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Politica

M5s prende tempo e non pubblica i dati. Ancora approfondimenti sui rimborsi e possibili tre nuovi parlamentari coinvolti

NurPhoto via Getty Images
NurPhoto via Getty Images 

I controlli sui rimborsi sembrano non finire mai. M5s pubblicherà i dati di tutti i parlamentari, ma il dettaglio non è ancora pronto. O per meglio dire, prima di annunciare che otto e solo otto sono i deputati e senatori che non hanno rispettato il codice etico, lo staff pentastellato sta passando in rassegna anche le singole voci di spesa per capire se davvero, come anticipato dalla trasmissione Le Iene, i "furbetti dello scontrino" sono quattordici.

Per ciascun deputato e senatore, lo staff M5s inserirà la somma dichiarata per le restituzioni e il corrispettivo risultante dalle tabelle del ministero del Tesoro così da fugare ulteriori dubbi sul caso dei falsi bonifici che ha travolto i pentastellati a due settimane dalla fine di questa campagna elettorale. Il prospetto doveva essere pronto già questa sera tuttavia il dubbio che ad aver "truffato" il Movimento, non versando i soldi dei rimborsi elettorali nel fondo del microcredito, non siano solo gli otto parlamentari annunciati da Luigi Di Maio si è insinuato sempre di più nelle stanze dei vertici. Intanto viene spiegato, forse come forma di tutela, che dagli elenchi in mano allo staff risultano alcune incongruenze ma per somme irrisorie e riconducibili a piccoli errori o a semplici arrotondamenti nelle somme da devolvere.

I nomi sicuri, in teoria già espulsi dal Movimento, sono quelli di Ivan Della Valle, Maurizio Buccarella, Carlo Martelli, Girolamo Pisano, Elisa Bulgarelli, Emanuele Cozzolino, Andrea Cecconi, Silvia Benedetti. A questi va aggiunto quello di Giulia Sarti, che ha denunciato l'ex fidanzato per gli ammanchi, circa 23mila euro, ed è possibile che i vertici chiederanno alla deputata di autosospendersi per non ledere l'immagine del Movimento, alla luce anche di quanto detto da Bogdan Andrea Tibusche che sarebbe in possesso di audio e mail che dimostrerebbero il dolo da parte di Giulia Sarti. Nella lista de Le Iene dovrebbero esserci anche Barbara Lezzi e Massimiliano Bernini, entrambi assolti da Di Maio. Per arrivare a quattordici ne mancano tre. Dunque sono in corso verifiche su chi non ha dato il via libera al trattamento dei dati e su chi ha esagerato con il spese.

Di Maio a telecamere accese usa il pugno di ferro. "Non solo abbiamo espulso dal Movimento" i tre candidati massoni e chi non ha versato i soldi per le piccole e medie imprese "ma li denuncerò personalmente come capo politico del Movimento per danno di immagine del M5s e visto che Michele Ainis ci ha spiegato che i candidati possono rinunciare alla proclamazione, noi chiederemo a queste tre persone di rinunciare alla proclamazione andando in Corte di appello". Tuttavia non è chiaro se l'invito di Di Maio abbia valenza immediata o meno. Il costituzionalista sulle pagine di Repubblica ha spiegato che da subito si può rinunciare alla proclamazione, ma persone molto vicine a Di Maio ritengono che, secondo i loro studi e le loro informazione raccolte, questo non sia possibile e bisognerà aspettare il 5 marzo. Sta di fatto che per il momento i candidati sono tutti presenti nelle liste. E si incorrono le voci e i dubbi di possibili sanatorie, "in fondo – dice una fonte a taccuini chiusi – alcuni hanno sottratto poco e hanno già restituito tutto". Insomma più che al 5 marzo, in casa 5Stelle si guarda ai numeri. E se Di Maio avrà davvero la possibilità di avvicinarsi a Palazzo Chigi anche pochi deputati e senatori in più possono fare la differenza. Ma per la riabilitazione di chi ha peccato nella condotta bisognerà aspettare il post voto.

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