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Politica

Roberto Speranza all'Huffpost: "Mai con Renzi e Berlusconi. Con M5S confronto su nostri valori e programmi, o arrivederci"

Simona Granati - Corbis via Getty Images
Simona Granati - Corbis via Getty Images 

Roberto Speranza, siamo alla fine della campagna elettorale. Qual è il suo giudizio?

Sarò controcorrente, ma le dirò che per me è stata una campagna entusiasmante per una forza come la nostra che si presenta per la prima volta. Ho negli occhi la bellissima piazza stracolma della mia città, Potenza, ieri sera al comizio di chiusura. Ma una campagna difficile anche perché segnata dalla mascalzonata patetica del voto utile portata avanti dal Pd e da buona parte della narrazione dell'establishment che tifa per le larghe intese.

Una mascalzonata?

Patetica si, perché siamo in un sistema proporzionale e dunque si votano i partiti. Dire che chi vota per noi favorisce la destra non solo è tecnicamente falso. Ma è politicamente insensato. Noi ci rivolgiamo ad un popolo che si è sentito tradito dalle politiche di Renzi e rischia di rifugiarsi nell'astensione o consegnarsi alla rabbia dei Cinque Stelle. È il film che abbiamo visto in questi anni perdendo le principali città italiane, da Roma a Torino a Genova, nell'indifferente arroganza del gruppo dirigente del Pd. La vera scissione c'è stata tra la sinistra e il suo popolo ed è su questo bisogno di "ricomposizione sentimentale" che siamo nati.

Parliamo del dopo, Speranza. Con questa legge elettorale pasticciata e confusa difficilmente garantirà un vincitore in grado di governare. Non pensa che serietà imporrebbe di indicare, ognuno, la propria proposta del "dopo". L'altro giorno Grasso ha parlato di un governo di scopo con Renzi e Berlusconi.

Non proprio. Abbiamo una posizione chiara e condivisa da tutti. La legge elettorale la fa il Parlamento. Domando: volete cambiare il Rosatellum? Benvenuti. Noi siamo pronti in ogni momento. Io mi sono dimesso da capogruppo del Pd contro la scelta di Renzi di mettere la fiducia su una materia di natura strettamente parlamentare. Grasso stesso ha lasciato il Pd dopo che Gentiloni, smentendo se stesso, ha messo otto volte la fiducia su una legge porcata che non permette ai cittadini di scegliere i propri rappresentati. Se c'è da cambiare la legge elettorale noi siamo pronti a discutere in Parlamento. Di governi con Renzi e Berlusconi non voglio sentirne neanche parlare. Non lo faremo mai.

Mai?

Mai. Parliamoci chiaro: Renzi e Berlusconi fanno finta di smentire, ma in realtà sono già d'accordo sul dopo. Lo dimostrano le liste. Se candidi Casini o Lorenzin è chiaro che stai preparando un progetto politico. Bonino e Minniti lo hanno detto candidamente, anche con un certo entusiasmo... Credo che Verdini, in materia, sia un teste assolutamente attendibile. Ieri ha detto a Piazza Pulita: il Nazareno risorgerà. Il problema sono i numeri, non la volontà. Bene, non vengano a chiederceli a noi. Noi siamo semplicemente alternativi. Qui si che vale il ragionamento del voto utile: ogni voto dato al Pd e ai suoi alleati servirà per fare il governo Renzi Berlusconi. Ogni voto dato a noi serve invece per riaprire una prospettiva progressista nel Paese.

Lei, nel corso di questa conversazione, non ha mai nominato Gentiloni.

Perché siamo già oltre politicamente. Noi, per un anno, abbiamo chiesto a Gentiloni, di cui ho apprezzato stile e mitezza, una "discontinuità" politica dopo la frana del 4 dicembre, sempre con l'obiettivo di ricomporre sinistra e popolo. Abbiamo ricevuto segnali insufficienti. Ora, francamente, non partecipo al tifo sul renzismo dal volto umano. Ma le ha viste le liste?

Cioè lei dice: è nato il Pdr. Mi pare che sta parlando ai fondatori che invocano Gentiloni. Molti però, come Prodi, non votano Pd.

Glielo dico io che votano. Lo sa che a Firenze, dove sono candidato alla Camera, votando il cosiddetto centrosinistra eleggi al parlamento Gabriele Toccafondi che è stato uno dei capi di Forza Italia di quella città? Votando per Liberi e Uguali invece eleggi Sandra Gesualdi, un simbolo bellissimo della battaglia per i diritti. A Prodi e ai tanti altri che in questi mesi ci hanno fatto appelli a ricostruire il centrosinistra dico: dove sta il centrosinistra? È Toccafondi o Gesualdi? Noi continuiamo a difendere le nostre idee che, quando fondammo il Pd, erano anche le idee di Prodi, Veltroni, Napolitano. Perché almeno sulla differenza tra destra e sinistra eravamo d'accordo. Poi magari c'era un'articolazione sui programmi ma prima di tutto c'è una visione di sé nel mondo e nella storia nazionale. O no?

