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Politica

Indagato De Luca jr. In attesa del video di Fanpage paure e tensioni nel Pd campano. E sabato Renzi va a Napoli

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La paura. Vincenzo De Luca mostra la faccia dura. Un ruolo in cui si trova bene. Bolla tutto come "sceneggiature impensabili", liquida la questione come "effervescenze". Lo stesso schema che utilizzò allorché, alla vigilia delle elezioni regionali, fu investito dalla questione degli "impresentabili", che cavalcò al punto tale da uscirne rafforzato. Ci risiamo. Nuova vigilia elettorale, nuova bufera sul governatore e i suoi uomini. Ma questa volta l'inchiesta di Fanpage su mazzette e favoritismi nello smaltimento delle ecoballe che coinvolgerebbe pesantemente il figlio minore, Roberto, è di natura diversa. Penale, ancor prima che politica. E potrebbe gettare un'enorme ombra su tutto il sistema politico del governatore campano. E ha messo in fibrillazione tutto lo stato maggiore del governatore campano.

Già, perché risulterebbero indagati per corruzione dalla procura sia De Luca jr. (oggi le forze dell'ordine ne hanno perquisito l'abitazione e lo studio), assessore al Bilancio del comune di Salerno, sia il potente consigliere regionale Luciano Passariello, candidato in quota Fratelli d'Italia nel collegio uninominale di Napoli Ponticelli. Il quid è presto detto. Infiltratisi alla stregua di agenti provocatori, insieme a un pentito di camorra, i giornalisti di Fanpage avrebbero portato alla luce la presunta disponibilità di politici e vertici apicali campani a mettere in essere un sistema di corruzione e mazzette legati allo smaltimento dei rifiuti.

Al centro della prima parte dell'inchiesta la Sma Campania, la società partecipata della Regione che, tra le altre cose, dovrebbe garantire l'antincendio boschivo, finita in un mare di polemiche dopo che quest'estate la Campania è andata letteralmente a fuoco. Inchiodato Lorenzo di Domenico, consigliere delegato in quota centrodestra, che davanti alle telecamere nascoste – insieme al braccio destro di Passariello, Agostino Chiatto – ha illustrato un vero e proprio tariffario per ungere la macchina amministrativa e aggiudicarsi commesse per lo smaltimento di rifiuti del valore di milioni d'euro, con mazzette che, calcola Fanpage, arriverebbero a sfiorare la somma di duecentomila euro.

La paura, quindi. Quella che spinge Matteo Renzi a mettere le mani avanti, proclamarsi garantista, e davanti ai microfoni di TeleNorba tenere ben lontano dalla marea montante l'altro De Luca, il figlio maggiore Piero, candidato per il Pd a Salerno: "Ora non iniziamo anche ad addossare ai fratelli le responsabilità degli altri".

Se è vero che Piero risulta del tutto estraneo alla vicenda – e in attesa che il sito pubblichi la seconda parte dell'inchiesta, quella relativa direttamente a Roberto – il livello di connessioni di un sistema consolidato da anni è troppo intricato per non pensare che un eventuale scossone non tiri giù più foglie dall'albero.

Ad iniziare dai progetti che Vincenzo starebbe coltivando sul figlio minore. In molti hanno letto la candidatura dell'attuale vicesindaco di Salerno, Eva Avossa, in seconda posizione nel listino in città, come un sostanziale lasciapassare per il figlio a numero due dell'amministrazione comunale, in attesa di una candidatura a primo cittadino al prossimo turno delle amministrative. Un'elezione, quella di Avossa, che sembra scontata, essendo subito dietro a Marco Minniti, che con tutta probabilità otterrà un seggio vincendo il suo collegio uninominale nelle Marche.

