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Politica

"Università gratis per tutti? Attenti agli iscritti fasulli". L'ex ministro Vincenzo Visco, ora con LeU, invita Pietro Grasso a correggere il tiro

ANSA
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La proposta di abolire le tasse universitarie, lanciata dal leader di Liberi e Uguali, Pietro Grasso, può portare a un grande rischio, quello di ritrovarsi con gli Atenei "intasati da iscritti virtuali, fasulli". L'avvertimento arriva da Vincenzo Visco, ex ministro delle Finanze nel primo governo Prodi, ora tra i sostenitori di LeU e tra i partecipanti all'assemblea nazionale del neonato partito. Una proposta, quella di Grasso, che Visco aveva definito ieri "un tema marginale". Oggi, in un colloquio con Huffpost, invita a correggere il tiro: "Se si segue il modello dell'accesso gratuito all'università - spiega - allora questo modello va completato con altre misure".

L'idea di Grasso, che guarda alle esperienze dei Paesi del Nord Europa e della Germania, dove non sono previste tasse (con rare eccezioni legate a casi specifici e comunque con importi bassi) nelle università pubbliche, ha suscitato numerose critiche. Il Pd ha parlato di tradimento del principio di progressività. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, è andato giù durissimo: "'È una cosa trumpiana, non di sinistra". La ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli, ha ricordato che esiste già una no tax area e che due anni fa sono stati messi in campo "interventi di calmieramento dei costi dell'Università":

Le critiche a Grasso, seppure con sfumature diverse, sono accomunate da un elemento comune: considerato il fatto che più di 2/3 degli 1,6 milioni di studenti iscritti nelle università italiane sono esentati, in tutto o in parte, dal pagamento delle tasse, la misura di LeU andrebbe a favorire i "ricchi".

Visco conferma che l'obiettivo è quello indicato da Grasso, cioè abolire tutte le tasse: "In Germania - sottolinea - le tasse non ci sono, in Francia sono bassissime: è chiaro che la proposta è un segnale di attenzione che è diverso da quelli che dicono 'aboliamo il canone Rai' o la tassa sull'auto. Qui è in gioco l'accesso all'istruzione". L'invito, tuttavia, è quello a di correggere il tiro della proposta in vista della formulazione finale: "Se l'università non costa, il rischio è che gli Atenei si intasino di iscritti virtuali, fasulli. Il modello proposto va completato con un controllo".

Il controllo a cui si riferisce Visco è quello sul rendimento. "Ci deve essere una rispondenza tra il sussidio implicito che c'è per chi frequenta l'università con un rendimento soddisfacente", spiega. In pratica, l'idea è quella di legare la gratuità della vita universitaria ai risultati raggiunti: se quest'ultimi non sono in linea con quanto previsto allora decade il beneficio dell'azzeramento delle tasse.

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