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Politica

Gianni Letta tira fuori dal cassetto un vecchio sogno di Matteo Renzi: portare la Ragioneria dello Stato a Palazzo Chigi

ANSA
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Mentre, fuori, centrodestra e centrosinistra si danno battaglia sul campo minato della campagna elettorale, Gianni Letta tira fuori dal cassetto un vecchio sogno di Matteo Renzi: portare la Ragioneria dello Stato a palazzo Chigi.

Non sarà il patto del Nazareno, non si potrà (ancora) parlare di larghe intese, ma certo che questo "sogno" in comune tra uno degli uomini più vicini a Silvio Berlusconi e il segretario del Pd, fa presagire se non un dialogo post voto, certo una distensione tra le due coalizioni.

Ma partiamo dal principio. Siamo nell'aula magna dell'Università Luiss e Gianni Letta, ex sottosegretario e braccio destro di Silvio Berlusconi ai tempi di palazzo Chigi interviene a un convegno dicendo, senza mezzi termini: "Bisogna togliere la Ragioneria dello Stato al ministero dell'Economia e portarla alla presidenza del Consiglio" perché "la Ragioneria generale dello Stato non può essere appannaggio di un ministro" ma "deve essere al servizio del presidente del Consiglio e, suo tramite, al servizio di tutti i ministri. È il cuore del funzionamento della presidenza".

Lo stesso identico progetto portato avanti da Matteo Renzi nei primi tempi del suo approdo a palazzo Chigi. Pochi giorni dopo il suo insediamento da premier, infatti, si diffuse la notizia che Renzi avesse intenzione di spostare la Ragioneria dello Stato, supremo custode dei conti pubblici, dal ministero dell'Economia sotto l'egida della presidenza del Consiglio.

Portando all'interno della "cabina di regia economica" di palazzo Chigi i poteri della Ragioneria, il premier avrebbe potuto decidere e controllare con la sua sola squadra le coperture economiche delle leggi e in primis del Bilancio dello Stato, togliendo i poteri di controllo dalle mani dei burocrati e tecnici di via XX settembre.

Effettivamente un emendamento al ddl Madia del relatore Ernesto Carbone (fedelissimo di Renzi) tentò di dare a Palazzo Chigi la supervisione sulle coperture finanziarie dei provvedimenti economici e sull'individuazione delle risorse necessarie a far fronte alle leggi di spesa. Il tentativo non andò in porto, l'emendamento venne ritirato e il sogno di Renzi di accentrare il potere della Ragioneria si arenò. Anche se, grazie a nuovi innesti di personale, il ministero dei Rapporti con il Parlamento, dove allora sedeva Maria Elena Boschi, ebbe la possibilità di un accesso diretto alle banche dati della Ragioneria con le quali controllava le coperture o le giacenze nei vari fondi del bilancio dello Stato.

Ora quel sogno mai realizzato viene tirato fuori dal cilindro, e dal cassetto, da Gianni Letta in persona. E chissà che, con un sì bipartisan, non diventi realtà nella prossima legislatura.

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