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Politica

"Renzi assolutamente scorretto sulle liste, ma io non mollo per un uomo solo al comando". Intervista a Ileana Argentin (Pd)

Pierpaolo Scavuzzo / AGF
Pierpaolo Scavuzzo / AGF 

"Ero stata messa fuori, alle 8 di mattina di sabato non ero nelle liste PD. Più tardi ho parlato con Orfini e Fassino e alla fine mi hanno inserita. Le dico di più, sono andata personalmente a verificare se ero dentro o fuori: se non fossi andata oggi non sarei candidata". Ileana Argentin è deputata uscente del Partito Democratico, corrente Gianni Cuperlo, sostenitrice di Andrea Orlando all'ultimo congresso del Pd. E ha rischiato di essere una tra i tanti esclusi delle minoranze dem dal segretario Matteo Renzi nella composizione delle liste per le elezioni del 5 marzo. Recuperata in extremis, è candidata nel collegio uninominale per la Camera a Roma Tuscolano (Lazio 1 - collegio Roma 6). Un collegio difficile dove, dicono i sondaggi, il Movimento 5 Stelle è in vantaggio. All'HuffPost descrive i delicati momenti che hanno preceduto la presentazione delle liste.

Onorevole, sabato scorso ha scritto su twitter: "State calmi, non sono ancora fuori...". Ha temuto di essere tra i tanti esclusi da Renzi?

Guardi, avevo tutti i presupposti per essere candidata. Ho fatto solo due legislature e lo Statuto stabilisce un massimo di tre. Nella legislatura conclusa ho portato a casa la legge sul "dopo di noi" anche con una certa emozione perché riguarda le persone con disabilità. E ho sempre votato la fiducia. Eppure, inizialmente ero stata messa fuori, e se non mi fossi mossa ora non sarei candidata.

Perché?

Se devo riconoscermi una colpa è solo quella di far parte delle minoranze del Pd. Non ne vedo altre.

È candidata in un collegio uninominale ma senza paracadute nei listini proporzionali.

Sì, i nomi di chi ha un paracadute nei collegi sicuri non sono certo delle minoranze. Sono una cuperliana, abbiamo sempre votato le fiducie e abbiamo lavorato per il Sì al referendum costituzionale come indicato dal Pd. Ma le battaglie, essendo persona di sinistra, sono abituata a farle da dentro. Sono state fatte scelte che non mi appartengono, e con fatica sto lottando per rimanere all'interno del Pd. Di certo però non ho mai tradito il mio partito.

Allora è il partito che ha tradito lei?

Non si sputa nel piatto dove si mangia ma sicuramente il partito non mi ha tutelata. E io non mollo per un uomo da solo al comando. Oggi c'è Renzi, domani chissà. Il Pd resta però il mio contenitore, e solo se quest'uomo lo distruggerà completamente, sarò costretta nella scelta. Ma finché si parla di centrosinistra, qui resto.

C'è però chi già parla, seppur in altri termini, di una metamorfosi del Pd sotto la guida di Renzi. La composizione delle liste sembra confermarlo.

Renzi non ha rispettato i patti con le minoranze ma non possiamo buttare il bambino con l'acqua sporca. Non sono uscita con Bersani perché detesto quelli che gridano da fuori. Se si grida lo si fa da dentro. Se poi sono usciti per essere eletti, questo è un altro discorso. Ma tutti sapevamo che Renzi avrebbe fatto il suo "cerchio magico". Era prevedibile da ogni sua posizione. Credevamo però che rispettasse la pluralità del partito...

E invece non l'ha fatto...

Se lei pensa che ci sono candidati con quattro o cinque posti nei listini proporzionali e io invece me la devo combattere in un collegio che viene definito possibile ma al momento perdente per i democratici e senza alcun paracadute. Lui le sue scelte le ha fatte.

Facciamo qualche nome: per Boschi e Madia cinque listini e un collegio uninominale.

