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La nostra cartolina a Matteo: un grazie per la lotta all'immigrazione

Questa storia del "Salvini razzista" è insopportabile. Al leader della Lega un grazie per la sua lotta all'immigrazione

La nostra cartolina a Matteo: un grazie per la lotta all'immigrazione

Il quotidiano La Repubblica sta pubblicizzando l'iniziativa di un gruppo di creativi progressisti - potremmo chiamarlo il club amici di Saviano - che stanno disegnando cartoline anti Salvini con le quali inondare il ministero dell'Interno. Non sappiamo se tra i soggetti a tema libero ci siano anche i «saluti» delle donne quotidianamente aggredite o violentate da immigrati allo sbando. Oppure quelli dei cittadini rapinati nelle loro case da bande di stranieri o i saluti, con ringraziamenti, degli immigrati condannati per reati gravi che hanno stracciato il foglio di espulsione e continuano tranquillamente a spacciare e delinquere.

Mi sa di no, scommetto che saranno stampate solo cartoline buoniste perché per la sinistra noi italiani, come ha titolato di recente il quotidiano dei vescovi Avvenire in occasione del lancio di uova alla lanciatrice azzurra di origine nigeriana, «dobbiamo vergognarci» a prescindere dalla realtà.

Vergognarci di cosa? Mi piacerebbe che una di queste cartoline contro Salvini riportasse stampato - sotto la scritta «Scusa Salvini» - il verbale con cui si accerta che a lanciare quelle uova non fu un pericoloso razzista leghista, ma un teppistello figlio di un politico Pd. Questa cosa del «Salvini razzista» è insopportabile. Al leader della Lega in questi giorni stiamo contestando a viso aperto cose importanti, dalla malagestione del caso Rai all'appoggio alle leggi anti imprenditori, fino allo stop ai vaccini obbligatori. Se sarà il caso continueremo a farlo, a costo di lasciare perplessi alcuni lettori, perché siamo convinti di essere nel giusto e non svendiamo le nostre idee ai Cinquestelle. Ma di una cosa sono certo, perché lo conosco da anni: Matteo Salvini non solo non è razzista, ma per storia e convinzione è molto più vicino agli ultimi (di qualsiasi colore) di tanti vescovi e auto-certificati buoni cristiani; più degli stampatori di cartoline e firmatari di appelli anti-razzisti frequentatori di Capalbio, sede della sinistra chic chiusa agli immigrati a differenza della spiaggia di Riccione.

Il razzismo in Italia, figlio di una immigrazione fuori controllo, non è un'epidemia, ma una malattia rara. La terapia che Salvini ha scelto per tenerla sotto controllo sta dando buoni frutti. La strada intrapresa è quella giusta.

La nostra cartolina dunque è: saluti e buone vacanze, signor ministro.

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