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Politica

La resurrezione di Berlusconi, la scommessa di Salvini al sud, il declino di Renzi: il voto italiano visto dalla stampa internazionale

Xinhua News Agency via Getty Images
Xinhua News Agency via Getty Images 

A quattro giorni delle elezioni, il voto italiano conquista spazio sui principali quotidiani stranieri. Con ognuno che sceglie di puntare l'attenzione su un aspetto in particolare: dalla scommessa di Matteo Salvini al sud, vero "jolly di queste elezioni" secondo il Guardian, al Berlusconi "risorto" su cui si concentra il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, passando per la "maledizione di Matteo Renzi" sul Pais e le preoccupazioni degli investigatori per un successo dei Cinque Stelle (Le Figaro).

Il britannico The Guardian accende i riflettori sui "populisti del nord che fanno la corte al sud" e sul "populismo arrabbiato e indignato" di Matteo Salvini.

"Probabilmente gli sforzi di Salvini di far perdonare la Lega al sud daranno i loro effetti. Ci si aspetta che il partito guadagni il 7% o più nella regione, un risultato impensabile negli anni '90 [...]. Mentre prima gli abitanti del sud erano descritti come pigri saccheggiatori delle ricchezze del nord, Salvini ha assegnato il ruolo dei nemici della sua strategia 'Prima gli italiani' a migranti, richiedenti asilo e governo di Roma. In Sicilia ha insistito su agricoltura e pesca, due aree in cui il risentimento contro le linee guida dell'Ue è dilagante, e il suo messaggio sembra aver avuto buona risonanza".

La performance di Salvini al sud – nota il Guardian - è considerata una delle carte jolly di queste elezioni. Ma qualunque sarà il risultato, è certo che il 44enne avrà un futuro brillante nella politica italiana. Negli ultimi giorni – osserva ancora il quotidiano - Salvini ha cercato di sminuire la sua xenofobia di fronte al pubblico nazionale. Recentemente si è paragonato a Macron per le politiche migratorie, ma il suo passato è abbastanza eloquente su cosa pensi davvero dei migranti.

Rimanendo a destra, il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung dedica un articolo al "risorto Silvio Berlusconi".

"Berlusconi sembrava finalmente finito. Troppe tasse e relazioni sessuali. E adesso? Il vecchio è tornato? L'adorazione è infinita, anche la vittoria elettorale è possibile", scrive il quotidiano tedesco.

Il francese Les Echos titola invece sulle difficoltà del governo uscente "a costruire sul suo bilancio economico". "Dopo lo shock della crisi e la recessione, l'Italia è tornata a crescere. Ma non è sicuro che gli elettori attribuiscano il merito al partito di Matteo Renzi. Il lavoro rimane enorme per il prossimo governo", sottolinea il quotidiano. "Le valutazioni economiche sono l'argomento elettorale di cui il governo in carica è più orgoglioso, ma rischiano di essere il tema meno convincente per l'elettorato".

Les Echos ricorda le parole del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda: "Rimane ancora molto da fare, ma la direzione è buona". "Se la seconda parte della sua affermazione è discussa, la prima è unanime", osserva il quotidiano francese. "Perché la maggior parte degli italiani non sono grati al Partito Democratico per aver portato il Paese fuori dalla crisi e molti non sentono di beneficiare nella loro vita quotidiana della tanto decantata ripresa. I posti di lavoro creati sono spesso precari, la disoccupazione si è stabilizzata all'11%, ma rimane molto alta tra i giovani con oltre il 34% e la crescita, una delle più deboli dell'area dell'euro, rimane fragile".

Il quotidiano spagnolo El Pais si concentra sulla parabola discendente di Matteo Renzi, vittima di una vera e propria maledizione.

"L'ex primo ministro e candidato del Pd è passato dall'essere un ciclone della politica europea a un leader con cui oggi nessuno vuole farsi fotografare in campagna elettorale", scrive il quotidiano, che mette a confronto il Renzi che, a fine febbraio 2016, si presentava a Palazzo Madama senza nascondere il suo disprezzo per una vecchia classe dirigente che aveva iniziato a "rottamare" con il Renzi perdente e messo alle strette del dopo 4 dicembre.