Sì. È scorretto parlare male di Renzi in questa fase, anche perché il collegio che mi è stato proposto poi l'ho accettato. La questione è un'altra: io posso perdere anche per un voto. Ma preferisco morire in guerra che vincere perché lo decide qualcuno dall'alto, e sono abituata a farlo con le mie battaglie che arrivano da un mondo che non ha ascolto. Per questo sono contenta di non avere paracadute.

Come definisce l'operato di Renzi nella composizione delle liste?

Assolutamente scorretto.

Lei è "cuperliana". Gianni Cuperlo ha rifiutato la candidatura nel collegio che gli avevano proposto.

Gianni è un uomo d'onore, nel senso positivo del termine, una persona perbene. Non voleva essere calato dall'alto in una situazione che non gli appartiene solo per avere un seggio. Ha lavorato moltissimo a Roma e voleva giustamente un riconoscimento in questo senso. Andare in un'altra città, dove altri compagni e amici avevano lavorato lì su quel territorio, era folle. Non ha venduto la sua dignità, non è il seggio che ti cambia la vita.

Lei esce da una legislatura iniziata sotto la segretaria di Pierluigi Bersani. Lui come si era comportato nei confronti di chi non era "bersaniano"?

Molto più correttamente, rispetto alle quote. Non si può negare. Sono stata eletta sia con Veltroni segretario sia con Bersani. Personalmente non ricordo che ci siano state così tante uscite come a questo giro. Francamente, la legge elettorale non è che l'abbiamo fatta noi: ce la siamo trovata e non potevamo non votarla.

Lei oggi ha iniziato la sua campagna nel suo collegio romano, nella zona Tuscolana. Una battaglia in salita, i sondaggi danno avanti i Cinque Stelle. Come pensa di convincere gli elettori delusi del Pd?

Oggi sono andata al mercato di via Spartaco. Ho avuto un grossissimo riconoscimento dalle persone, 'ah, finalmente una de' sinistra', mi hanno detto. Accoglienza buona, quindi. Ma non le nego che molti non volevano il mio volantino. E, forse sarà un caso, molte persone con cui ho parlato erano arrabbiate con Renzi: vogliono Renzi fuori dal partito, ma non è che non vogliono il partito.

Renzi fuori dal Pd, ce lo vede?

Guardi, io non credo che debba uscire dal partito ma debba viversi tutta la sua avventura da senatore. Vediamo che succede, mi piace l'idea di vederlo seduto a Palazzo Madama, anche con un governo diverso vista qual è la situazione che si profila. Anche se credo che il Pd andrà meglio di quanto molti credono, anche parlando con le persone mi sono resa conto che la gente apprezza la stabilità che il Pd è in grado di garantire. Quanto a Renzi, anche lui dovrà essere giudicato.

Non è stata tentata di passare con Liberi e Uguali?

Loro dovevano restare. Lei non sa cosa ha significato, per noi che siamo rimasti, la loro uscita dal Pd. Non dovevano andare via ma lottare dentro.

Il ragionamento che fa Bersani però è questo, grossomodo: con lui il Pd era un partito scalabile dalle minoranze, ora Renzi lo ha blindato, impedendo alle minoranze di diventare maggioranza.

È vero quello che sostiene Bersani. Ma è anche vero che se fosse rimasto, oggi noi non saremmo soli. Voglio dire: se lui e gli altri fossero ancora nel Pd, Renzi avrebbe avuto la forza di fare quello che ha fatto?

Dice di no?

Credo che avremmo avuto una forza contrattuale diversa. Renzi ha sbagliato nel fare le liste. Detto questo, lotterò fino alla fine per il mio Pd, e lo farò nel mio collegio, il Tuscolano, per dare voce a chi non ne ha. Poi i giochi cambieranno dal 5 marzo, di questo sono sicura, si trarranno le conseguenze. Ma adesso devo vincere.

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