Cronache

Adesso Trump difende Bergoglio per la crisi degli abusi nella Chiesa

Donald Trump ha affermato che il Papa è la persona "migliore" per gestire il macro-scandalo che sta travolgendo la Chiesa cattolica. Una presa di posizione inaspettata, che potrebbe non far piacere agli elettori ultraconservatori

Adesso Trump difende Bergoglio per la crisi degli abusi nella Chiesa

"Il Papa sta gestendo tutto, immagino che sia il migliore in grado di gestirlo". A pronunciare queste parole è stato Donald Trump. Sullo sfondo c'è il macro-scandalo che sta travolgendo la Chiesa cattolica, specie negli Stati Uniti, dove il dibattito pubblico su quanto emerso in queste settimane risulta davvero pervasivo.

Dalla pubblicazione dell'inchiesta del Gran Giurì della Pennsylvania all'esplosione del caso riguardante l'ormai ex cardinale Theodore McCarrick, l'episcopato americano sembra costretto, ogni giorno, ad affrontare qualche novità di difficile gestione. Chi si aspettava che il presidente degli Stati Uniti d'America approfittasse della crisi per solleticare gli animi degli elettori ultraconservatori, gli stessi che già preferiscono il Tycoon al pontefice argentino, resterà deluso. The Donald, nonostante le evidenti differenze di visione, si è schierato 'dalla parte' dell'ex arcivescovo di Buenos Aires.

"È molto triste - ha detto l'inquilino della Casa Bianca al Daily Caller, così come riportato da Il Messaggero - guardare tutte queste cose che sono successe negli ultimi 70 anni". Poi il presidente si è soffermato sulla singola vicenda relativa all'ex arcivescovo di Washington, che è stato "scardinalato" da Bergoglio, dopo l'emersione di accuse, ritenute credibili, di abusi ai danni di seminaristi: "Tutti lo conoscono McCarrick ed è devastante vedere queste cose".

L'ex porporato sarebbe appartenuto all'ala più progressista del clero americano, quella in qualche modo legata al Partito democratico statunitense e promotrice di battaglie aperturiste in materia dottrinale, ma il tycoon, considerato l'esponente politico pro life per antonomasia, ha preferito soprassedere sul tema e non operare distinguo di sorta.

Il fatto inaspettato, sottolineato anche dal Catholich Herald, ha riguardato proprio questa indisponibilità di Trump ad aggiungersi all'elenco dei critici di Bergoglio. Il memoriale di undici pagine firmato dall'ex nunzio apostolico Carlo Maria Viganò avrebbe potuto costituire un assist, ma il magnate americano ha preferito evidenziare come papa Francesco sia appunto l'uomo "migliore" per gestire questa fase. I lettori ricorderanno come il Santo Padre, durante la campagna elettorale per le presidenziali, abbia rilasciato dichiarazioni oppositive alla volontà di costruire il famoso muro di confine in Messico.

La gestione dei fenomeni migratori è un ambito che continua a dividere la Casa Bianca dal Vaticano, ma Trump, pur avendo l'occasione di schierarsi dalla parte dei cattolici tradizionalisti, quelli che stanno chiedendo a gran voce un'inchiesta esterna per le presunte rilevazioni contenute nel dossier di Viganò, ha almeno optato per non infierire se non per schierarsi in via diretta con il vescovo di Roma.

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