Questo posizione è chiara. Ma mi spieghi bene: lei dice "mai un governo con Berlusconi e Renzi". Significa che non sarete disposti a un governo del presidente, di scopo, lo chiami come vuole, insomma un governo che nasce con pochi e limitati obiettivi su impulso del capo dello Stato, per poi tornare al voto?

Le ripeto: mai. Per cambiare le leggi elettorali basta confrontarsi seriamente in Parlamento. Punto.

E se arrivano prima i 5 Stelle, siete disposti al confronto?

Guardi, personalmente non ho partecipato alla loro criminalizzazione in questa campagna elettorale. Credo che Renzi e Berlusconi li abbiano aiutati indicandoli come un pericolo per la democrazia, alimentando la loro narrazione del "tutto il vecchio è contro di noi, votateci". Detto questo, noi siamo la sinistra. E nel loro programma vedo un forte impianto conservatore, di destra, su diritti, immigrazione e sicurezza. Di Maio e Grillo su molti temi la pensano come Salvini e Berlusconi, penso all'immigrazione ma anche al rapporto col sindacato. Avrei voluto tutte le forze politiche in piazza con L'Anpi. Antifascismo e antirazzismo sono valori fondanti della nostra Costituzione. Dove erano i 5 Stelle? Avevano paura di perdere qualche voto della pancia del Paese.

Dunque?

Noi, dopo il voto, ci confronteremo in parlamento a partire dal nostro programma e dai nostri valori. Vogliono ripristinare le tutele dell'art 18? Ecco i nostri voti. Chiedono di prendere o lasciare il loro programma e la loro squadra? Arrivederci e tanti auguri.

Facciamo un'ipotesi. I 5 Stelle arrivano prima e avranno l'incarico. Voi che fate?

Le ripeto: la nostra presenza e consistenza in Parlamento è fondamentale per spostare l'asse del Paese a sinistra. Più sarà forte Liberi e Uguali e più saremo in grado di condizionare il prossimo quadro politico. Il nostro obiettivo è rimettere al centro la questione sociale, il lavoro, la sanità e la scuola pubblica. Rialziamo le bandiere di un sistema di valori che nessuno difende più. Noi sfideremo tutte le forze politiche, a partire da Pd e M5S, in una prospettiva chiara e nitida di alternativa alla destra. Il discrimine sarà combattere la precarietà, un nuovo piano per il lavoro e poi la difesa della scuola e della sanità pubblica. Ma è possibile che di Sanità pubblica non parla nessuno?

Vecchia storia, vi lamentate sempre che non si parla di programmi in campagna elettorale.

Sarà una vecchia storia, ma a me pare clamoroso che non se ne parli. Lei lo sa che metà dei medici italiani ha più di 55 anni e che nei prossimi 5 anni vanno in pensione 45000 medici? Se non si ricomincia ad investire nel sistema sanitario nazionale è un guaio grosso. L'universalità della sanità pubblica è irrinunciabile. Significa semplicemente che sei stai male non conta quanti soldi hai, non conta chi di sei figlio o da dove vieni. Se sei un essere umano hai diritto di essere curato. Non è così in tutto il mondo. Ci sono posti dove se non hai una carta di credito o un assicurazione non ti curi.

Speranza non le chiedo della campagna incerta di Grasso, che è apparso incapace di suscitare grandi passione e imprimere slancio alla vostra battaglia per la vita, perché mi farebbe una difesa d'ufficio. Le chiedo cosa accadrà di questo cartello elettorale il minuto dopo il voto. Liberi e Uguali diventerà un partito?

Berlusconi, Renzi, Salvini e Grillo fatto finta di litigare ma in realtà si somigliano molto. È l'idea dell'uomo solo che salva il Paese. Manifesti con i cieli azzurri, bacchette magiche e miracoli tutti i giorni. È proprio così che la politica è andata a sbattere. Piero Grasso è un altra cosa è la sua diversità è un valore. Serietà, sobrietà e autorevolezza al servizio del Paese. Per me dal 5 marzo parte il percorso per costruire il partito del lavoro in Italia. Io impegnerò ogni energia per questo obiettivo.

Porte aperte anche a chi viene dal Pd?

Sarà una grande forza popolare e plurale. Sarà aperta a tutti quelli che vogliono rialzare la bandiera della giustizia sociale e del lavoro. Conterà molto la partecipazione dal basso. Dobbiamo andare oltre le energie che già ci sono e non avere paura. C'è un Italia bella, civica, progressista e di sinistra che cerca un nuovo impegno politico. Dobbiamo dargli una casa, come abbiamo già iniziato a fare. Per me il modello è il partito laburista inglese dove convivono sensibilità diverse. L'incontro tra Grasso e Corbyn non è casuale.

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