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Politica

Il centrodestra punta a fare il pieno in Sicilia, ma teme il M5S. Crisi e polemiche nel Pd

ANSA
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Di certo, il 61 a 0 per il centrodestra del 2001 non si ripeterà. "Perché questa volta a 61 non si può arrivare, ma siamo messi male", dice Antonello Cracolici, consigliere regionale del Partito democratico in Sicilia ed ex assessore all'Agricoltura nella giunta di Rosario Crocetta. Nell'isola si eleggono 52 deputati e 25 senatori. 28 di questi verranno fuori dai collegi uninominali, che alle elezioni politiche di 17 anni fa furono tutti assegnati al centrodestra. Oggi, i vincitori delle ultime elezioni regionali viaggiano con il vento in poppa. Il Pd è lacerato dalle divisioni. Subito dopo l'annuncio delle liste elettorali, il segretario regionale Fausto Raciti ha annunciato le dimissioni, in polemica con i vertici nazionali. Soltanto il Movimento 5 Stelle sembrerebbe in grado di turbare i sogni di gloria del centrodestra, che sogna un nuovo en plein. Alle Regionali dello scorso novembre, i grillini sono risultati il primo partito dell'Isola. E il 4 marzo, in Sicilia come nel resto dell'Italia meridionale, sperano di raccogliere gli elettori in libera uscita dai dem.

Da un lato, i grillini siciliani sono certi di ottenere un ottimo risultato. Dall'altro, la sfida nei collegi è ardua. I candidati della destra godono di grande notorietà, e possono contare su un ampio patrimonio di consensi personali. I pentastellati sperano di strappare due collegi alla Camera tra Ragusa e Siracusa, e pensano di essere in partita a Messina e ad Acireale. Nel comune della provincia di Catania ,il sindaco Roberto Barbagallo si è dimesso. L'ormai ex primo cittadino è stato arrestato pochi giorni fa, con l'accusa di aver utilizzato la propria carica per procurare voti al candidato del centrosinistra alla Camera, Nicola D'Agostino. Ad Acireale, la candidata dei 5 Stelle è Giulia Grillo, deputata nota anche al livello nazionale, che adesso può sperare.

"Sono convinta che il Sud possa essere fondamentale per il dato nazionale del Movimento. In Sicilia, ce la giochiamo in più di un collegio", dice Gianina Ciancio, consigliera regionale dei 5 Stelle. Che aggiunge: "Il Pd non ha identità politica e neppure voti". Dentro il Pd siciliano, lo sconforto è palpabile: "Siamo fuori gioco. C'è una marea montante del centrodestra, e l'unico sostegno ai 5 Stelle è la nostra crisi". Fino a pochi mesi fa, il Pd era al governo della Sicilia. Ora è cambiato tutto. Spiega Cracolici: "Ci sono stati gravi errori nella composizione delle liste. Abbiamo dato l'idea che il Pd in Sicilia è diventato un'altra cosa, scindendosi da parte della sua gente". Un ragionamento che nella sinistra siciliana condividono in molti. Il "taglio" dalle liste di alcuni esponenti storici, come il senatore Beppe Lumia, è andato di traverso a molti. E "l'abbraccio" con il movimento Sicilia futura dell'ex ministro Salvatore Cardinale si tollera a fatica. La ribellione è stata formalizzata dalla nascita dei "partigiani dem", un gruppo di dissidenti in aperta polemica con i renziani.

Ma per una volta, le sventure della sinistra non fanno piacere al centrodestra. Un risultato al di sopra delle aspettative, potrebbe portare i grillini a insidiare il centrodestra in alcuni collegi. Soprattutto nelle grandi città, dove il Movimento è più forte. Il ragionamento che si fa suona più o meno così: "Si sta sottovalutando il pericolo 5 Stelle, perché hanno perso alle Regionali. Ma se una parte degli elettori di sinistra convergesse su di loro, potrebbe essere una tempesta perfetta".

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