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Politica

Carlo Calenda si iscrive al Pd, ma non si candiderà a segretario: "Non bisogna fare un altro partito, ma risollevare quello che c'è"

Max Rossi / Reuters
Max Rossi / Reuters 

"Non bisogna fare un altro partito, ma lavorare per risollevare quello che c'è. Domani mi vado a iscrivere al Pd". Ad annunciarlo su Twitter è il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, che in serata spiega di non volersi tuttavia candidarsi alla segreteria: "Candidarsi a qualcosa sarebbe davvero poco serio. E poi non voglio essere in nessun caso un ulteriore elemento di divisione o personalizzazione".

Una raffica di tweet nel giro di poche ore per Calenda, che risponde alle domande degli utenti social. Il ministro in occasione delle elezioni politiche aveva annunciato il proprio voto per Paolo Gentiloni alla Camera e per Emma Bonino al Senato, ed aveva presenziato alla chiusura della campagna elettorale di +Europa.

Immediati i ringraziamenti, sempre via Twitter, del presidente del Consiglio. "Grazie Carlo!" scrive Gentiloni. A stretto giro si pronunciano anche Maurizio Martina, che parla di "scelta giusta" e il portavoce della segreteria Pd Matteo Richetti: "Si riparte alla grande". Poi la telefonata di Matteo Renzi, che si è congratulato con lui per l'adesione al partito.

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Una mossa controcorrente di Carlo Calenda che arriva dopo un altro tweet, in cui il ministro non si accodava alle critiche nei confronti di Matteo Renzi per la sconfitta elettorale e un altro in cui motivava il crollo nei consensi con la sensazione data dai partiti progressisti di essere "partito delle elite".

Calenda ha però preso le distanze dalla posizione assunta da Renzi al momento delle dimissioni annunciate, ma differite. In particolare il ministro definisce "fuori dal mondo" le considerazioni del segretario dem sulle responsabilità della sconfitta di Gentiloni e Mattarella.

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