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Politica

Di Maio sulle pensioni propone "Quota 41": dopo 41 anni di lavoro si va in pensione indipendentemente dall'età

Elezioni, Di Maio: "Aboliremo spesometro e redditometro"

Quota 41, non solo per i lavoratori precoci (coloro che hanno lavorato 12 mesi anche non continuativi prima del 19esimo anno d'età) ma per tutti. È la proposta lanciata dal candidato premier M5S Luigi Di Maio parlando a TgCom 24. "Noi presto presenteremo il nostro programma che si chiama "Quota 41", si basa su un concetto che tu dopo 41 anni di lavoro devi andare in pensione" senza che ci sia il legame "tra tempo di lavoro e età pensionabile", ha detto il candidato grillino. Il programma del M5S sulle pensioni "sarà presentato nei prossimi giorni", ha aggiunto Di Maio. Quanto alla legge Fornero, "va abolita non solo per chi deve andare in pensione ma per tutti i giovani" che ci andranno.

Il programma M5S sulle pensioni ancora non è stato presentato ma la proposta di una quota 41 da parte del Movimento non è affatto nuova. Già durante il dibattito sulla legge di Bilancio del 2016 i grillini hanno provato a inserire la norma in manovra ma l'emendamento è andato incontro alla bocciatura.

Attualmente per andare in pensione (di anzianità) servono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi di contributi per le donne. Ma, a causa dell'innalzamento dell'aspettativa di vita certificato dall'Istat, già nel 2019 i limiti aumenteranno: ci vorranno 43 anni e tre mesi per gli uomini e 42 anni e tre mesi di contributi per le donne. In attesa di maggiori informazioni circa il programma pensionistico del M5S, giova ricordare quanto proposto dagli stessi grillini nel 2015: a novembre, una volta iniziato l'iter della legge di Bilancio, gli allora capigruppo di Camera e Senato Mario Giarrusso e Giorgio Sorial, la senatrice Barbara Lezzi e la deputata Laura Castelli presentarono la "contro-manovra" M5S in contrapposizione alla finanziaria del governo Renzi. Tra le misure avanzate c'era, in ambito pensionistico, "l'abolizione di qualunque vincolo anagrafico per il diritto alla pensione di chi abbia comunque maturato 41 anni di contributi".

Una misura con un costo, sostenevano i Cinque Stelle, di circa un miliardo e ottocento milioni. Nella loro proposta i grillini indicavano anche dove trovare le coperture, ma in modo vago: maggiore tassazione giochi, taglio alle spese dei ministeri e riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica.

Come detto, il Movimento ci riprovò l'anno successivo, con un emendamento in finanziaria poi bocciato: "Da anni il nostro gruppo politico porta avanti questa battaglia che vuole stabilire un principio valido per tutti, non solo per i lavoratori precoci: si deve andare in pensione con 41 anni di contributi, senza penalizzazioni", diceva Davide Trepiedi a novembre 2016. "È una norma di buon senso che oltre a dare la possibilità a chi merita di andare in pensione dopo anni di fatiche lavorative, cerca di promuovere un ricambio generazionale evitando, oltretutto, di costringere i giovani italiani ad abbandonare il nostro Paese. Ovviamente l'emendamento che abbiamo proposto è stato bocciato. La scusa è la solita: non ci sono i soldi".

Leggidaabolire.it. Il candidato premier Di Maio ha lanciato poi la sua nuova proposta elettorale davanti alle imprese: abolire 400 leggi. Da oggi sarà attivo il sito leggidaabolire.it dove tutti potranno segnalare quelle che secondo loro sono inutili o dannose per l'economia. Ne saranno individuare 400. "Oggi oltre a chiedervi di contribuire (con le proposte sul sito, ndr) vi diciamo che aboliremo 400 leggi con una unica legge nei primi giorni del nostro governo".

"Non ho nessun problema a dire che sono entrato in Parlamento convinto che per ogni problema servisse una legge. Ne esco con la convinzione che questo è un Paese non ostaggio della burocrazia, ma delle leggi", ha detto il candidato premier del M5S durante un incontro sulla semplificazione amministrativa.

"Noi oggi non stiamo lanciando solo un portale ma stiamo lanciando una nuova idea di Stato dove imprese e cittadini devono essere lasciati in pace di creare valore e iniziative", ha aggiunto Di Maio, spiegando che per raggiungere questo obiettivo "abbiamo bisogno non di aggiungere ma di sottrarre leggi, adempimenti, obblighi e divieti che hanno prodotto una ragnatela in cui gli onesti restano imbrigliati e i disonesti si muovono con rapidità impressionante". E ancora: "Ci sono 187 mila atti aventi valore di legge e a questi ogni due giorni e mezzo se ne aggiunge una nuova. Con questo ritmo non faremmo nient'altro che bloccare il Paese".

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