"Dopo aver raggiunto un successo storico alle elezioni europee nel 2014 con il 41% dei voti, la tentazione di continuare a giocare a livello nazionale e conquistare uno spazio che nessuno aveva coperto dalla scomparsa della Democrazia Cristiana in Italia era enorme. Doveva pescare nell'elettorato di Berlusconi e semplificare il messaggio [...] Come i cattivi portieri, è rimasto a metà strada".

Le Figaro riprende invece la gaffe di Juncker sullo "scenario peggiore" a cui bisogna prepararsi con un "governo non operativo" in Italia – gaffe che in realtà nasconde una semplice verità così riassunta dal quotidiano francese: l'Italia, anello debole nella zona euro, affronta un voto incerto. Gli italiani – osserva Le Figaro - sono tentati dai partiti populisti, in particolare dal Movimento Cinque Stelle, e questo preoccupa i mercati. Non che la "curiosa alleanza di centrodestra tra europeisti e sovranisti anti-immigrazione" dia grandi rassicurazioni, nota il quotidiano francese.

"Se la situazione europea è in buona forma, a livello politico, le nuvole si concentrano sopra l'Italia. La settimana scorsa, Jean-Claude Juncker, il presidente della Commissione europea, si è detto più preoccupato per l'esito delle elezioni italiane che per il referendum interno dell'Spd che si conclude domenica 4 marzo, lo stesso giorno del voto in Italia. Il capo della Commissione ha gettato olio sul fuoco temendo una "forte reazione" nei mercati dopo il voto italiano...".

Il New York Times, infine, descrive "il buio" in cui l'Italia si appresta a votare. Il quotidiano apre la sua edizione internazionale con un lungo reportage da Taranto, eletta a simbolo di un Paese in difficoltà e con scarse prospettive per i giovani. Con una grande foto su un quartiere della città pugliese che ospita l'Ilva.

Si cita la testimonianza del 29enne Elio Vagali, che "come milioni di giovani italiani si confronta con opportunità di carriera che vanno dal minimo all'inesistente. Ha pulito case, raccolto i mandarini, senza le protezioni di un contratto a tempo pieno". E "in misura della sua disperazione, il datore di lavoro dei suoi sogni è una acciaieria fatiscente che domina la vita di questa città in declino sul Mar Ionio", l'Ilva, "accusata dalla comunità di provocare tumori". Eppure, per Vigali, sarebbe "la porta per un'altra vita, per uscire dalla casa dei genitori". Ma l'Ilva non assume: "O conosci qualcuno, o non entri. Non c'è niente qui per me", dice il giovane.

Tutto ciò, rileva il Nyt, "aiuta a spiegare perché il signor Vagali e gran parte dell'elettorato italiano sono indifferenti" per le elezioni del 4 marzo che determineranno chi governerà "la quarta economia europea".

Il quotidiano americano rileva che "le prospettive del Paese sono migliorate negli ultimi anni, ma non abbastanza da sollevare significativamente la condizione dei cittadini. Molte aziende stanno crescendo senza assumere. Ed i posti di lavoro che sono stati creati sono in gran parte temporanei e part-time".

Il Nyt ricorda che "quasi il 30 percento degli elettori è indeciso, secondo i sondaggi" ed i "partiti anti-establishment stanno attirando il sostegno" di coloro che vivono difficoltà economiche. In particolare, il "movimento populista M5S, in testa in molti sondaggi, e che in precedenza aveva chiesto all'Italia di sbarazzarsi dell'euro, se dovesse trionfare costituirebbe una sfida ai leader europei per la coesione del continente". Così come, sottolinea il quotidiano, un problema nel confronto con l'Europa ci potrebbe essere con una "probabile" vittoria del "riabilitato" Silvio Berlusconi che "in precedenza si era beffato delle regole Ue sul deficit".

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