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Cultura

"Da noi solo personale italiano". Polemica per lo spot Tirrenia: "Ecco dove siamo arrivati"

Gazzetta dello Sport
Gazzetta dello Sport 

Solo "una vacanza con un servizio 100% made in Italy" è una vera vacanza: è quello che, in stretta sintesi, afferma la nuova campagna pubblicitaria dalla società di navigazione Moby e Tirrenia. Una scelta comunicativa che ha già scatenato la rabbia dei lettori di giornali cartacei che ospitano la réclame del brand e di molti utenti sui social network, pronti a gridare al messaggio xenofobo.

"Navigare italiano non è uno slogan, è un impegno. Significa avere 5.000 lavoratori italiani altamente qualificati, per offrirvi un servizio sempre impeccabile. Vuol dire riconoscere il valore e la professionalità dei nostri connazionali e portare lavoro e fiducia nei nostri porti. Significa darvi solo il meglio", si legge nella pubblicità apparsa a tutta pagina sulla Gazzetta dello Sport. Insomma, gli esperti di comunicazione assoldati da Moby e Tirrenia sembravano puntare sull'efficacia del sentimento nazionalista: scelta che non si è rivelata propriamente vincente, stando alle reazioni più o meno ironiche che corrono sul web.

A scendere in campo contro questa piccola forma di sciovinismo comunicativo anche la scrittrice Michela Murgia.

Ulteriori critiche sono giunte da professionisti del settore pubblicitario.

Su Facebook c'è addirittura chi annuncia che, causa shock da campagna pubblicitaria, rinuncerà a viaggiare con la compagnia senza provare alcuna nostalgia: "Non ho ancora prenotato per le ferie e per una serie di motivi mi sono sempre trovata 'costretta' a viaggiare con Moby. Dopo questa pubblicità veramente pessima valuterò meglio le alternative".

Insomma, l'acqua (di consensi) è poca e la campagna pubblicitaria non galleggia.

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