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Economia

Il grafico che Berlusconi ha portato in Europa per la sua flat tax (ma che non convince la Lega)

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La "rivoluzione" fiscale della flat tax targata Silvio Berlusconi poggia su un grafico (qui di seguito in anteprima Huffpost) che ha un obiettivo e almeno tre destinatari: il Pd, la Corte Costituzionale e la Lega. Lo scopo è dimostrare che l'impianto messo a punto prevede un'imposta progressiva: serve, al Cavaliere, per parare i colpi dei dem e del ministro-candidato Pier Carlo Padoan, ma anche per evitare una stroncatura della Consulta. Ma soprattutto è la prova, da esibire a Matteo Salvini, per far convergere il Carroccio sulla posizione di Forza Italia, che è assai diversa. Compito tutt'altro che facile perché la proposta del Cav non piace alla Lega, che vuole una linea più dura e soprattutto maggiori garanzie per evitare una bocciatura.

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Nel suo tour europeo per riaccreditarsi a Bruxelles, Berlusconi ha difeso il suo schema: la progressività c'è e quindi la prescrizione dell'articolo 53 della Costituzione ("Il sistema tributario è informato a criteri di progressività") è garantita. Certo "della Corte Costituzionale nessuno può essere sicuro di partenza", sottolinea il presidente di Forza Italia dopo aver incontrato il presidente del Ppe, Joseph Daul, ma almeno - è il ragionamento - la base c'è.

La proposta di Forza Italia è stata presa di mira dal Pd e da Padoan, che ora indossa anche i panni del candidato dem nel collegio di Siena. Critiche che guardano alla sostanza della flat tax ("La progressività con la flat tax è una cosa molto debole e molto limitata", ha detto il ministro dell'Economia") e alle coperture. Ma come è strutturato lo schema di Forza Italia? A spiegarlo a Huffpost è l'economista Paola Tommasi, che lavora con il gruppo parlamentare di Fi.

Lo schema che Berlusconi porta avanti prevede un'aliquota fissa al 23% e l'estensione della no tax area (il reddito che non è soggetto al pagamento di imposte e tasse ndr) da 8mila a 12mila euro. Applicando la deduzione, di fatto lo sconto, si ottiene il risparmio. "È proprio l'estensione della no tax area a garantire la progressività dell'imposta", spiega Tommasi.

Prendiamo due casi per capire meglio come il Cavaliere giustifica la progressività della sua flat tax. Con un reddito da 15mila euro e l'aliquota al 23% praticamente si va a pagare il 23% solo su 3mila euro, che è la differenza tra il mio reddito e l'esenzione che mi viene garantita dalla no tax area, pari appunto a 12mila euro. In pratica si pagano le tasse solo sul 20% e lo sconto, su un reddito considerato basso, pesa per l'80 per cento. Se si prende in considerazione, invece, un reddito elevato, pari a 300mila euro, la deduzione è di 12mila euro su 300mila: pesa, cioè, solo per lo 0,04 per cento.

"I redditi più alti, in valore assoluto, risparmiano di più, ma se si considera lo sconto in percentuale rispetto al reddito, allora le percentuali di risparmio sui redditi bassi sono molto più elevati", spiega l'economista. "Con la flat tax - aggiunge - il risparmio c'è per tutti, ma è molto più alto per i redditi più bassi che per quelli più elevati".

Nella proposta della flat tax di Berlusconi ci sarà anche un fattore natalità. La linea politica è: più figli hai, più risparmi in tasse. Saranno infatti previste delle detrazioni per i figli: 1.000 euro per ogni figlio a carico con più di 3 anni e 2.00 0 euro per ogni figlio a carico con meno di 3 anni.

Le coperture? Tommasi rassicura: "Ci sono". Il costo, stimato da Forza Italia, è di 40 miliardi per le famiglie e di 10 miliardi per le imprese. Da dove verranno attinte queste risorse? L'economista indica due bacini molto ampi: la revisione delle tax expenditures, cioè detrazione e deduzioni, che pesano per 175 miliardi e l'azzeramento (quindi il recupero) di 30 miliardi di euro di trasferimenti dallo Stato alle imprese. "Si tratta di agevolazioni molto frammentate, settoriali e confusionarie: le imprese, che abbiamo contattato, preferiscono il taglio di questi micro-trasferimenti purché si abbassi l'aliquota", spiega ancora l'economista.

Fin qui lo schema di Forza Italia, che però non convince la Lega. Armando Siri, consigliere economico di Salvini e ideatore della proposta sulla flat tax del Carroccio, contattato da Huffpost, spiega perché lo schema con un'aliquota al 23% e una no tax area innalzata a 12mila euro non può funzionare sul fronte della progressività: "In questo modo si viene a creare un maxi-scalino e si neutralizza la progressività nei redditi medi perché agevoli quelli che stanno in basso e quelli che stanno molto in alto, ma non si crea la progressività per i redditi medi".

Secondo il responsabile economico della Lega, lo schema di Forza Italia garantirebbe la progressività solo per i redditi inferiori ai 20mila euro o superiori ai 50mila euro, mentre per i redditi che stanno dentro questa forbice la stessa progressività si annulla.

Siri spiega il suo ragionamento con un esempio: "Ipotizziamo un reddito di 40mila euro: se io metto un'aliquota lorda al 23% su un reddito di questo importo, che ha un'aliquota netta intorno al 27-28% di tassazione e applico una deduzione di 12mila euro, l'aliquota può arrivare al 22-21%. In questo modo si presentano due problemi: il ristoro tributario è molto piccolo è non c'è la progressività".

La proposta della Lega è molto diversa rispetto a quella di Forza Italia. L'aliquota unica della flat tax è fissata al 15% e si prevede l'introduzione di due scaglioni (da 0 a 35mila euro e da 35mila a 50mila euro) a cui si applica una deduzione fissa, cioè uno sconto, di 3mila euro. Per il primo scaglione, la deduzione si applica sia alle famiglie che agli individui singoli, mentre per i redditi che rientrano nel secondo scaglione, la deduzione si applica solo ai carichi familiari. "Il criterio nuovo che ha ispirato il nostro progetto di flat tax è che non si prende solo in considerazione il reddito, ma soprattutto il nucleo familiare", spiega Siri.

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