Cronache

Napoli, rivolta degli immigrati: "Nostro diritto restare qui"

All’appello da parte delle forze dell’ordine mancavano oltre 150 migranti, pronto il loro allontanamento, ma altri stranieri protestano: “Noi non vogliamo vivere nei centri di accoglienza, ma è un nostro diritto chiedere asilo a Napoli”

Foto di repertorio
Foto di repertorio

Nuova protesta a Napoli da parte dei migranti ospiti della città, scesi in piazza in difesa di alcuni connazionali che rischiano di essere messi alla porta. A sfilare insieme a loro alcune associazioni benefiche, quali l’ex Opg, l’Associazione 3 Febbraio e Less Onlus, per un totale di circa 200 manifestanti.

Tutto è iniziato la sera del 13 agosto, quando la prefettura di Napoli ha deciso di effettuare dei controlli mirati nelle strutture di accoglienza per verificare il rispetto delle leggi da parte delle stesse e dei loro occupanti. All’appello effettuato dalle forze dell’ordine mancavano oltre 150 stranieri, che invece si sarebbero dovuti trovare all’interno del centro. I migranti risultavano irreperibili e nessuno era a conoscenza della loro posizione. Pertanto la prefettura ha disposto l’allontanamento di tutti i colpevoli, provocando la rivolta di questa mattina e l’intenzione da parte delle associazioni di rivolgersi al Tar.

Il corteo di protesta si è mosso fino ad arrivare in piazza del Plebiscito, dove è stato organizzato un sit in. Numerosi gli striscioni provocatori, fra cui spiccano alcune frasi: “Il problema di piazza Garibaldi non sono i migranti ma la camorra”, oppure “Chi scappa dalla guerra va accolto, non buttato per strada”.

“Vogliamo sapere perché la prefettura ha inviato all’improvviso i controlli nei nostri centri di accoglienza la sera del 13 agosto e perché vuole espellere più di 150 ragazzi che in quel momento non erano nella struttura. Noi non vogliamo vivere nei centri di accoglienza, ma è un nostro diritto chiedere asilo a Napoli” dichiara un senegalese ospite a Napoli da 5 anni, come riporta “Il Mattino”. “Quella sera molti di noi erano nella struttura. Qualcuno dormiva, qualcun altro era fuori a fumare una sigaretta. Altri erano andati a mangiare qualcosa nei dintorni. La polizia è arrivata e ha chiuso le porte. Chi non è risultato presente all’appello sarà messo in strada. Siamo disposti a rimanere qui giorno e notte finché il prefetto non ci dirà cosa dobbiamo fare” aggiunge anche un ivoriano.

“Di fatto le persone che saranno messe in strada non potranno più ricevere le notifiche delle commissioni che dovrebbero decidere sulla loro richiesta di asilo. Il loro diritto resta sulla carta ma viene negato nella pratica. Rischiano di essere dichiarati irreperibili oltre a perdere il loro diritto all'accoglienza dichiara Pierluigi Umbriano, membro dell’Associazione 3 Febbraio.

Alle 12 di oggi alcuni delegati delle associazioni che appoggiano i migranti sono stati ricevuti dal prefetto per poter discutere della vicenda e trovare una soluzione. A quanto è emerso, i 150 migranti destinatari dell’ordinanza hanno 5 giorni per fornire delle motivazioni valide che giustifichino la loro assenza al momento del controllo. In caso contrario saranno costretti a lasciare le strutture che li ospitano senza, però, dover abbandonare l’Italia. La situazione che si prospetta, dunque, è quanto mai preoccupante, dato che in futuro ci saranno più di 150 africani in giro per la città senza alcun controllo.

“La politica italiana non ne vuole più sapere né di migranti, né di rom, né di senza fissa dimora. Questo è il dramma che stiamo vivendo in questo momento” è il commento preoccupato di padre Zanotelli, che ha accompagnato i migranti nella manifestazione. “Buttarli fuori vuol dire buttarli in mano alla camorra.

In una città come Napoli è una follia”.

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