora vivono nella riserva di Pine Ridge. Per i Sioux tradizionalisti, Alce Nero fece concessioni solo esteriori alla cultura dell'uomo bianco ma dentro di sé non cambiò mai. "In famiglia girano storie che i missionari cercavano di battezzarlo e lui correva a nascondersi sotto il letto", ha raccontato la bisnipote Charlotte che si definisce pagana. Questi Sioux pensano che i cattolici volessero fare Alce Nero uno dei loro per via del suo status e per la spiritualità che lo aveva reso celebre anche fuori dall'ambito delle Montagne Rocciose.

Il tema della negatività delle colonizzazione ideologiche e culturali è sempre più frequente nella predicazione di Papa Francesco e il possibile nuovo santo americano potrebbe aiutare a diffondere ovunque questa consapevolezza.

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