Cronache

Luttazzi assolto. Ma resta evasivo sui suoi errori

Dopo tre anni sulla graticola Daniele Luttazzi è stato assolto dall'accusa di evasione fiscale

Luttazzi assolto. Ma resta evasivo sui suoi errori

Uomo di poca fede. Dopo tre anni sulla graticola Daniele Luttazzi è stato assolto dall'accusa di evasione fiscale. E subito, com'è nel suo stile, ha avuto un pensierino gentile per il Giornale. Via Twitter ha sventolato la nostra prima pagina di tre anni fa a lui dedicata: «Il comico anti Berlusconi indagato per evasione fiscale». Con il racconto dei 140mila euro che, secondo la Guardia di finanza, avrebbe sottratto all'erario. E, a chiusura della titolazione, un'ultima stoccata: «E ora non ride più».

Luttazzi agita occhielli e articoli del 2014, poi alla voce, perfida, «esempi di giornalismo» si pone la più retorica e dunque inutile delle domande: «Tre anni fa certi media diedero grande risalto alla notizia che ero indagato per evasione fiscale. Sono convinto che ora daranno lo stesso enorme risalto alla notizia che sono stato assolto con formula piena perché il fatto non sussiste».

Uomo senza fede. Eccoci qua per servirla, non ci sono censure o editti che ci facciano dimenticare l'abc. Il tribunale di Civitavecchia ha ritenuto che non ci fosse alcun reato, smentendo il pm che aveva chiesto 18 mesi di carcere e la confisca dei soldi a suo tempo sequestrati.

Soddisfatto? È la piccola, ma non trascurabile differenza fra il Giornale e lei. Daniele Luttazzi è sempre imbozzolato nelle sue teorie mafiologiche anti Cav. Sempre alla ricerca dell'odore dei soldi, citazione obbligata come da titolo del celebratissimo saggio di Marco Travaglio, sempre pronto a snocciolare la stessa tiritera sul Cavaliere e la P2, il Cavaliere e il processo Mills, il Cavaliere e il lodo Alfano, il Cavaliere e le ombre di Cosa nostra, il Cavaliere che ha trovato i denari in un sacchetto di patatine, il Cavaliere birbonico. Peccato. Non abbiano mai visto il grande talento della risata twittare, alla voce esempi di satira, sulle assoluzioni e sui proscioglimenti di Berlusconi. Eppure gliene sono passati davanti a lenzuolate intere, eppure ha avuto un chilometro di sentenze per correggersi. Ma no, lui ha lasciato perdere Twitter come una chitarra scordata, non ha aggiunto alle sue filastrocche, magari con un filo di voce, una mezza parolina. Così, per chiarire e aggiornare. Meglio voltarsi dall'altra parte.

E puntare il dito contro il Giornale.

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