Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Politica

Tutti sul carro della Toscana: alleati Pd all'assalto dei seggi sicuri, 'Giglio magico' accerchiato chiede il sacrificio alle federazioni Dem

Simona Granati - Corbis via Getty Images
Simona Granati - Corbis via Getty Images 

Oltre che roccaforte di voti per il Pd, la Toscana doveva essere il posto dei fedelissimi di Matteo Renzi: giglio magico e simili in corsa nei 21 collegi uninominali (14 per la Camera e 7 per il Senato) e nei 6 collegi proporzionali della regione (4 per la Camera e 2 per il Senato). E invece non sta andando così. In questi giorni decisivi per la compilazione delle liste, sulla Toscana si stanno riversando le ansie degli alleati del Pd alle elezioni di marzo: tutti vogliono essere candidati lì, tutti cercano di saltare sul carro toscano, nel fuggi fuggi generale dal resto della penisola, che, salvo rare eccezioni (Emilia Romagna, alcune zone del Piemonte?), non offre porti sicuri per i Dem in questa tornata elettorale.

E così in Toscana le federazioni del Pd locale si trovano a dover far spazio a esponenti della lista '+Europa' o della lista socialista-verdi 'Insieme' o anche di Civica Popolare di Beatrice Lorenzin. Sul territorio i mugugni sono alle stelle, per non parlare del giglio magico renziano.

E' anche per questo che oggi è scattato l'appello del ministro Dario Franceschini: "Chiudiamo subito ogni polemica e resistenza su Casini o su altri esponenti dei partiti alleati candidati comuni nei collegi uninominali, da Bonino a Lorenzin a Tabacci. Le coalizioni portano a questo, come era per l'Ulivo. Lo sapevamo già quando abbiamo discusso nel Pd proprio per andare verso una politica di alleanze. E' contraddittorio che chi ha sostenuto quella linea oggi resista rispetto a candidati nei collegi di liste alleate".

Sì, solo che ai tempi dell'Ulivo la probabilità di vincere era più equamente distribuita in tutt'Italia. Ora, stando ai sondaggi, non è così. E' scattato il 'si salvi chi può' e in Toscana si può.

E veniamo ai pretendenti, alla 'selva' di coloro che stanno scatenando l'overbooking di candidature in Toscana. La stessa Lorenzin avrebbe chiesto un seggio in terra 'sicura': si parla di lei candidata a Prato, collegio Camera. Il toscano Gabriele Toccafondi, sottosegretario all'Istruzione di Civica Popolare, si vede in corsa a Firenze 1. Il socialista Riccardo Nencini, anche lui toscano, potrebbe candidarsi a Pisa o Siena (si parlava di lui anche nel Mugello, visto che è nato a Barberino del Mugello, ipotesi che nelle ultime ore sarebbe stata scartata).

I senesi dovranno far posto al ministro Pier Carlo Padoan, romano, candidato al collegio uninominale per la Camera a Siena per rivendicare l'azione del governo su Mps. E si parla persino di una candidatura del ministro Roberta Pinotti in Toscana: lei è di Genova ma in Liguria pare non ci sia spazio.

I renziani della prima ora e i Dem toscani dovranno trovare posto all'interno di questo risiko: per il ministro allo Sport Luca Lotti il collegio a Empoli. Per la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, dopo un balletto durato settimane sulla opportunità di darle un collegio piuttosto che solo il proporzionale, la decisione: sarà candidata in collegio in Trentino contro Micaela Biancofiore di Forza Italia. Renzi ha deciso di non fare della Boschi un'eccezione rispetto agli altri ministri del governo: tutti corrono sia all'uninominale che al proporzionale. Anche per il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli infatti è ipotizzato un collegio a Piombino.

E poi però in Toscana dovranno trovare spazio l'autore del programma del Pd, l'economista Tommaso Nannicini (Arezzo), il segretario regionale Dario Parrini, il senatore Andrea Marcucci, il sottosegretario Antonello Giacomelli e tanti altri: man mano che i nomi diventano meno noti, aumentano le rinunce indotte. Intanto l'affollamento di candidati in Toscana avrebbe indotto Renzi a fare marcia indietro rispetto all'idea di richiamare in Italia dall'Europarlamento la toscana Simona Bonafè.

Insomma, in Toscana il collegio fa meno paura. E c'è la fila. Un ingorgo che sta inceppando la definizione delle liste del Pd, insieme ad un altro problema: garantire la parità uomo-donna nelle liste. E ci sono tutte le incognite del caso: "La Toscana ci vota, ma che succede se a correre sono gli alleati o addirittura esponenti che vengono da fuori? Il territorio reagisce alla stessa maniera?", sono gli interrogativi che girano tra i renziani.

In coda, ultime ma non ultime, le tensioni con la minoranza interna: area Orlando, che avrebbe chiesto 31 posti nel proporzionale e 7 collegi nell'uninominale, e area Emiliano, che vorrebbe 20 posti sicuri a fronte dei 5 offerti dalla segreteria. E' un altro nodo da sciogliere: il count-down non perdona.

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione