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Politica

Di Maio promette "verifiche fino all'ultimo centesimo" dopo i casi di Cecconi e Martelli. Un buco da 226mila euro agita i 5 Stelle

Alessandra Benedetti - Corbis via Getty Images
Alessandra Benedetti - Corbis via Getty Images 

Sul caso rimborsi "sarà verificato fino all'ultimo centesimo". Lo ha detto il candidato premier del M5S, Luigi Di Maio, a Potenza, a margine di un'iniziativa elettorale, evidenziando che "è ridicolo che si parli di caso quando il vero caso è che c'è un'unica forza politica in Italia che taglia gli stipendi ai propri parlamentari e li investe in forme di lavoro per chi non ha lavoro".

Il punto, però, è che i conti non tornano, come spiega il quotidiano La Stampa:

Ci sono 226 mila euro che stanno letteralmente mandando nel panico il M5S. È la differenza tra quanto, 23.418.354 euro, i parlamentari grillini hanno dichiarato - sul sito autogestito t irendiconto.it - di aver versato nel fondo per il microcredito, tagliandosi lo stipendio, e quanto risulta dal prospetto del ministero dello Sviluppo economico che quel fondo lo gestisce, (23.192.331 euro).

Quella differenza è un ammanco che potrebbe nascondere altri casi di furbetti del bonifico, dopo quelli del deputato Andrea Cecconi e del senatore Carlo Martelli, svelati da un servizio delle Iene che sarebbe dovuto andare in onda domenica ma che è stato bloccato.

Cecconi e Martelli, infatti, non avrebbero versato una cifra pari a circa 90 mila euro, ma ne mancherebbero comunque altri 136mila dal totale dichiarato su tirendiconto.it. Il candidato premier M5S ne ha decretato l'espulsione, ma il timore ora è di essere penalizzati in campagna elettorale da altri casi di furbetti.

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