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Politica

Allarme di Juncker sul voto italiano: "Ci prepariamo a un governo non operativo". Gentiloni replica. Alla fine le scuse: "Piena fiducia nel nuovo esecutivo"

Francois Lenoir / Reuters
Francois Lenoir / Reuters 

Prima l'allarme, poi le scuse. A dieci giorni dal voto, il presidente della Commissione europea, Jean Claude-Juncker, esterna preoccupazione: "Dobbiamo prepararci allo scenario peggiore, cioè un Governo non operativo in Italia". Una posizione in controtendenza rispetto a molte voci rassicuranti sulle conseguenze delle elezioni italiane. Replica Gentiloni: "Tranquillizzerò Juncker. A parte il fatto che i governi sono tutti operativi. I governi, governano". Poi le scuse di Juncker: "Qualunque sarà l'esito elettorale, sono fiducioso che avremo un governo che assicurerà che l'Italia rimanga un attore centrale in Europa e nella definizione del suo futuro".

Piazza Affari accusa il colpo dopo le parole iniziali di Juncker e chiude in rosso: l'indice Ftse Mib cede lo 0,84% a 22.464 punti. Lo spread sale a 137 punti base. Maglia nera in Europa.

Gentiloni ha provato subito a parare il colpo: "Io non sono d'accordo nel vedere queste elezioni come un salto nel buio. Non ho una paura del baratro". Poi Juncker si è di fatto scusato con un comunicato stampa: "Le elezioni sono un'occasione di democrazia. E questo si applica anche all'Italia - un Paese a cui mi sento molto vicino. Il 4 marzo gli italiani si recheranno alle urne ed esprimeranno il loro voto. Qualunque sarà l'esito elettorale, sono fiducioso che avremo un governo che assicurerà che l'Italia rimanga un attore centrale in Europa e nella definizione del suo futuro".

Oltre a Gentiloni, sul fronte italiano si sono fatte sentire altre voci. "Puntuale come un orologio suona l'allarme", commenta Nicola Fratoianni (LeU), secondo cui "da Juncker arriva la sentenza sulle elezioni italiane. Invece di parlare a ruota libera sarebbe bene che il presidente della Commissione Ue si occupasse dei disastri combinati anche sotto il suo mandato" dice il numero uno di Sinistra Italiana, che chiede a Juncker "di farci il piacere di tacere". Per i 5 Stelle Juncker dovrebbe "evitare dichiarazioni che appaiano come vere e proprie ingerenze nella vita politica di uno dei Paesi fondatori dell'Unioni europea. Meritiamo rispetto. La politica dei moniti e dei diktat di Bruxelles è morta e sepolta" afferma l'europarlamentare del Movimento 5 Stelle Fabio Massimo Castaldo. Secondo Emma Bonino, invece, "Juncker dice quello che dicono tutti i commentatori. Del resto, è intervenuto anche su Brexit e sulla Catalogna. Non è che stiamo facendo una grande figura di serietà...".

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