Un eventuale disegno che il video di Fanpage in cui si vedrebbe Roberto – ancora non reso pubblico dalla testata napoletana – potrebbe mandare in fumo. Scrive l'Ansa che i giornalisti e il pentito di camorra avvicinarono De Luca attraverso un commercialista amico dell'assessore, Francesco Colletta. "Durante un primo incontro con Colletta si disse interessato a un appalto per lo smaltimento delle ecoballe, poi successivamente si vide di persona con De Luca jr, poi un ultimo incontro con il presunto intermediario dove gli sarebbe stata comunicata la richiesta di una percentuale sull'affare". In tarda serata Roberto affida a una nota la sua versione: "Ho piena fiducia nei magistrati, prosegua l'accertamento dei fatti senza guardare in faccia a nessuno e venga chiarito ogni aspetto della vicenda, con la quale non c'entro nulla. Mi auguro ora che si ponga termine ad attacchi politici e personali strumentali violenti al di fuori di ogni regola di semplice civiltà".

La procura sta esaminando oltre 900 ore di filmati girati da Fanpage. E la pubblicazione delle successive puntate ancora non è certa. Ma l'intera vicenda potrebbe avere ripercussioni di natura politica anche sul fratello Piero, già sotto indagine per bancarotta fraudolenta. Perché i sondaggi sul collegio uninominale salernitano in cui è candidato non sono così rosei da renderne la vittoria certa. E una bufera sulla famiglia potrebbe metterla ancora più a rischio. Certo, gli avversari non sono nomi di primo piano. Il Movimento 5 stelle gli schiera contro Nicola Provenza, il centrodestra il dirigente locale di Fdi Gennaro Esposito. Così come Passariello si è visto schierato contro a Ponticelli Giovanni Palladino, rientrato nei Democratici dopo un'esperienza in Scelta Civica. Un candidato non di primissima fascia. E l'incrocio della doppia sfida Pd-meloniani, per il rispettivo calibro dei candidati, ha fatto chiacchierare molto una parte del Pd campano.

L'elezione di Piero non è a rischio, essendo in cima al listino bloccato a Caserta. Un territorio dove, oltre al sostegno del suo partito, può godere dell'appoggio dei colonnelli locali di Campania Libera, la lista civica alla quale hanno dato vita molti fuoriusciti da Forza Italia, alcuni dei quali considerati in passato vicini a Nicola Cosentino.

De Luca ha messo in moto immediate contromisure. Il consigliere delegato di Sma, che in una nota ha sostenuto che le immagini di Fanpage sono "montate ad arte", sabato verrà silurato dall'assemblea dell'azienda. Da parte sua Passariello, il cui presunto braccio destro risulta nei filmati come l'anello di congiunzione tra i vertici amministrativi e la politica, ha rilanciato: "Torno a fare campagna elettorale a testa alta, come ho fatto fino ad oggi".

L'inchiesta su un presunto giro di corruzione sulle ecoballe potrebbe avere effetti riflessi non solo sul Pd regionale, ma anche su quello nazionale. Risale esattamente a due anni fa la passeggiata di Renzi insieme a De Luca a Giugliano : "Da qui ai prossimi due anni massimo tre, la Terra dei fuochi sarà finalmente libera dalle ecoballe", assicurò l'allora premier. Parole che assumono oggi tutta una sfumatura imprevista. Ironia della sorte, domani, in un momento complicatissimo, il segretario del Pd toccherà la Campania nel suo tour elettorale. A Napoli, certo. Ma nel pomeriggio proprio a Giugliano.

Un timing esplosivo. Perché la Dda di Napoli adombra anche un ruolo dei clan Cimmino e Bidognetti. "Lucio Varriale – scrive l'Antimafia - nella sua qualità di dirigente della regione Campania, Agostino Chiatto, come dipendente della Sma, la società in house per il risanamento ambientale, in concorso con Luciano Passariello, consigliere regionale della Campania, per disporre l'affidamento dell'appalto inerente lo smaltimento di fanghi riconducibili a una cordata di imprenditori suoi 'amici', concordavano il prezzo dell'offerta pubblica, così da ricevere soldi anche per finanziare la campagna elettorale di Passariello. Il tutto aggravato dalle finalità mafiose, perché c'erano gli interessi del clan Cimmino del Vomero e dei Casalesi". L'aria sotto il Vesuvio si fa sempre più calda.

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