Cronache

Migranti, il Sinodo: "No alla chiusura dei porti, la Chiesa apre le porte"

La chiusura dei porti? Per due cardinali presenti a Roma per il Sinodo dei vescovi sui giovani vuol dire generalizzare e/o contraddire il Vangelo. Il coro proveniente da piazza San Pietro è unanime. Un altro "no" alla linea dura in materia di gestione dei fenomeni migratori

Migranti, il Sinodo: "No alla chiusura dei porti, la Chiesa apre le porte"

La Chiesa cattolica è contraria alla chiusura dei porti. Il Sinodo dei vescovi sui giovani è divenuto anche un'occasione per affrontare i problemi legati alla gestione dei fenomeni migratori. E il messaggio promosso dagli ecclesiastici presenti alla riunione sinodale è sempre uguale a se stesso: "No" alla "linea dura". Facendo però attenzione pure a quello che sta accadendo in Africa.

Uno dei primi a esprimere il suo punto di vista è stato il cardinal Versaldi, che è il prefetto della Congregazione per l'educazione cattolica: "I porti chiusi - ha dichiarato il porporato italiano - non sono della Chiesa: la Chiesa ha aperto le porte a chi aveva i porti chiusi". Ma perché affrontare questo macrotema durante un evento internazionale che sarebbe chiamato soprattutto a far fronte al calo delle vocazioni? Perché, hanno spiegato, buona parte di coloro che provano a raggiungere le spiagge del Vecchio Continente sono persone di giovane età.

Versaldi ha ribadito, ancora una volta, la posizione ufficiale in materia d'immigrazione delle istituzioni ecclesiastiche: "Le migrazioni sono un problema complesso - ha voluto evidenziare il membro dell'episcopato del Belpaese - all'interno del quale bisogna fare una distinzione tra il ruolo della Chiesa e il ruolo dello Stato. La Chiesa - ha continuato - ha il dovere di annunciare il Vangelo, ed è evidente quello che dice il Vangelo circa i forestieri o gli stranieri: l'accoglienza per la Chiesa è un valore irrinunciabile". Questa visione è abbastanza nota: la "linea dura" in materia d'accoglienza di migranti non sarebbe compatibile con quanto disposto nel Vangelo. La maggior parte degli ecclesiastici insiste su questo punto da mesi. Qualcuno ha persino scritto una lettera al premier Conte.

Ma al cardinale della Chiesa cattolica non pare sfuggire che la questione debba essere affrontato anche in Africa. Un sacerdote africano ha raccontato a Versaldi che "ci sono persone che vogliono spingere i giovani ad emigrare, perchè così in Africa non ci saranno più africani e verranno altri Paesi a colonizzarci". Ma questo, per il porporato, non vuol dire che l'Europa e Il Belpaese debbano procedere con chiudendo le vie d'accesso: "Che in Italia si accolga e che in Africa si cerchi di trattenere i giovani non è una contraddizione, fa parte della missione della Chiesa".

L'episcopato africano e quello italiano avranno modo di parlarne a dicembre, quando si proverà a fare il punto della situazione. A Versaldi ha fatto eco un cardinale africano: Dieudonnè Nzapalainga, che è l'arcivescovo di Bangui: "Sia quelli che restano, sia quelli che partono - ha dichiarato il porporato - hanno le loro ragioni. Sono esseri umani, creati a immagine e somiglianza di Dio. Respingerli come bestie non può essere: sono sempre esseri umani, alla ricerca spesso di una sopravvivenza",.

Dal Sinodo sui giovani proviene un coro unanime: chiudere i porti, sembrano dire questi cardinali, significa tradire il Vangelo.

Commenti