Cronaca locale

Caccia ai fanatici antisemiti. La Procura al lavoro sui video

Estremisti da fuori Milano al sit-in di piazza Cavour. E la Digos si è attivata prima delle denunce dei politici

Caccia ai fanatici antisemiti. La Procura al lavoro sui video

Già prima delle denunce del Giornale e del Foglio, già da prima degli esposti di due dirigenti del Pd: la Digos milanese si era mossa ancor prima della pausa festiva per denunciare alla magistratura i responsabili dell'incredibile episodio avvenuto il 9 dicembre in piazza Cavour, davanti al «Palazzo dei Giornali». Gli slogan a favore dello sterminio indiscriminato degli ebrei non erano sfuggiti alle telecamere della polizia, e ora sono al centro del fascicolo che la Procura ha aperto per iniziativa del pm Alberto Nobili, capo dell'ufficio antiterrorismo.

Nell'inchiesta a carico di ignoti si ipotizza l'accusa di istigazione all'odio razziale. É la norma che di solito viene applicata o invocata per punire le manifestazioni dell'ultradestra qua e là per il Paese, e che ora per la prima volta, finisce al centro di una indagine giudiziaria in cui sono coinvolti dei militanti islamici. A rendere inevitabile l'accusa, secondo il pm Nobili, il grido Khaybar, Khaybar, l'armata di Maometto ritornerà, evocante lo sterminio di seicento ebrei da parte del Profeta nel corso delle operazioni di «pulizia etnica» dell'anno 628.

Alla accusa di istigazione all'odio razziale, nel fascicolo la Procura sembra orientata ad affiancare il reato di istigazione a delinquere: inevitabile, visto l'esplicito invito all'ammazzamento degli ebrei. Il primo passaggio dell'inchiesta della Digos è stata la traduzione giurata degli slogan, che non ha potuto che confermare: sì, in piazza Cavour a venire invocato era proprio l'episodio dell'oasi di Khaybar, lo stesso che lo sceicco Al Baghdadi citava decapitando l'ostaggio americano Nick Berg.

Che la magistratura non potesse stare ferma davanti alla più esplicita manifestazione di odio anti-ebraico avvenuta in Italia nel dopoguerra lo aveva segnalato martedì scorso in un articolo il magistrato Guido Salvini, giudice preliminare a Milano e autore di numerose sentenze sulla penetrazione jihadista in Italia. Salvini aveva ricordato come il riferimento epico ai fatti di Khaybar sia «un richiamo mitico ed eccitante che simboleggia per i musulmani la prospettiva finale della completa eliminazione degli ebrei».

Ora la Procura si muove. Secondo i primi accertamenti, a scandire lo slogan incriminato era solo una parte, minoritaria ma assai agguerrita, dei circa 1.500 militanti islamici arrivati in piazza Cavour per protestare contro il trasferimento dell'ambasciata americana a Gerusalemme.

Tra questi, si apprende in ambienti Digos, anche numerosi estremisti provenienti da fuori Milano, dalle comunità islamiche sparse per la Lombardia dove spesso si annidano i predicatori estremisti, quelli più vicini alla ideologia della jihad.

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