Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Esteri

Il Cio dichiara chiuse le Olimpiadi del ghiaccio e del disgelo

Pawel Kopczynski / Reuters
Pawel Kopczynski / Reuters 

Cala il sipario sulla 23esima edizione delle Olimpiadi di Pyeongchang. Quello che lo sport aveva da dire, nel corso di questi Giochi invernali, lo ha detto. Adesso è ora che la politica ritorni in gioco, in primo piano, magari proseguendo sulla scia positiva di quanto visto sulle piste da sci e negli stadi del ghiaccio. Almeno è quello che si è augurato Thomas Bach, numero uno del Cio, che dopo aver ringraziato il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, ha sottolineato quanto l'evento abbia riavvicinato le due coree: "Lo sport ha offerto un ponte di pace e continuerà a farlo anche quando la fiaccola sarà spenta".

WANG ZHAO via Getty Images
WANG ZHAO via Getty Images 

Una speranza che trova un appiglio nell'incontro avvenuto a poche ore dall'inizio della cerimonia di chiusura, quando il presidente sudcoreano Moon ha incontrato la delegazione nordcoreana di otto funzionari guidata dal generale Kim Yong-chol. Un incontro da cui sono scaturite importanti dichiarazioni, come la disponibilità della Corea del Nord a tenere colloqui con gli Usa.

"Il presidente Moon ha rimarcato che il dialogo tra Usa e Corea del Nord deve al più presto anche per migliorare i rapporti tra le due Coree e per la fondamentale soluzione delle questioni relative alla penisola coreana", ha detto il portavoce Kim Eui-kyeom in una nota in cui erano contenuti i dettagli dell'incontro durato circa 60 minuti.

KOREA POOL via Getty Images
KOREA POOL via Getty Images 

Moon, in particolare, avrebbe apprezzato il riavvicinamento in corso tra Seul e Pyongyang, osservando però la necessità di un ulteriore avanzamento delle relazioni bilaterali. "La delegazione del Nord ha trasmesso il desiderio del leader Kim Jong-un a fare questo, dicendo che anche lui sente lo stesso impegno", ha aggiunto Kim, nel resoconto fatto dalla Yonhap. In assenza di ulteriori elementi, resta da capire l'esistenza o meno dei margini per un incontro tra il generale Kim e Ivanka Trump, anche se la "first daughter" del presidente Usa Donald Trump non ha manifestato disponibilità in tal senso, sottolineando anzi la necessità di mantenere alte le pressioni sulla Corea del Nord. E, non a caso, durante gli scambi di mano la figlia del presidente Usa ha tenuto il suo sguardo ben lontano dal generale Kim, seduto nella fila alle sue spalle, ad appena due sedie di stanza.

AFP/Getty Images
AFP/Getty Images 

Ma l'arrivo della delegazione a Sud del 38° parallelo non ha incontrato il favore di tutto il popolo sudcoreano: al suo arrivo, un gruppo di parlamentari conservatori e di familiari delle vittime della Cheonan - la nave affondata in un attacco nordcoreano che si pensa sia stato orchestrato proprio dal generale Kim Yong-chol - ha tentato di bloccare la delegazione del Nord diretta all'ufficio immigrazione e controlli di Paju.

Il governo di Seul ha spiegato di aver accettato la visita di Kim, malgrado la forte avversità dell'opinione pubblica, sulla convinzione che possa contribuire a migliorare i rapporti tra le due Coree in vista dell'auspicato dialogo per riportare la pace duratura nella penisola. La delegazione, che include diversi funzionari che seguono i dossier nucleare e diplomatico con gli Usa, si fermerà per tre giorni con le aspettative, secondo quanto auspicato dal governo di Seul, di poter definire soluzioni possibili allo stallo intercoreano.

Pool via Getty Images
Pool via Getty Images 

Sulla questione delle due coree, però, si inserisce un quarto elemento, oltre agli Usa: la Cina. Il paese del Dragone è pronto ad affrontare "seriamente" ogni violazione riscontrata alle risoluzioni dell'Onu contro la Corea del Nord, e chiede agli Usa di mettere fine alle sanzioni unilaterali che colpiscono società e individui cinesi. Questo il messaggio contenuto in una nota del ministero degli Esteri, pubblicato subito dopo essere venuto a conoscenza del pacchetto aggiuntivo di sanzioni americane, definito dai media statunitensi il "più pesante mai preparato contro Pyongyang".

La Cina ha quindi formulato "rimostranze severe" con Washington sull'ultima mossa, chiedendo l'immediata fine delle "violazioni" in modo da non colpire la cooperazione bilaterale in molte aree sulla considerazione della "attuazione in modo stringente e comprensiva", da parte di Pechino, delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sulla Corea del Nord "soddisfacendo gli obblighi internazionali, senza mai permettere a cittadini e società cinesi la loro violazione".

Pechino si è quindi inserita, anche se per tutelare i propri interessi, nella delicata questione coreana. E forse non è un caso che proprio a Pechino, tra quattro anni, si terranno le prossime Olimpiadi invernali.

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione