Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Politica

Sinistrati a Macerata

Remo Casilli / Reuters
Remo Casilli / Reuters 

"Abbiamo fatto un focus sull'immigrazione...", dice ironico Matteo Renzi al termine di mezz'ora di intervista a 'Cartabianca' su Raitre per la maggior parte dedicata ai fatti di Macerata. Il segretario del Pd insiste a mostrarsi sorpreso del tempo che i media dedicano al tema 'migranti-razzismo' che - piaccia o non piaccia – è centrale nella campagna elettorale per il voto del 4 marzo. Ma Renzi rivendica la sua scelta di mantenersi a distanza: "Chi alimenta la tensione fa un calcolo elettorale. Insisto a dire: abbassiamo i toni". Anche se questo significa annullare la manifestazione anti-razzista di sabato: nel Pd le uniche voci critiche sono quelle di Gianni Cuperlo, che non è ricandidato, e di Cecile Kyenge, eurodeputata. Nella cerchia renziana la convinzione predominante è che stare alla larga da Macerata non fa perdere voti.

"Penso che la piazza – riempire la piazza, esprimere un sentimento pubblico e condiviso, ad esempio nel fronteggiare rigurgiti di fascismo e razzismo – sia il più formidabile anticorpo per chi voglia tutelare e rinvigorire la democrazia. Appellarsi da una tribuna pubblica affinché la piazza si sconvochi va contromano", dice Cuperlo, ormai ex deputato Pd.

E questo è il tweet della Kyenge:

Il partito gli sta all'opposto. In mattinata dal Nazareno ritwittano l'intervista del ministro Marco Minniti:

La linea è questa. Renzi è tornato nella versione 'i ministri sono la mia squadra' per le elezioni e sfoggia in tv il suo appuntamento elettorale di lunedì "con Minniti a Firenze". Quanto agli altri avversari interni, come il ministro Andrea Orlando che ieri è andato in ospedale a Macerata a far visita ai migranti feriti da Traini, anche lui non si discosta dalla linea ufficiale. "Se il sindaco di Macerata ritiene di far scendere l'attenzione è una rispettabilissima posizione, c'è la campagna elettorale e tutto quello che può evitare incidenti va cercato – dice il Guardasigilli a Radio Capital - Però un momento a chi rappresenta i valori del nostro Paese, in questo caso la Patria, come l'Anpi, credo che vada" dato.

Ed ecco iI vicesegretario Maurizio Martina: "L'Anpi e le associazioni promotrici dell'appello 'Mai più fascismi' definiranno nelle prossime ore i dettagli per una grande manifestazione nazionale. Il Partito Democratico annuncia fin da ora che sarà presente con convinzione alla mobilitazione e si impegna a promuovere già dai prossimi giorni presenze nei territori per ribadire con forza i valori della Costituzione e del tricolore".

Insomma, sabato in piazza il Pd non ci sarà. Mentre ci saranno tanti circoli Arci in dissenso dalla linea della presidenza nazionale. Altrettanto faranno alcuni circoli dell'Anpi. E poi manifesteranno centri sociali da tutt'Italia e associazioni anti-razziste. "E' ormai evidente la frattura tra i vertici istituzionali e le realtà antifasciste locali che, rompendo la strategia della paura e del silenzio, saranno in piazza sabato a Macerata, a gridare a voce alta e senza paura che siamo e rimaniamo uniti contro ogni fascismo", scrive in una nota il collettivo 'AntiFa' di Macerata.

Anche in Liberi e uguali si è spaccata su Macerata. Pippo Civati, Nicola Fratoianni e Roberto Speranza hanno firmato insieme un appello a Paolo Gentiloni. Ma in piazza ci saranno Civati, Fratoianni e altri esponenti di Possibile e Sinistra Italiana. Non ci sarà Pietro Grasso e finora nemmeno Laura Boldrini. Dentro Mdp, la base chiede ai leader di scendere in piazza. Ma per ora non ci saranno né Massimo D'Alema, né Speranza, né Pier Luigi Bersani che stamane a Omnibus su La7 ha detto: "Uno spera sempre che si possa ragionevolmente occupare le piazze davanti a queste cose. Lo facemmo quando ammazzarono Moro: abbiamo riempito le piazze e c'erano perfino i brigatisti in giro. C'è ancora la forza per fare questo? Questa è una domanda legittima" e quindi non manifestare "è una sconfitta, significa che c'è un pezzo largo di popolazione che non è disposta a occupare la piazza e lasciare al margine tutti i pazzi che ci sono in giro. Penso che sindaco e Anpi abbiano percepito questo rischio: di non avere il fisico della democrazia".

Renzi va avanti per la sua strada di distacco da tutto il fermento che si è creato intorno a Macerata. "Ai compagni della sinistra radicale dico che ogni voto non dato al centrosinistra, ogni voto dato a D'Alema è un passo in più di Salvini verso Palazzo Chigi". La realtà sta da una parte, la politica dei partiti da quella opposta. Per Renzi Macerata non influenzerà il voto del 4 marzo: "Non molto – dice – Ho molta fiducia sul buonsenso degli italiani, sapranno distinguere tra chi soffia sulla polemica e chi usa il buon senso".

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione