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Politica

La parità di genere disarticola M5s

ANSA
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Chi è dentro e chi è fuori. Ma soprattutto "in che posto della lista finisco? Nel mio collegio arriverà prima una donna o un uomo?". L'alternanza di genere ha disarticolato la geografia M5s e aperto gli occhi sulla scarsa presenza di donne nel Movimento, nonostante i pentastellati siano sempre stati attenti alle quote rosa e alla rappresentanza femminile. Basti pensare che i sindaci di due grandi città, come Roma e Torino, sono donne, che la loro rappresentanza parlamentare sia tra le più nutrite e all'assemblea regionale siciliana il 50% delle donne è M5s.

Adesso però la nuova legge elettorale ha creato un vuoto che si è proiettato sulla formazione delle liste ancora al vaglio dello staff di Luigi Di Maio. Nella Fabbrica delle idee, nelle pause caffè tra una lezione e l'altra, i dubbi rimbalzano da capannello in capannello. I parlamentari uscenti, arrivati a Pescara per "Villaggio Rousseau", ma anche gli attivisti perlopiù aspiranti candidati, sono tutti in attesa del giudizio. Cioè del responso della selezione online che somiglia molto a una tombola, data l'incertezza dei click e l'ambizione di arrivare primo o secondo della lista, dal momento che difficilmente in un collegio può scattare un terzo seggio. E quindi, "sappiamo già che molti parlamentari non saranno rieletti, ci saranno invece più donne, alcune poche conosciute", e cala la tristezza sugli occhi del deputato.

Il motivo risiede nella nuova legge elettorale, che prevede per la prima volta l'alternanza di genere nelle liste proporzionali e inoltre nelle posizioni di capolista e nel complesso dei collegi uninominali i candidati di ciascun genere devono essere compresi tra il 40% e il 60% del totale. I numeri sono chiari a tutti. "Alla Camera siamo 88 deputati, di cui solo trenta sono donne", osserva un parlamentare grillino che ormai da mesi non pensa ad altro, come del resto tutti gli altri: "Cinque anni fa non era prevista l'alternanza uomo-donna ma adesso cambia tutto". Per questo i deputati e senatori, travestiti da insegnanti nella scuola di formazione di Pescara, sono inquieti.

Un esempio tra tutti è l'Abruzzo, ma si può parlare anche della Sicilia o della Calabria. Ad esempio proprio nella regione dove è in corso la tre giorni grillina i deputati uscenti sono tre: Daniele Del Grosso, Gianluca Vacca e Andrea Colletti. Nessuna deputata eletta. "Tra noi tre solo il capolista ha la possibilità di essere eletto, poi salirà la seconda che è una donna, il terzo non può farcela", spiega Vacca ragionando per ipotesi s'intende: "In Abruzzo però siamo forti e abbiamo possibilità di vincere nell'uninominale, quindi il terzo e il quinto della lista potrebbe provare a vincere il corpo a corpo con gli altri partiti, ma chi può dirlo...". In Abruzzo poi c'è stata una crisi tutta al femminile. Alle parlamentarie si sono presentate solo quattro donne, un paio delle quali con i documenti non in ordine. Quindi è stata fatta una deroga al regolamento che ha permesso a chi ha più di quarant'anni di candidarsi alla Camera.

L'allarme quote è scattato un po' ovunque. In Sicilia nel collegio che comprende Messina e Catania ci sono due deputati uscenti Francesco D'Uva e Alessio Villarosa, che si ipotizza arrivino primo e terzo, tra loro si giocano il posto due attiviste già candidate alle regionali e che non sono state elette: "Lo dicono i numeri. Prenderemo due seggi, difficile che il terzo scatti. Uno dei due è fuori". In Puglia altri due deputati stanno con il fiato sospeso e sono Giuseppe L'Abbate ed Emanuele Scagliusi. Quest'ultimo osserva: "Uno dei due probabilmente non sarà eletto e invece entrerà alla Camera una donna meno conosciuta. Da noi per esempio c'erano attiviste candidate ma non tantissime e il Rosatellum obbliga all'alternanza".

Al contrario contrario per il Senato in Sicilia ci sono candidate donne che si contendono il primo posto in lista, come Nunzia Catalfo e Ornella Bertorotta nel collegio che comprende Catania. A proposito di Palazzo Madama dallo staff fanno notare come sia cambiata la mappa anagrafica M5s: "L'età degli iscritti è salita e infatti i candidati alle parlamentarie per il Senato (obbligatorio candidarsi a Palazzo Madama se si hanno più di 40 anni) sono tre-quattro volte di più di quelli della Camera".

Oltre all'incertezza sul posto in lista, tutti nel palazzo congressi di Pescara vogliono sapere come Di Maio si prepara a dare il grande annuncio. "Tutti noi nelle spiazzale e il capo politico dall'alto leggerà i nomi dei vincitori?", scherza il senatore Sergio Battelli. E l'altro: "Ma no, leggerà solo il primo e il secondo arrivato, quelli che hanno la possibilità di essere eletti. Al massimo il terzo". Nella Fabbrica delle idee, nonostante il susseguirsi delle lezioni e dei corsi di formazioni, non si pensa ad altro, mentre le attiviste assaporano già il profumo della vittoria.

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